Aggiornato al 27/07/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Next governance please! 

12/07/2013

Disclaimer:  l’autore parla a titolo personale. Il suo pensiero non riflette necessariamente quello ufficiale dell’AGCOM.

In Europa è in corso una discussione sui modelli di governance della regolamentazione, cioé sugli assetti e gli strumenti organizzativi da utilizzare per la regolamentazione europea delle comunicazioni elettroniche, ma anche della concorrenza e della tutela dei consumatori. In alcuni stati membri dell’Unione Europea questa discussione ha già preso le forme di una importante ristrutturazione, che coinvolge anche  antitrust e altri settori a rete. E’ il caso dei Paesi Bassi e della Spagna. In Italia per ora è stata ristrutturata l’Autorità per l’Energia, mentre è in corso la riorganizzazione dell’Autorità per le comunicazioni.

Nei Paesi Bassi, tre regolatori (l’autorità per poste e tlc, l’antitrust e l’organismo di tutela dei consumatori) sono stati fusi in un’unica entità (ACM – Autoriteit  Consument & Markt). La fusione è stata preceduta dalla individuazione dei bisogni e dalla definizione di una strategia regolatoria, sottoposta a consultazione pubblica. In Spagna, si prevede che a breve ben otto regolatori siano fusi assieme (nella CNMC – Comisión Nacional de los Mercados y la Competencia), principalmente per motivi di costo, ma anche a seguito di un riaccentramento dei poteri nelle mani del governo. Peraltro, la CMT, il regolatore delle tlc, era stato solo pochi anni fa spostato a Barcellona da Madrid in nome del decentramento, ed è quindi possibile che mantenga una relativa indipendenza, almeno logistica (…lontano dagli occhi, lontan dal cuore – si sa).

In Italia, l’Autorità per l’energia è stata ristrutturata nel 2013, rafforzando la  separazione tra l’attività di regolamentazione dalla vigilanza (e conseguentemente l’enforcement).

In tutte le autorità delle reti, in questi ultimi anni, si è ampliato il numero di settori di competenza (poste per AGCOM, idrico per AEEG, etc.) anche se in taluni casi il numero di mercati regolati ex-ante si è ridotto. Ad es. in AGCOM si è passati, tra il 2003 e il 2007, da 18 a 7, ed è possibile che questi diminuiscano ulteriormente all’esito dell’adozione della nuova Raccomandazione sui mercati rilevanti della Commissione Europea. E’ inoltre fortemente probabile che, in futuro, l’imposizione di regole a livello wholesale dipenda da una maggiore attenzione posta nell’analisi delle condizioni competitive al dettaglio (mercati retail). La valutazione delle strutture di mercato con strumenti di competition law è un ulteriore elemento destinato a rafforzarsi in futuro.

Nelle comunicazioni elettroniche, tale discussione sulla governance nasce – tra l’altro – da una relativa, diffusa insoddisfazione dovuta alle persistenti disomogeneità nella traduzione a livello nazionale della legislazione comunitaria (Framework 2009).  Nellie Kroes, Commissaria per l’Agenda digitale, ha recentemente annunciato (per l’autunno) nuove misure di coordinamento che dovrebbero facilitare il consolidamento dei mercati nazionali e la prestazione di servizi cross-border (ad es., offrire direttamente il roaming da un membro all’altro dell’Unione tramite un “passaporto europeo”); una maggiore armonizzazione nell’allocazione dello spettro e dei relativi sistemi di assegnazione dei diritti d’uso (aste); la neutralità della rete “by design”.

Tuttavia, il Parlamento Europeo, nel cd “Rapporto Trautmann” (giugno 2013) non ha mancato di esprimere numerosi rilievi a un piano non ancora presentato formalmente e che – tenuto conto della scadenza della Commissione Europea nel 2014 – ben difficilmente potrà essere approvato da questa Commissione e questo Parlamento. In particolare, la Trautmann ha criticato la Commissione proprio per l’incapacità di questa di migliorare e de-nazionalizzare le politiche relative all’uso dello spettro radio, per aver privilegiato il concetto di trasparenza verso l’utente come l’unico obbligo degli operatori in tema di net-neutrality (nonostante il lavoro sul tema, apprezzato dal Parlamento Europeo, svolto dai regolatori nel BEREC), e soprattutto per aver ignorato, sinora, il ruolo degli OTT. Per la Trautmann, invece, è cruciale valutare la necessità di sottoporre gli OTT – anche perché ampiamente sovra-nazionali – alla stessa regolamentazione, che si tratti di contenuti, accesso o protezione dei dati, quando essi forniscono servizi comparabili a quelli individuati dal framework legislativo europeo. Infine, il rapporto condivide diversi punti indicati dal BEREC, tra cui:

  • Il bisogno di un quadro stabile e coerente per attirare investimenti e garantire la concorrenza, facilitando il contrasto di comportamenti quali la joint-dominance;
  • Il bisogno di una maggior coinvolgimento delle NRA, per esempio nella gestione dello spettro, un rafforzamento della loro indipendenza anche finanziaria e l’opportunità di un coordinamento tra autorità di settore e della concorrenza;
  • Il bisogno di definire ruoli, procedure e la cooperazione tra BEREC e Commissione, inclusa una più intensa e sistematica consultazione tra Commissione e BEREC prima della pubblicazione di nuove proposte – una possibilità che già esiste ma che è poco utilizzata dalla EC.

 

In conclusione, governance della regolamentazione dei sistemi a rete ed evoluzione del quadro normativo marciano sulla stessa timeline. Tra oggi e l’autunno di quest’anno ne sapremo di più.

Inserito il:01/12/2014 10:58:30
Ultimo aggiornamento:22/03/2022 16:00:43
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