Aggiornato al 19/04/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

 

Banda ultra larga in quasi tutta Italia: la rivoluzione è finalmente alle porte.

 

Il 7 aprile, ossia domani, sarà annunciato il piano del Governo, in collaborazione con Enel, per portare la banda ultra larga in 224 città con un investimento complessivo di 2,5 miliardi di euro, grazie al quale è prevista la copertura ad altissima velocità per 7,5 milioni di case. Tra le prime città dovrebbero figurare, come dichiarato dal Premier, Bari e Cagliari. Action Institute vuole analizzare la portata della svolta ed i relativi effetti sull’economia e sulla società del nostro Paese.

E’ in arrivo l’ondata della banda ultra larga, la cui espansione sul territorio nazionale dovrebbe eliminare la zavorra di connessioni internet ancora troppo lente e portare l’Italia al passo di altri paesi europei e mondiali. Il Progetto strategico relativo ad essa è stato autorizzato dalla Commissione Europea e rappresenta un passaggio fondamentale per il raggiungimento degli obbiettivi dell’Agenda Digitale Europea, che consistono nell’offrire pubblicamente a tutti i cittadini l’accesso a internet “ad una velocità di connessione superiore a 30 Mb/s” e, per almeno il 50% della popolazione, “al di sopra di 100 Mb/s”. Tale Progetto rientra nell’ambito dell’implementazione delle infrastrutture necessarie allo sviluppo dell’economia digitale del nostro paese ed assume i cinque seguenti connotati: è un quadro di riferimento per Amministrazioni Pubbliche, Regioni ed Enti locali che optino per investimenti in comunicazione elettronica; è una soluzione per ottimizzare le risorse disponibili favorendo economie di scala; è un progetto di sistema per uno sviluppo coordinato delle infrastrutture; è fondamentale per il mercato in quanto garantisce a quest’ultimo certezza del diritto e trasparenza nella gestione delle risorse pubbliche; è infine un progetto di sistema che può attrarre gli investimenti privati necessari alla sua realizzazione.

Per meglio comprendere le conseguenze di quest’innovazione su economia e società, va innanzitutto evidenziato il potenziale di internet come piattaforma per il commercio internazionale. Già negli anni ‘90 aziende come Pets.com ed Amazon hanno venduto parecchi beni online, ma da allora l’impatto di internet sul mercato, oltre ad essere cresciuto, è cambiato: oggi le opportunità commerciali non sono più disponibili soltanto per le internet companies, bensì per le imprese di tutti i settori dell’economia, dalla produzione ai servizi. Inoltre la natura globale di internet rende tali opportunità non più limitate ai mercati nazionali, ma anzi le permette ovunque nel mondo sia disponibile l’accesso ad internet, a maggior ragione quindi se economico e rapido con conseguente efficienza e notevoli risparmi di tempo; ciò peraltro implica un incremento di posti di lavoro ed opportunità professionali.

Tra le varie declinazioni degli effetti di tale rivoluzione, oggi in particolare il web sta creando nuove opportunità per le piccole e medie imprese: fornendo a queste la possibilità di accesso a fattori di produzione critici come telecomunicazioni più economiche, informazioni strategiche sui mercati esteri, servizi legali e di consulenza e tutta la galassia del cloud computing, tali imprese sono ormai più che in grado di diventare competitive a livello globale. Con un semplice sito web, ad esempio, possono contattare fornitori e raggiungere clienti in tutto il mondo.

Ora, tornando all’introduzione della fibra ottica, la situazione alla vigilia dell’attuazione del piano del Governo è la seguente: nel 2015 gli accessi ad internet tramite banda ultra larga, ossia con reti NGA (next-generation access), sono stati 1,44 milioni; nel dicembre dello stesso anno il nostro paese ha evidenziato una percentuale di accessi ultrabroadband, superiori cioè ai 30 Mbps (Megabit per secondo), del 7%, quando nello stesso mese del 2014 tali accessi erano il 3,6% del totale. La connessione a banda ultra larga risulta dunque in crescita ma i numeri complessivi rimangono ancora piuttosto bassi.

(Cliccate per continuare la lettura su Action Institute)

 

Autore: Daniele Bucello

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Inserito il:06/04/2016 08:23:03
Ultimo aggiornamento:06/04/2016 08:39:09
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