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Zio Donald (2) - … la visita di Vladimir  …

di Davide Torrielli

… Proprio in quel momento, la porta si spalancò e fece il suo ingresso la cameriera di casa, la signora Meloni, con il grembiule impeccabile e uno sguardo di chi ne ha viste troppe.

"Allora, signori, state ancora giocando alla conquista del mondo?" sbuffò, posando un vassoio di caffè sul tavolo. "Spero almeno che qualcuno si ricordi di chi paga le bollette qui!"

Ma il vero problema si affacciò dal giardino. Ursula, la vicina scocciatrice, spuntò oltre la siepe con il solito cipiglio severo. "Signori, questa volta avete superato ogni limite! Il rumore dei vostri razzi sta spaventando il mio gatto! Se non la smettete, sarò costretta a chiamare il consiglio di quartiere!"

Donald, sbadigliando ed aggiustandosi la dentiera, alzò un sopracciglio. "Signora Von der Leyen, se non le piace il nostro rumore, può sempre trasferirsi... magari in un altro continente. La Groenlandia è carina in questo periodo! Lei inizi ad avviarsi che poi arriviamo noi artri!”

Una risata grassa si levò al cielo.

Ursula sbuffò, puntando il dito contro Donald. "Lei e il suo nipote pazzo dovreste avere più rispetto per il vicinato!"

Mentre Ursula nostra sbraitava Elon le aveva calato nella schiena un mini rilevatore autoforante che in un secondo si era inserito in un’anca della povera malcapitata.

Come se non bastasse, un'auto nera si fermò davanti al vialetto e ne scese lo zio Vladimir, con un cappotto lungo e lo sguardo gelido. "Saluti alla famiglia... ho portato del caviale. E qualche consiglio su come prendere un cortile senza che nessuno se ne accorga."

Elon si illuminò. "Zio Vlad, mi serve qualcuno che sappia gestire operazioni segrete... Mi aiuti a nascondere una base missilistica su Marte?"

Giorgia alzò gli occhi al cielo. "Io devo sopportare tutto questo? Se non altro, ora so che non ho bisogno di guardare la televisione, qui è peggio di una soap opera, se non ci fosse da piangere."

Donald intanto si avvicinò a Vladimir e gli sussurrò: "Zio, mi insegni qualche trucchetto su come conquistare territori senza che nessuno protesti troppo?"

Kamala si lasciò cadere su una sedia, mentre Donald e Elon si guardavano con un sorriso da complicità. "Questa sì che diventa una riunione di famiglia interessante..."

D’improvviso, un rumore assordante fece tremare la casa. Un bolide giallo e blu attraversò il vialetto a tutta velocità. Dal veicolo saltò giù Cugino Zele, con occhiali a specchio, giacca mimetica e una tazza di caffè in mano.

"Donald! Urgente! Ho bisogno di più soldi!" gridò Zele, sistemando la sciarpa al vento. "La guerra costa e sai che sono il tuo cugino preferito, no?"

Donald sbuffò, incrociando le braccia. "Ancora?! Ma quanti assegni ti ho già fatto? Ho dato più soldi a te che ai miei avvocati!"

Zele si avvicinò con fare drammatico. "Donald, amico mio! La democrazia ha bisogno di aiuto! Se non vuoi aiutarmi, potrei chiedere a Zio Vlad…"

Vlad, sorseggiando il suo tè con nonchalance, alzò un sopracciglio. "Beh, io ho sempre delle offerte vantaggiose…"

Donald strinse i pugni. "Ok, ti do i soldi, ma voglio qualcosa in cambio! Voglio un campo da golf a Kiev con il mio nome gigante sopra! Poi voglio costruire mille Mc Donald sparsi per il tuo paese sgarruppato"

Elon, nel frattempo, si infilò nella conversazione. "Ragazzi, ragazzi! E se invece investissimo tutto in un esercito di droni elettrici? O magari in carri armati a guida autonoma? Super innovativi!"

Giorgia sbottò: "Io me ne vado in cucina, che almeno lì nessuno vuole conquistare il frigorifero! Tanto qui nessuno mi considera e non so a chi dare ragione, tanto vale che vado a fare il sugo e poi mi sta chiamando sul cell Orby da Budapest che mi tartassa con i suoi aperocena.

Ciaoooo a dopo, ragazzi.

Segue ….