
Alessandra Tucci
Sono donna, sono scrittrice e sono avvocato. Di fatto sono una fonte inesauribile di parole. Parole di diritto e di rovescio, parole d’arte e di parte, parole da Corte e da osteria, parole in libertà, d'istinto e costituzionali, parole in equilibrio tra cuore e ragione.
Si dice che la donna è mobile qual piuma al vento e con queste parole da sempre si stigmatizza e comprime la sua essenza.
Le parole che usiamo, con noi stessi e nel mondo, costruiscono e definiscono la realtà, quella nostra interiore e quella esterna. In quella realtà noi viviamo. Sta a noi dunque scegliere cosa costruire e come farlo, a partire dalla scelta delle parole che adoperiamo in ogni attimo della nostra quotidianità, perché le parole che scegliamo possono farci salire sul carro del vincitore o affossarci. Strappare i nostri diritti e ogni nostro sogno o farli volare.
Quindi, non “mobile qual piuma al vento”, ma semplicemente veloce, in continuo fermento.
La donna non è capricciosa, lei è creativa.
Via termini come vanitosa, vanesia o frivola, la donna è femmina.
Volitiva è più corretto di cocciuta e ostinata.
La donna è contraddittoria solo perché osa rivedere le proprie posizioni ed ogni sua convinzione per rimettersi in gioco, incoerente perché ha il coraggio di sperimentare il nuovo, volubile semplicemente perché in costante evoluzione.
Non c’è durezza in lei che non si possa chiamare fermezza, nessuna severità che non affondi le proprie radici in una tenace risolutezza verso quello in cui crede, fino a quando ci crede.
Non permalosa, sensibile, non leggera, accogliente.
Niente sdolcinatezze, nessuna permalosità, solo una potente sensibilità che la fa sprofondare nelle viscere del mondo a dialogare con la sua Anima. Con ironia, non sarcasmo. E con una innata empatia.
La donna non dà risposte, fa solo (sorgere) domande. Ed è con le domande che si rimane in costante movimento. Ed evoluzione.
Ecco, con le parole giuste, io in fondo sono solo una donna. Tutto il resto è mero dettaglio.