I dodici principi della Business Technology Governance.
24/02/2014
Alla fine dello scorso anno avevo condiviso alcune riflessioni su come dovrebbe evolvere la Governance ICT per poter inseguire una nuova cittadinanza in ecosistemi sempre più complessi, interconnessi, ed inter-aziendali, in cui la velocità di adattamento e di evoluzione segnerà una selezione darwiniana senza precedenti.
Un aspetto di questa evoluzione è che il modo con cui si farà l’IT non sarà un accessorio strumentale ma un elemento fondamentale di competizione nel nuovo contesto digitale.
Come dovrebbe adattarsi l’IT a questo contesto ? Quale potrebbe o dovrebbe essere il Ruolo dell’IT nel contesto di trasformazione digitale e in un momento di crisi come quello attuale? Quali sono le sfide cui sono chiamati a rispondere i Responsabili dei sistemi informativi delle grandi e medie aziende ?
A caldo verrebbe da rispondere che, in un momento di forte pressione sul contenimento dei costi, le attività di razionalizzazione legate all’analisi e al dimensionamento del parco applicativo e infrastrutturale siano quelle su cui riporre la maggiore attenzione e priorità; e quindi progetti di consolidamento, virtualizzazione, qualità delle applicazioni, ecc.
Andando oltre queste ovvie implicazioni, e superando le singole innovazioni di prodotto o processo, sicuramente auspicabili, ci si può focalizzare anche su modifiche organizzative e culturali che introducano una modalità di gestione dell’IT improntata intorno a 12 principi:
- Avere una grande pragmaticità ed una collaborazione “seamless” con il business, dove l’ICT risulti un attore che sia in grado di guidare e abilitare il business verso nuovi prodotti e/o soluzioni
- Avere una relazione nuova con il tempo; Utilizzando una logica di implementazioni progressive nell’ambito di progetti a più lunga tempificazione, adottando processi di sviluppo agili e cicli molto brevi; si parla di un massimo di 3 mesi, meglio se si adottano metodologie come Scrum e cicli tipo gli Sprint
- Mettere al centro dell’evoluzione dei sistemi una Enterprise Architecture in grado di abilitare gli altri principi e di utilizzare dati aziendali interni ed esterni, strutturati e non strutturati, funzionali e social
- Impostare delle operations che siano in grado di erogare un servizio di qualità misurabile, con una continua tensione al miglioramento e una vera e propria ossessione per la qualità stessa
- Progettare delle infrastrutture che siano service oriented e che sfruttino appieno la capacità offerta dalle soluzioni cloud
- Intraprendere un ritorno ai basics (controllo attento dei consumi IT e qualità delle soluzioni)
- Adorare il mantra della semplicità, o della riduzione della complessità, con la possibilità di evidenziare dove una complessità eccessiva crei impatti in termini di efficacia ed efficienza
- Effettuare un’attenta valutazione dei rischi informatici e del loro impatto sul conto economico aziendale
- Perseverare, con una determinazione quasi integralista, la standardizzazione delle piattaforme sia applicative che infrastrutturali minimizzando la logica del “io sono diverso e non posso seguire le regole degli altri”
- Essere capaci di differenziare i processi interni dell’ICT in base alla rilevanza e tipologia dell’ambito a cui si riferiscono e all’importanza che quello specifico fattore ha verso la competitività aziendale.
- Essere attenti a non dimenticarsi della comunicazione come fattore abilitante, anzi nello sfruttare pienamente l’approccio social, creando communities of practice intorno ai temi rilevanti
- Rendere evidenti le carenze di quei profili professionali che possano attuare la richiesta trasformazione, prima culturale e poi tecnologica, che probabilmente si deve affrontare
Al di là di chiedere il vostro contributo critico su questi 12 principi, sulla loro utilità ed esaustività, ho pensato di continuare questo percorso esplorativo approfondendo ogni volta un principio diverso, cominciando la prossima volta dal Principio della Pragmaticità.