Aggiornato al 28/04/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Bill Stone (Algonquin, Illinois, Usa – Contemporary) - Startup

 

Chi investe nelle startup innovative italiane?

di Vincenzo Rampolla

 

Il recente articolo pubblicato sulle Startup innovative italiane viene completato con un’analisi ricca di elementi divulgati in data odierna dall’Osservatorio delle Startup; promosso da Italia Startup, Smau, Assolombarda, con la partnership scientifica di InfoCamere, degli Osservatori del Politecnico di Milano e Confindustria per la raccolta e analisi dei casi di successo, esso nasce nel contesto del Comitato Settori Industriali di Italia Startup.

Fanno parte del Comitato associativo 25 imprese nazionali e multinazionali, molte con attiva partecipazione nella ricerca e che hanno messo a disposizione i loro casi aziendali, unite tutte da un forte interesse per l’innovazione di prodotto e di processo recato dalle Startup innovative italiane e da progetti di virtuosa emulazione tra e con le Startup stesse.

La ricerca del 2019 risponde a quattro obiettivi primari:

1. consolidare l’analisi del Corporate Venture Capital (CVC) italiano, inteso come investimento industriale e finanziario in Startup innovative italiane da parte di imprese mature del sistema industriale italiano e internazionale (curata da InfoCamere),

2. individuare e dare visibilità a modelli concreti e replicabili di Open Innovation (OI), a partire da esperienze concrete, grazie all’incontro tra imprese mature e consolidate e giovani Startup innovative, oltre a soggetti partner nel ruolo di incubatori, facilitatori e investitori. Diffondere tali modelli nel sistema imprenditoriale e industriale italiano, per portare innovazione e competitività (curata attraverso la partnership scientifica degli Osservatori del Politecnico di Milano - autore di un modello in grado di evolvere per step – di Confindustria e di Piccola Industria Confindustria),

3. divulgare l’Osservatorio e i casi di successo sul territorio nazionale con un Roadshow nel 2020 in numerose città italiane e raccogliere casi aziendali di rilievo,

4. agevolare la consapevolezza e la potenzialità di un’attività in grado di portare innovazione e talenti alle imprese consolidate, di aprire nuovi mercati e di creare nuova occupazione qualificata per le Startup emergenti (sito dedicato dell’Osservatorio: www.osservatorio-openinnovation.it).

Il totale di 3.736 società con ruolo di investitori specializzati è stato suddiviso in due gruppi:

Giovani, iscritte negli ultimi 5 anni, con data d’inizio attività inferiore a 5 anni,

Mature, con data d’inizio attività superiore a 5 anni.

Dai dati emerge che 1.617 (+65,68%) società possono considerarsi giovani e di queste, 398 (+70,87%) sono iscritte al registro come startup innovative. Pur di recente costituzione 1.219 (+63,85%) società non sono iscritte alla sezione speciale startup.

Le società mature sono 2.119, in leggero calo rispetto al 2018.

In base all’indagine, sono circa 50 mila le quote di partecipazione dirette e indirette di persone fisiche e ditte individuali, nelle 10.546 startup innovative.

Le quote di imprese, cioè i Corporate Venture Capital (CVC), sono 12.667. Di queste, 5.071 sono quote di primo livello. Ci sono inoltre 1.817 quote di soggetti non iscritti al registro imprese e di questi 710 sono esteri.

Il numero delle quote dei soci corporate che hanno investito in startup innovative è aumentato nel biennio 2017-2019 da 6.727 a 12.667 unità (+88,3%). Considerando le sole partecipazioni dirette, il numero di quote si attesta a 5.071, con un incremento del 76,1% nei due anni. Le 12.667 quote sono il risultato della partecipazione di 6.298 soci distinti. Il numero di Startup innovative del portafoglio CVC nel periodo è cresciuto di 503 unità, passando da 2.154 a 2.657 (+23,3%).

Nel 2018 sono stati prodotti €900 milioni di ricavi, con oltre il 50% generato da Startup investite da CVC. Più di 2/3 dei soci corporate di Startup innovative (68,52%) ha sede nel Nord Italia e dà vita a Startup innovative ivi maggiormente presenti (55,41%).

Si osserva che la percentuale delle Startup è più bassa di quella dei soci CVC, indice che un flusso di investimenti da parte di CVC del Nord va anche a beneficio di Startup innovative che operano nel Centro - Sud.

Il 40,32% dei soci di CVC hanno investito in una Startup che ha sede in un’altra regione.

Una quota superiore, l’85,38%, ha investito in una società che opera in un diverso settore merceologico. A fronte di una generale stagnazione economica, nel 2018, il fatturato e il valore aggiunto dei soci CVC presentano una crescita rispetto al 2017.

Le Startup investite da CVC, nonostante siano solo il 25,5% del totale, generano il 37,7% degli addetti impiegati da tutte le startup innovative.

Le Startup partecipate da CVC arrivano prima sul mercato, senza eccessivi costi di marketing, grazie alla presenza del loro investitore e delle sue reti vendita, raggiungono perciò più velocemente un significativo valore aggiunto.

Le Startup partecipate da operatori della cerchia familiare (family & friends) ricorrono più spesso a formule di work for equity riducendo al minimo i costi del personale, di conseguenza hanno un Margine Operativo Lordo (MOL) maggiore rispetto a quello delle Startup investite da CVC e da imprese specializzate.

L’insieme di capitale sociale e riserve determina il capitale effettivamente investito nelle Startup e il valore CVC è più che doppio rispetto agli Operatori Specializzati, dato a conferma che nel mercato italiano gli operatori che principalmente investono in Startup sono Corporate e family & friends.

Il modello adottato dall’Osservatorio si prefigge i seguenti obiettivi:

  • creare la mappa delle iniziative di Open Innovation (OI) con particolare riferimento ai processi di relazione tra imprese consolidate e Startup, in funzione della loro complessità crescente, classificata secondo i criteri di:
  1. investimento richiesto nel progetto di OI,
  2. livello di esperienza indispensabile per gestire la collaborazione con Startup;
  • guidare manager e imprenditori in un percorso di apprendimento e crescita di esperienza, fornendo linee guida pragmatiche, oltreché fondate su solide basi teoriche, sui passi da seguire in ottica di collaborazione virtuosa improntata a complementarietà e innovazione.

Tre esperienze di OI in Italia

Fondato nel 1969, il Gruppo Amadori è uno dei leader italiani del settore agroalimentare, specializzato nel settore avicolo. L’azienda conta su 7.800 lavoratori ed è presente sul territorio nazionale con allevamenti, stabilimenti, filiali e agenzie. Fatturato 2018: €1.255 milioni. Le parole d’ordine che guidano l’operato del Gruppo sono: rispetto per la società, impegno nell’ambiente e so­stenibilità economica, oltre che ambientale e sociale.

Con questo spirito nasce la Green Packaging Challenge, una call4I­deas esempio di OI rivolto a fornitori di imballaggi attuali e futuri, con l’obiettivo di intercettare idee innovative e sostenibili per ripensare insieme a loro il packaging, aspetto chiave della catena del valore. La UE ha definito un piano ambizioso che mira ad eliminare le confezioni in materiali plastici non riciclabili entro il 2030 e a dare vita a questa iniziativa. Il progetto si colloca all’interno di una strategia che poggia su 5 cardini: riduzione, riciclo, riuso, innovazione e comunicazione. Quattro sono le fasi percorse: apertura della call via Webinar (seminari in rete), valutazione delle proposte ricevute da parte di una task force interna per selezionare le realtà vincenti, fase conclusiva di avvio delle collaborazioni con le Startup.

Il modello di OI di Enel si fonda principalmente sulle col­laborazioni con le Startup. Quelle che Enel ritiene di valore per la propria attività vengono sostenute nel processo di cre­scita fino a farle diventare fornitori del Gruppo. Enel fa da test bed e test facility, permettendo di sperimentare le soluzioni delle aziende nei propri laboratori, con macchinari tecnologicamente molto avanzati e con il supporto di personale al­tamente qualificato. Feedback permanenti aiutano a migliorare le soluzioni sviluppate dalle Startup consentendo lo scaleup (crescita ai massimi livelli) a livello industriale e internazionale. Enel non investe nel capitale delle Startup per non creare situazioni di rischio o conflitto, ma si impegna a investire risorse econo­miche e tempo nelle attività di testing e sperimentazione, con unico obiettivo industriale, non finanziario. Negli ultimi tre anni il Gruppo ha valutato oltre 6500 progetti e oggi collabora attivamente con più di 250 Startup, di cui più di 50 diventate fornitori di Enel. Il modello organizzativo a supporto dell’OI si fonda su al­cuni elementi primari:

  • completa ristrutturazione del processo di procurement che porta le Startup a potersi più facilmente qualificare come fornitori e a semplificare le fasi contrattuali,
  • centralità della funzione di innovability (unione tra innovation e sustai­nability) nell’organizzazione aziendale;
  • costituzione di una società per gestire gli Enel Innovation Hub presenti nei principali ecosistemi innovativi a livello nazionale e globale (e.g. Catania, Pisa, Milano, Boston, San Francisco, Mosca, Tel Aviv, Madrid, Rio de Janeiro, Santiago del Cile) e occuparsi dello scouting di Startup mirato rispetto alle sfide che il Gruppo ha deciso di affrontare.

QVC Next è il modello di OI e il programma ideato da QVC Italia per identificare e ac­compagnare le realtà emergenti italiane nella fase di accesso al mer­cato attraverso un approccio multimediale: TV, ecommerce e social media. Un’opportunità di entrare in contatto con progetti in cresci­ta e di grande potenziale, con un forte impatto sullo sviluppo economico del sistema Paese. QVC Next nasce nel 2016 con l’obiettivo di sostenere concretamente le nuove realtà imprenditoriali italiane, di far crescere un’idea fino a farla diventare soste­nibile e concreta, con particolare attenzione al mondo femminile e con un positivo impatto sociale.

Alcuni elementi peculiari distinguono il programma QVC Next da altre realtà dell’ecosistema innovazione:

  • forte attenzione al go-to-market, con validazione immediata dei risultati di vendita e di apprezzamento da parte della clientela,
  • approccio di mentorship commerciale di lungo periodo,
  • visibilità multipiattafor­ma che permette alle Startup di vendere i propri prodotti presen­tandoli in prima persona
  • possibilità di sviluppo internazionale attraverso il network QVC.

 

Inserito il:30/10/2019 11:56:41
Ultimo aggiornamento:30/10/2019 12:02:51
Condividi su
ARCHIVIO ARTICOLI
nel futuro, archivio
Torna alla home
nel futuro, web magazine di informazione e cultura
Ho letto e accetto le condizioni sulla privacy *
(*obbligatorio)


Questo sito non ti chiede di esprimere il consenso dei cookie perché usiamo solo cookie tecnici e servizi di Google a scopo statistico

Cookie policy | Privacy policy

Associazione Culturale Nel Futuro – Corso Brianza 10/B – 22066 Mariano Comense CO – C.F. 90037120137

yost.technology | 04451716445