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Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

1.0 Un progetto per incentivare il riuso di dati e servizi nelle soluzioni informatiche.

26/04/2014

 

Le analogie tra le costruzioni LEGO e le realizzazioni informatiche attuali, siano esse per la pubblica amministrazione o per altri contesti, rendono molto bene l’idea di cosa ci si trova davanti nell’affrontare progetti digitali.

E magari non solo progetti digitali, diciamo progetti in genere.

Il piu’ delle volte, sembra incredibile, non si pensa neanche al riuso di soluzioni, ma a seconda dell’approccio (make/buy) e del denaro a disposizione, sempre piu’ scarso nelle sempre piu’ severe spending review, si parte da:

-        Un prato verde (dove nascono speranze… e speranze rimangono, il piu’ delle volte…)

-        Una soluzione buy

Intendiamoci: la soluzione buy e’ gia’ un proposito migliore di riuso, piuttosto che il prato verde.

Tuttavia possiamo rischiare di trovarci a comprare soluzioni… che avevamo gia’ in casa, bastava guardare meglio.

A volte penso alle mie figlie che si comprano un bel vestitino… salvo scoprire poi che quello identico, che non trovavano piu’, era in fondo al cestone della biancheria da lavare.

L’entropia non aiuta, in nessun campo.

Da bambino amavo moltissimo i LEGO, anche il meccano, ma di piu’ i LEGO.

Possedevo le scatole generiche con tutti i tipi di pezzi, e talvolta mio papa’ o mia mamma mi regalavano la scatola a tema, ad esempio il carrarmato.

Mi divertivo talvolta a prendere il librettino di istruzione della LEGO, che spiegava come montare il carrarmato, e a costruirmelo usando i pezzi contenuti nello scatolone generico.

Inconsapevolmente facevo autoscuola di riuso.

Dimostrando qualche volta che la scatola LEGO a tema… non serviva a niente, se non a far vendere la LEGO.

Se la LEGO avesse venduto solo le istruzioni, con queste e il riuso dei pezzi si arrivava a costruire quasi di tutto.

Il carrarmato magari non veniva cosi’ bello come quello della scatola a tema, ma veniva fuori lo stesso, magari con un pizico di genialita’ maggiore, con un po’ di fantasia che talvolta aiuta ad approdare nella realta’.

Quante volte ci capitano casi del genere nel quotidiano ?

Quante volte vorremmo avere un libretto di istruzioni per assemblare progetti partendo da cio’ che abbiamo  in casa ? Quali possono essere le soluzioni ?

Come sempre svariate. Provero’ a descriverne una. Rimanendo ancora per un attimo nel mondo dei LEGO.

I pezzi del LEGO della scatolona erano talmente tanti e di tanti tipi che era difficilissimo trovarli, anche rovesciando lo scatolone sul tappeto del salone di casa dei miei.

Lasciamo perdere le imprecazioni della mamma quando calpestava un LEGO sperduto, rischiando di cadere.

Se pero’ io avessi costruito un catalogo dei miei mattoncini, che avesse sulla sinistra il disegno del mattoncino, e sulla destra la sua descrizione (ad esempio: mattoncino rettangolare con fori per coppia di ruote), forse avrei avuto vita piu’ facile nel trovare cio’ che mi serviva per costruire gli oggetti a tema.

Proviamo a calare questa idea, ipotizzando un possibile approccio valido per i sistemi informativi, ad esempio quelli della pubblica amministrazione.

E’ sicuramente un ambiente dove l’entropia non manca.

Dove lo scatolone con i pezzi da riutilizzare e’ vastissimo, e la prima cosa da fare e’ catalogarli.

Dove il manuale delle istruzioni per comporre gli oggetti molto spesso e’ scarso o inesistente, magari e’ solo nella testa di qualcuno.

Cominciamo col capire quali sono i mattoni dei sistemi informativi che abbiamo in casa.

I mattoni per definizione sono la parte stabile: i dati.

Invece i processi, che utilizzano i dati, sono i libretti di istruzione funzionali a cio’ che vogliamo informatizzare o reingegnerizzare.

I dati sono entita’ come il cittadino, il tributo.

Il libretto di istruzione e’ la descrizione di un processo che mette insieme le entita’.

Una semplice relazione come “cittadino paga tributo” e’ un processo funzionale, e’ il libretto di istruzioni che descrive un evento della vita di un cittadino, evento che ci troviamo a informatizzare.

Un approccio per un buon riuso puo’ essere quindi:

-        Descrivere i mattoni che ho a disposizione, fondamentalmente i dati

-        Mettere insieme i mattoni semplicemente descrivendo, a mo’ di libretto di istruzioni, cosa fare con i mattoni a disposizione. Descrivere vuol dire semplicemente esprimere in linguaggio naturale le correlazioni tra i mattoni. Tante frasi di un linguaggio, tipicamente fatto da triple (cittadino paga tributo), costituiscono il modello concettuale dell’oggetto che vogliamo costruire partendo dai mattoncini

Siamo arrivati senza volerlo, parlando di descrizione dei mattoncini, e di linguaggio naturale a triple, a disquisire di ontologie.

Ecco, di nuovo questo parolone: ontologie !

Scomodare Aristotele per fare riuso di soluzioni informatiche, e che diamine !

D’accordo amici, ma… ci limitiamo a questo.

Usiamo una parola nobile come ontologia, ma ne facciamo un uso semplice e potente: descrivere e correlare quanto descritto.

Tutto questo e’ fattibile, e’ gia’ stato fatto per alcuni enti piemontesi.

La catalogazione dei dati e’ un progetto vero, realizzato, dovrebbe diventare “open”, essere reso visibile a tutti, per essere riutilizzato.

La correlazione ontologica dei dati tra loro e’ anch’essa un esperimento fatto, che potrebbe essere resa open e riutilizzata.

Cosa frena l’apertura al mondo di progetti di catalogazione e correlazione ? Io credo, talvolta, sia la paura di “fare brutta figura”, di non avere una descrizione per tutti i mattoncini, di non sapere come correlare i mattoncini per informatizzare tutti i nostri processi.

Ma e’ un inconveniente a cui si puo’ ovviare. Il progetto che descrivo sinteticamente di seguito, e’ autoapprenditivo. Con solo una parte di mattoni descritti, e non tutti, e con solo una parte dei “libretti di istruzione” a disposizione, e’ possibile riottenere cio’ che manca.

Per fare questo ci viene in aiuto la semantica, con inferenze e deduzioni che ci portano a fare riuso anche laddove abbiamo poche descrizioni e pochi algoritmi per costruire.

Ma qualcuno potrebbe ancora obiettare dicendo: “sì, ok, io però vorrei che si facessero proposte parlando di soluzioni a problemi. Non credo che pezzi troppo tecnici riescano a sfondare, parti dal problema, e definisci la soluzione, il  target  sono i politici e i dirigenti della PA, non gli informatici…”

D’accordo, ma con le premesse fatte, proviamo ad analizzare la soluzione proposta di seguito.

Riguarda l’uso di ontologie informatiche per la pubblica amministrazione,  anche in ottica evolutiva e riprogettativa per i datacenter della pubblica amministrazione.

Il progetto/prevede 2 fasi realizzative:

-        Costruire   un catalogo dei metadati open con filosofia linked open data

-        Inferire conoscenza con le ontologie “leggere” a disposizione (schemi concettuali)

Sono attivita’ non da poco, specie in tempi di spending review. E’ tuttavia dimostrato come con euristiche ed automatismi di inferenza semantica si ridurrebbero almeno di un ordine di grandezza i tempi di valorizzazione con uso di ontologie (vedasi link  ).

L’ottica generale del progetto e’ di tipo collaborativo, ogni amministrazione che aderisce puo’ essere sia cliente che fornitore per il progetto/servizio.

Le amministrazioni dovranno, tramite le risorse IT che gestiscono i loro servizi, fornire gli schemi logico-fisici delle basi dati (per gli addetti ai lavori: gli script sql-ddl con comments di tavole e campi).

Tali schemi verrebbero suddivisi per amministrazioni, e catalogati in maniera simile a quanto fatto in Regione Piemonte. I cataloghi sarebbero resi pubblici.

I metadati dei cataloghi sarebbero valorizzati con l’uso di ontologie per inferenza semantica, e gli schemi concettuali istanziati su ogni struttura di base dati, di ogni amministrazione, anch’essi sarebbero resi pubblici.

Le ontologie usate si arricchiscono man mano che nuovi soggetti pubblici aderiscono al progetto: i metodi e i tools a corredo per l’inferenza, lavorano in ottica di autoapprendimento e arricchimento.

Al momento il progetto si potrebbe realizzare facendo riuso di:

-        Un catalogo metadati come quello realizzato in Regione Piemonte

-        Tools sperimentali di inferenza

I vantaggi evidenti di riuso e standardizzazione dei concetti si applicherebbero su 2 importanti fronti:

-        Tutti gli open data, e i relativi linked open data, pubblicati dalle amministrazioni

-        La razionalizzazione dei datacenter della P.A.

L’ontologia di riferimento usata (ontologia delle ontologie) prevede la catalogazione e classificazione a partire dal dato sino ad arrivare al server fisico ove esso e’ istanziato.

Per un progetto di tale ambizione e portata si dovra’ gioco forza passare per la via collaborativa, altrimenti nemmeno miniaturizzando gli ordini di grandezza in gioco arriveremo mai per vie progettuali tradizionali costose.

I riferimenti contenuti nella presente riguardano anche lavori svolti dall’autore precedentemente in CSI-Piemonte per enti regionali del Piemonte.

Inserito il:24/11/2014 13:59:54
Ultimo aggiornamento:22/03/2022 15:46:17
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