Aggiornato al 23/04/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Wassily Kandisnky (1866-1944)  - Circles in a Circle - 1923

 

Deve scattare una molla

di Riccardo Maria Grosso

          

L'Italia e gli italiani hanno un grande bisogno di alfabetizzazione, non solo digitale, bisogna ripartire dall'abc, dai fondamentali, includendo l'educazione civica.

Da ragazzo ricordo che quasi mi vergognavo di essere virtuoso ad esempio in matematica. Venivi visto come un secchione. Da allora una descrescita culturale costante, alimentata da pupe e secchioni. La cultura dominante ha per anni snobbato chi studiava, approfondiva, innovava e ricercava. Una sorta di snobismo al contrario.

Ricordo pero' che ci fu un momento in cui capii che esisteva una leva mentale che poteva stimolarci ad invertire questa tendenza. La programmazione dei computer. Lo scoprii tra il 1977 e il 1980, all'I.T.I.S. Peano. Da poco avevo istintivamente deciso, dopo il biennio comune, di scegliere informatica anziche' elettronica, in virtu' della maggior pulizia che ispirava vedere quelli piu' grandi di me in camice bianco davanti ai terminali, piuttosto che in tuta da meccanico e con il saldatore in mano.

Conobbi un professore di informatica che i primi giorni ci disse: deve scattare una molla nella vostra mente, dopodiche' scoprirete il fascino della programmazione dei computer. E fu cosi'. Fu cosi' quando con l'Olivetti P101 scrissi un programma per calcolare la funzione sen(x) con gli sviluppi in serie. Quando scrissi un analogo programma, sempre per la funzione sen(x), ma per far disegnare la funzione sen(x) col plotter collegato all'HP 9100 mi pare si chiamasse, era in pratica l'evoluzione del P101 Olivetti in salsa Hewlett Packard, macchine scientifiche per eccellenza di allora.

Ricordo il fascino della programmazione in notazione polacca inversa, che poi era la base per qualunque assembler simbolico. Se avevi chiara la notazione polacca, potevi scrivere programmi in assembler per qualunque macchina, si trattava solo di tradurre il simbolico in linguaggio macchina. Tutte cose che hanno sempre tenuto alto in me il desiderio di astrazione matematica.

L'informatica ha portato intellettualmente in alto il sottoscritto e tutta la quinta B informatica diplomata nel 1980, ancora oggi ci troviamo annualmente per la rimpatriata e ci raccontiamo le prodezze informatiche di allora. Ecco perche' credo che insegnare l'informatica ai bambini, tramite i coderdojo, sia la chiave di volta per elevare nuovamente la nostra societa' e riportarla agli antichi fasti intellettuali che hanno reso, e continuano a rendere, gli italiani geniali nel mondo.

I campioni digitali hanno il compito di tramandare la curiosita' e l'interesse per tutto cio' che puo' far "scattare la molla" per migliorare ciascuno di noi, e quindi la societa' di cui siamo parte viva, in esemplari unici e irripetibili.

Inserito il:04/01/2017 11:44:47
Ultimo aggiornamento:04/01/2017 11:48:51
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