Aggiornato al 26/04/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Eros Lestini (Assisi, artista contemporaneo) – Tonni e Sardine

 

Capire le sardine!

di Gianni Di Quattro

 

Le sardine intese come pesci mi piacciono, non solo perché ormai mangio solo pesci di piccole dimensioni (inquinamento e varie altre cause nei nostri mari), ma anche perché le sardine sono tante e non si corre il rischio, almeno a breve, di andare verso la loro estinzione, sono molto saporite quale che sia la forma nella quale vengono cucinate (in Sicilia le ricette sono davvero infinite), costano poco e molta gente, di quelli che non possono mettere sulla loro tavola aragoste o storioni per esempio, può permettersi di comprarle e poi pare che hanno pure notevoli proprietà.

Ma ci sono da un po’ di tempo in qua le sardine che non sono intese come pesci e che pare stiano proliferando, intese invece come un movimento politico civile spontaneo di protesta. Precisiamo che ogni movimento che riguarda la società per chiedere, per protestare, per proporre è politico e fa politica, anche se non è partitico, non chiede voti e non presenta candidati per qualche carica istituzionale o parlamentare. Questa è politica, quella che ormai molti stanno dimenticando.

Un’altra considerazione che si sente in giro è che si tratta di un movimento spontaneo come, a suo tempo, è nato il movimento 5 stelle al quale dunque assomiglia e del quale ripeterà il percorso (che peraltro pare in estinzione). Questo non è vero perché non si può paragonare un movimento che nasce per chiedere a chi ha responsabilità e ruolo nelle istituzioni maggior rispetto con un movimento che nasce sul vaffa, è chiaro che parliamo di cose che nulla hanno in comune.

La cosa bizzarra, forse anche un po’ inquietante, è come stanno reagendo i partiti quelli storici e quelli nuovi e come stanno reagendo i media cartacei e digitali.

I primi in modo scomposto, sottolineando che la politica secondo loro è un’altra cosa e che solo i partiti possono garantire voce alla gente, solo i partiti hanno le chiavi per ottenere cose. Naturalmente non dicono cosa bisogna fare quando i partiti continuano a litigare al loro interno, quando non hanno una struttura democratica, quando non riescono a capire i bisogni della gente o quando, peggio, li sacrificano a vantaggio di comportamenti rivolti esclusivamente all’ottenimento di voti utili per il loro potere, per la loro esistenza. La verità è che i partiti hanno paura di questi movimenti popolari che non controllano, sono a disagio, si sentono, e giustamente, accusati di non partecipare alla democrazia e di non fare quello per cui la costituzione ne ha previsto l’esistenza (la canalizzazione del consenso, il ponte tra istituzioni e cittadini, lo sviluppo dei piani per il futuro di tutti, l’eliminazione o quanto meno l’attenuazione delle diseguaglianze sociali almeno per alcuni di essi).

I secondi, i media, stanno dimostrando una volta di più, ma ormai non devono fornire alcuna ulteriore prova, di essere asserviti a gruppi o partiti e di leggere la società solo in funzione degli interessi di questi o di non saperla leggere affatto o di leggerla in modo sballato solo per fare audience e magari vendere di più o alimentare la confusione (nella quale chi non ha cultura e ha, invece, spregiudicatezza e cinismo ha tutto da guadagnare).

È difficile per molta gente capire che cittadini possono scendere in piazza, protestare civilmente, chiedere non cose specifiche come contributi, aumenti, esenzioni, posti negli apparati pubblici, ma educazione, rispetto, trasparenza e capacità nelle persone cui vengono affidati i compiti gestionali del paese nell’interesse di tutti.

È difficile prevedere come andrà a finire questo movimento delle sardine, se diventerà un partito, se si limiterà ad un’azione civile, se stipulerà delle alleanze magari variabili, se proverà a introdurre una nuova forma di influenza sociale, una maniera di correggere la deriva di una società quando i partiti (e i media) dimostrano con chiarezza di non sapere più capire il pensiero della gente (che chiamano pomposamente popolo come se fossimo ancora ai tempi dell’impero).

Io penso che comunque le proteste espresse con civiltà, senza alcuna violenza, senza proclami e promesse rappresentano il sale della democrazia, una maniera con la quale la stessa cerca di produrre gli anticorpi per sopravvivere ai tentativi di degradarla fatti in modo cosciente o meno da forze eversive, nella sostanza anche se non nella forma.

Le sardine, dunque, anche se non sono pesci vanno apprezzate, bisogna solo sperare che tra loro non ci sia qualcuno che decida di strumentalizzarle e che riescano a mantenere la dignità con la quale sino ad ora si stanno comportando. Speriamo che facciano bene al paese.

 

Inserito il:02/01/2020 15:14:40
Ultimo aggiornamento:02/01/2020 15:23:26
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