Siamo schiavi delle leggi per poter essere liberi.
Se non è rispettata la giustizia, che cosa sono gli Stati se non delle grandi bande di ladri?
Prova di come le piaghe della società rimangano sempre le stesse, la domanda maieutica che Sant' Agostino si pose nel IV secolo risulta quanto mai attuale, e ci spinge a riflettere.
Attuali, ci salta subito in mente il presidente dell'Anm Sabelli che afferma: ”I magistrati sono stati virtualmente schiaffeggiati e i corrotti accarezzati" non solo nelle Grandi Opere, bensì a partire da Tangentopoli fino ad arrivare “alla depenalizzazione del falso in bilancio e nel 2005 alla riduzione della prescrizione".
La giustizia è dunque rispettata?
Renzi ha risposto al magistrato: ”Sostenere questo avendo responsabilità istituzionali o a nome di categorie, è triste. E' una frase falsa, ingiusta, fa male ma non per il governo di turno, per l'idea stessa delle istituzioni"; senza dubbio un abile colpo di dialettica nel dirottare l'attenzione mediatica dalla verità profonda di una dichiarazione sicuramente dura al suo ledere l'idea delle istituzioni; al suo sciupare l'idea di questa nostra Italia che, per quanto criticata, sentiamo passionalmente nostra com'è nelle nostre vene, e difendiamo, nonostante non corrisponda coscientemente alla realtà.
La nostra Italia, quella in cui manca la certezza della pena ma nella quale le carceri sono sovraffollate, quella che chiede lo streaming, ossia la visione in diretta, dei vertici governativi, ma vota i condannati, l'Italia che riforma la giustizia e critica chi la esercita.
Quella che ha messo i magistrati in disaccordo con la responsabilità civile in condizione di dire: manifestare sì, scioperare no.
Proprio così, perché negli ultimi decenni di diffamazione mediatica gli esecutori del terzo potere dello Stato sono passati da inefficienti a irresponsabili perché a loro viene imputata l'infinita lentezza giudiziaria e non invece a chi la regolamenta.
Scioperare no dunque, nonostante sia per difendere l'attività interpretativa cuore del loro esercizio. Perché se è senza dubbio considerabile l'esistenza di interessi di casta tesi a difendere lo status quo, quale quello delle ferie, è altrettanto considerabile la volontà di uno scopo punitivo, diretto a “minare i principi di autonomia e di indipendenza” dei giudici, come recita “La Magistratura” stessa.
Perché quello che in pochi hanno letto dietro la dichiarazione del procuratore generale di Torino Maddalena, è che più che conservare qualche giorno di villeggiatura in più, voleva mandare un chiaro messaggio al Governo: più ore a disposizione per i magistrati non significano più velocità nello smaltimento dei processi; è il sistema che non funziona.
Sistema con difficoltà di scarico, intasato completamente dalla responsabilità civile. A intasare non è il diritto del cittadino a ricevere il ristoro del danno ingiusto, ma la strumentalità di impugnazioni sull' attività interpretativa, aspetto proprio della funzione giudiziaria, che mette il possibile condannato in condizione di “scegliersi” il giudice.
Senza contare che i termini di rivalsa non sembrano avere limiti né limitazioni, perché un giudice imputato nel secondo processo per il primo, potrebbe a sua volta chiamare in causa colui che l'ha giudicato colpevole, e così via.
La legge Vassalli, “osservata speciale” dello stesso Mattarella, è ora sotto monitoraggio del Csm. C'è un motivo se in molti lo hanno definito “cortocircuito”: eliminati i filtri di ammissibilità, minata la serenità del giudizio.
Lo stesso Presidente della Repubblica, breve ma essenziale, ha chiesto: “Coraggio e umiltà” perché “ una società complessa chiede giustizia, e in tempi rapidi.”
Tempi rapidi per riformarsi e diminuire le spese, tempi rapidi per giudicare e prosciogliere un cittadino medio che non può permettersi migliaia di euro d'avvocato, tempi rapidi per condannare i corrotti.
Legum servi sumus ut liberi esse possimus - Cicerone-
Valeria Perosillo
Classe IV Liceo Scientifico
IISS Carlo Alberto Dalla Chiesa
Preside Dr.ssa Maria Rita Salvi
Corso Apeliòtes – Erasmus + Progetto Budd.E.R.S.
Docente Sig. Mauro Favretto