Aggiornato al 11/12/2023

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire
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Sandro Botticelli (1445-1510) – Primavera – 1481/82

Formiamo uomini.


“L’uguaglianza ha un organo: l’istruzione gratuita e obbligatoria” ha scritto Victor Hugo.

Parliamo da secoli di uguaglianza, accettazione e solidarietà, eppure viviamo l'accoglienza che il nostro tempo e la nostra collocazione geografica ci impongono con ingerenza, ma senza guardarla come un problema reale che non può essere eluso, e che richiede una soluzione strutturata, solidale, europea.

Parliamo di uguaglianza, ma senza comprenderne il significato in correlazione alla diversità non solo fisica e linguistica, ma anche culturale, storica e ideale. Ne parliamo, ma non ci dimostriamo capaci di realizzarla in una società che è già cambiata e non può farne a meno.

Parliamo di uguaglianza di possibilità, nell'era in cui uno studente italiano su tre non finisce le scuole superiori, perché non considera il valore della società dove vive, ma nella quale le possibilità sembrano esserci per i giovani immigrati mossi dalla voglia di farcela per riscattare se stessi. 

Sembriamo diventati i fallaci falsari della Primavera botticelliana di cui non riusciamo a ricreare i veri colori, perché ci mancano le Grazie del desiderio, dell' impegno e della perseveranza di un obiettivo del quale non sentiamo più l'esigenza come uomini.

Un’ esigenza che deve essere dettata da ideali che siano uguaglianza, solidarietà, giustizia.

Un’ esigenza che deve costituire il nucleo delle cellule rinnovatrici della società prodotte da quell'istruzione gratuita e obbligatoria, organo dell'uguaglianza per Hugo, un'esigenza che deve tornare ad essere imperativa in noi, attraverso nuovi modelli di istruzione, con il fine di riformare lo Stato attuale attraverso il diritto di essere cittadini.

Istruzione gratuita e obbligatoria, organo di cruciale importanza per le sue pulsazioni che trasmettono vita alla società, la ossigenano e ne permettono l'evoluzione, perché tutto parte dai banchi di scuola in un'età nella quale le menti sono tanto potenzialmente frizzanti quanto estremamente fragili, tanto critiche, quanto duttili; tutto parte dalla differenza tra guidare il popolo e istruirlo.

Tutto parte dall'impegno nella formazione di cittadini consapevoli di loro stessi che non siano sudditi.

Perché se è vero che “il popolo ignorante è un popolo facile da ingannare”, come ha affermato Che Guevara, è altrettanto vero che esso non porta né progresso né grandezza alla sua patria e a se stesso.

Diviso a metà tra Illuminismo e Romanticismo nelle sue considerazioni quotidiane, il nostro popolo si sente cosmopolita nel trascorrere il weekend all'estero, ma richiama  spesso ostentatamente un senso di nazionalismo distorto che in realtà gli sfugge; come del resto gli sfugge la concezione di cittadino del mondo.

Una concezione pragmatica nel risolvere i problemi di accoglienza immediata, e socialmente attiva nella maturazione di quei ragazzi, frutto di diverse culture, che sono ormai parte integrante di una società profondamente mutata che ha nuove esigenze.

"È abbastanza ovvio che per ripensare il mondo, dobbiamo iniziare dalla scuola - ha detto Baricco -. Cosa insegniamo e perché facciamo questo? Sono queste le domande che dobbiamo porci se vogliamo davvero ripensare una scuola efficace".

E' la mancanza della spinta propulsiva delle idee la causa di quell' abbandono scolastico che è la vera sconfitta dell' Italia democratica,  "perché il problema della scuola è che i ragazzi non sanno il perché studiano qualcosa e dove questo qualcosa li porterà".

E' necessario restituire tempo al nostro io, quello di una riflessione che guidi alla consapevolezza di noi stessi, consapevolezza che ci sospinga verso chi vogliamo essere, trovando la nostra affermazione nella comunità che viviamo.

Ancora una volta, tutto parte dall' istruzione gratuita e obbligatoria. Tutto parte da noi e con noi, formiamoci non solo sui libri, ma anche tra i progetti di sport, musica e teatro; cresciamo sui banchi, ma non ci curviamo su di essi per rimanere seduti su una sedia: saliamoci sopra e cambiamo prospettiva. Tutto parte da noi, comprendiamo noi stessi in funzione dei nostri desideri. Tutto parte da noi: plasmiamo la realtà.

Valeria Perosillo
Classe IV Liceo Scientifico
IISS Carlo Alberto Dalla Chiesa
Montefiascone (VT)
Corso Apeliòtes – Erasmus + Progetto Budd.E.R.S.

Inserito il:14/06/2015 18:53:41
Ultimo aggiornamento:29/06/2015 08:12:56
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