Mobile Payment: che confusione! Voluta?
30/10/2013
Nel mio precedente intervento di considerazioni su moneta elettronica e mobile payment sottolineavo che c’è una crescente insoddisfazione sui sistemi attuali di gestione del denaro. In particolare si cerca di eliminare l’uso del contante in modo coercitivo, invece di presentare e offrire dei vantaggi reali a chi evitasse di usarlo. Si cerca di mantenere uno status quo o comunque quanto di più simile ci sia, in modo che tutto si modifichi, ma nulla cambi (mi perdoni Tomasi di Lampedusa). Per ora sembra questa la strada che, soprattutto i paesi sviluppati, stanno prendendo! Fortuna vuole, per gli utenti/cittadini, che l’evoluzione tecnologica non si può fermare, specie con soluzioni furbette che in realtà non sono soluzioni, ma forzature a difesa di interessi consolidati nel tempo e che tengono in pochissima considerazioni le reali necessità e/o desideri dei cittadini/utenti. Per i mobile payment riporto quanto avevo già tratto da studi recenti :
(1) Uno studio di Accenture indica dinamiche diverse per i mobile payment in funzione del paese o meglio dell’esistenza o meno di rapporti con le Banche (banked or un-banked people) indicando quindi interessi diversi per differenti funzioni. Tra i requisiti più importanti per l’adozione di questi strumenti sono in evidenza:
- sicurezza
- facilità d’uso
- diffusione
- velocità
I quattro elementi finali sono i parametri con cui misurare la bontà di una soluzione, esiste poi una componente fondamentale di cui tenere conto che è il costo di questi servizi e la chiara visione di chi pagherà questo costo. Oggi il denaro contante costa molto, in termini di gestione, di sicurezza e di tracciabilità. Questo costo non è percepito e qualche volta fa comodo che sia così! Una recente pubblicità di una Banca recita: “la vera domanda è perché devo pagare quando uso il mio bancomat” e questo è un primo segnale di rottura di uno schema consolidato. Chi dovrebbe accollarsi il costo di un servizio che favorisca l’eliminazione dell’uso del contante? L’attore principale : Lo Stato! che avrebbe tutto l’interesse a farlo per combattere l’evasione fiscale e il riciclaggio di denaro.
Ma questo obiettivo, cioè l’eliminazione del contante, dovrebbe essere raggiunto premiando i cittadini/utenti e non con la coercizione, almeno non solo, ma andrebbe progressivamente eliminata la pletora di intermediari, che oggi vivono e prosperano attorno ad un sistema che è stato volutamente complicato e che tenta di perpetuare se stesso, anche a costo di sminuire le potenzialità che le nuove tecnologie offrono.
Entriamo nel merito delle potenzialità dei sistemi di pagamento mobile, ci sono vari modi che possono portare alla smaterializzazione del denaro, quello più usato, fino ad oggi è quello legato alle carte di credito, questo sistema ha facilitato enormemente lo scambio del denaro e ha favorito lo svilupparsi dei viaggi, degli acquisti della circolazione delle merci e tutto con una discreta sicurezza: se si presta attenzione!
Le carte si sono evolute, oggi ce ne sono di tutti i tipi e le favorite, soprattutto dai giovani, sembrano essere le carte prepagate che, specie se usate per acquisti in rete, minimizzano i rischi di perdite.
Una considerazione a parte va fatta per le carte contactless, che non stanno ottenendo un gran successo, anche per problemi intrinseci di sicurezza legati all’utilizzo di una splendida tecnologia (RFID), che è si, aperta, utilissima, ma poco sicura (vedi sotto considerazioni su NFC per i mobile payment).
L’attuale sistema se legato, attraverso opportune applicazioni, ai telefoni cellulari può indurre un ‘ulteriore rivoluzione nei sistemi di pagamento e cioè permettere di pagare con qualcosa che si ha sempre con se e, attraverso il quale si possa essere identificati in modo sicuro e che, in prospettiva, potrà sostituire completamente gli innumerevoli pezzi di plastica che ci portiamo dietro.
Ci sono e ci saranno molti modi per arrivare a questa transizione, di sicuro i problemi sul tappeto non sono pochi, vediamo però a chi potrebbe servire un uso spinto del cellulare (non solo smartphone) come sistema di pagamento. Per esempio a tutti coloro che si scambiano denaro per necessità (money transfer) o per scambi diretti con un’altra persona (peer to peer), a chi è in viaggio e non si sente sicuro neppure con le carte di credito, a chi vuole acquistare o prenotare merci, oggetti, biglietti, …. In mobilità! A chi volesse prenotare e pagare, comodamente col suo cellulare, servizi, servizi sanitari e tanto altro. Qui nasce subito una domanda posso pagare proprio tutto? La risposta della tecnologia è sì! In pratica le cose sono un po’ più complicate perché ci sono delle regole e dei controlli a cui si deve sottostare, tutto viene tracciato però potrebbe non essere così facile intercettare fraudolentemente le operazioni effettuate. In ogni caso si potranno eseguire macro pagamenti di qualunque entità (se permessi!) da remoto ed in prossimità e micro pagamenti in prossimità. Il problema da risolvere per tutti è quello della SICUREZZA. Fino ad ora se ne è parlato troppo poco e si è dato per scontato che qualcuno ci avrebbe pensato. Non è vero! In questo senso il lancio ossessivo delle carte contactless e quello dei telefoni dotati di tecnologia NFC sono esempi di grande sottovalutazione dei rischi. Voluta? Temo di si! Non posso credere che, di fronte alle facilità di violazione dimostrata pubblicamente e dalla presenza in rete di sw e di apparecchiature acquistabili a basso prezzo per violare questi mezzi, chi li ha lanciati non ne abbia tenuto conto! Probabilmente si è fatto un semplice conto, il rischio di perdere denaro può essere limitato al tetto previsto per i pagamenti di prossimità (tra i 20$ e i 25€) e quindi, visto che c’è la necessità di cambiare tutti i terminali POS in circolazione e cambiare anche tutti i lettori di prossimità nei parcheggi, nelle metropolitane e in tutti gli sbarramenti oggi attivi, che vorranno passare a NFC, il rischio dell’utente finale vale la pena correrlo a fronte del giro di attività che si innesca. Può essere un’opportunità di crescita, ma non è che poi questi investimenti li pagheranno solo gli utenti?
Adesso provo a spiegare meglio cos’è l’NFC.
L’NFC (Near Field Communication) sembra essere la tecnologia wireless più gettonata di questi ultimi tempi e sembra essere quella su cui molte aziende iniziano a puntare il loro business per il prossimo futuro. Il motivo? Se vi dicessi che con l’NFC potreste ottenere velocemente tutta una serie di servizi e informazioni o effettuare operazioni di uso quotidiano tramite il “semplice gesto” di avvicinare un oggetto ad un altro, non sareste incuriositi ed attratti da questa potenzialità? E se per questa potenzialità non fosse necessario avere un oggetto particolare ma semplicemente il vostro “inseparabile” telefonino, davvero non sareste persuasi dall’utilizzo di questa tecnologia? Ecco, allora, ben due validi motivi per spingere le aziende a investire sull’NFC per cui è prevista una forte crescita nel prossimo futuro.
L’NFC è una particolare tecnologia wireless la cui prerogativa è quella di stabilite comunicazioni entro un range di appena 10 cm. Questa prerogativa non ha, ovviamente, i benefici forniti dalle connessioni a lunga distanza, ma la porta ad essere la tecnologia ideale per velocizzare lo scambio di informazioni o accedere a servizi in situazioni “vis-à-vis” con un semplice “touch and go”: Vuoi scambiarti la foto che vi siete appena fatti con un amico? Touch and go! Vuoi avere il dettaglio sull’opera esposta al museo che stai visitando? Touch and go! Vuoi superare i tornelli d’accesso della metrò? Touch and go! Vuoi identificarti in azienda o in hotel? Touch and go! Vuoi pagare il biglietto del cinema e goderti l’ultimo film del tuo attore preferito? Touch and go!
Qualsiasi cosa vogliate si può ottenere con un semplice e veloce “touch and go” grazie al vostro telefonino con tecnologia NFC. Bello no? Tutto bello certo, ma quando si tratta di pagamenti qualche scrupolo uno se lo dovrebbe sempre fare… soprattutto per quanto riguarda la sicurezza. Non dimentichiamoci infatti che l’NFC è una tecnologia wireless… ! In quanto wireless, l’NFC è intrinsecamente soggetto ad alcune minacce, in particolare alla minaccia di eavesdropping, ovvero dell’intercettazione dei segnali scambiati dal telefonino. Qualcuno di voi potrebbe obiettare sul fatto che il range dell’NFC è troppo piccolo per essere intercettato tanto facilmente. Sebbene l’obiezione logicamente sia molto sensata, non considera tutti gli scenari di attacco che si potrebbero presentare. Mettiamo, per esempio, che il nostro malintenzionato si doti di un’antenna direttiva con un alto guadagno, un amplificatore di segnale e un ricevitore di qualità, scommettereste davvero i dati della vostra carta di credito che quel range non raggiunga i 10 metri? Oppure, come gli skimmer usati per la lettura fraudolenta della banda magnetica delle carte di credito, credete che sia più difficile posizionare un ricevitore NFC nelle vicinanze di un POS (Point Of Sale) NFC? O ancora, credete che se il nostro malintenzionato tenesse attivo il proprio ricevitore NFC in posti affollati dove ci si ritrova stretti stretti, come in bus, metrò, etc., non riuscirebbe a intercettare nessuna informazione da carte di credito contactless o applicazioni NFC lasciate attive o attivabili automaticamente? Come vedete di scenari ce ne stanno tanti da considerare e, quando qualcosa è appetibile, la fantasia e l’ingegno non manca per pensarne anche di più bizzarri.
In questa situazione non basterà attivare un PIN personale per garantire la sicurezza della transazione, bisognerà articolare meglio la soluzione, magari evitando di inserire i dati della carta di credito, o altri dati sensibili, nel telefonino o su una sim dedicata all’interno dello smartphone! Usare la crittografia per proteggere meglio le transazioni, insomma c’è da lavorare parecchio! Non è un caso che molti analisti stiano rivedendo pesantemente le stime di crescita di questa tecnologia nei pagamenti, una per tutte: il Gartner Group nel report di aprile 2013 diceva
Gartner: m-payment, il flop Nfc. Vola il money transfer.
IL REPORT
Rivisto al ribasso del 40% il valore delle transazioni effettuate con la tecnologia Nfc che stenta a decollare. Ma è tutto l’m-commerce a deludere a fronte dell’incremento del trasferimento di denaro: nel 2017 varrà il 69% del mercato totale
Questo non significa che questa tecnologia non vada bene, bisogna solo usarla per quello per cui è nata e non volerla forzare per rispondere a necessità di bottega e non a soddisfare esigenze di utenti ed esercenti. Bisogna avere il coraggio di pensare a qualcosa che con una sola modalità permetta di rispondere ad esigenze diverse. Qualcosa che sia adattabile, facile, veloce e sicura! Ma queste sono le richieste di cui abbiamo parlato all’inizio!! Ma se si conoscono perché si è lavorato in un’altra direzione! Qualche sospetto mi viene…..!
Mario Bergantini e Gabriele Di Quattro
Articolo scritto in collaborazione con Gabriele Di Quarto.
Gabriele Di Quarto, già dalla sua carriera universitaria, ha improntato la sua formazione nell’ambito delle Telecomunicazioni conseguendo nel 2006 la laurea in Ingegneria delle Telecomunicazioni. Un estratto della sua tesi di laurea è stato pubblicato presso la conferenza internazionale ODBASE 2006 (International Conference on Ontologies, Databases and Applications of SEmantics) con il titolo “An HL7-aware multi-agent system for efficiently handling query answering in an e-health context”. Nel 2007 ha frequentato il Master Industriale in Information and Communication Security erogato da TILS S.p.A. nella città di L’Aquila. Oggi lavora presso 4tech+ srl e si occupa di Information Security operando per telco, banche e società italiane e multinazionali, dove mette a disposizione le proprie competenze sul Risk Management, la Security Governance e gli aspetti di compliance sugli standard IT e di Security e sulle leggi e provvedimenti del Garante Privacy.