Aggiornato al 27/04/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Pierre Auguste Renoir (1841 - 1919) - La colazione dei canottieri - 1882

 

(04) Tra amici…….

Monarchia per il Mezzogiorno?

 

Ormai l’evidenza non si può negare al di là di speculazioni politiche, di partecipazioni affettive, di interessi personali e di voglia di bandiera: il Nord sino a Roma diciamo e il Mezzogiorno da Roma in giù, isole comprese, sono territori diversi per cultura, per storia, per caratteristiche etniche, per situazioni climatiche, per sistemi di vita e interessi personali.

Sul Mezzogiorno del paese hanno scritto e studiato illustri meridionalisti come Giustino Fortunato e Guido Dorso ad esempio, ed hanno posto la questione politica di quei territori nel senso che il loro riscatto economico e sociale rappresenta da sempre la condizione senza la quale il paese tutto, l’Italia, non potrà davvero decollare e affrontare uno sviluppo ordinato e continuo e soprattutto uniforme.

Un corpo non può funzionare quando un suo pezzo è prigioniero di situazioni di malessere ed è tanto diverso dal resto. E difatti, la dimostrazione della correttezza delle loro tesi è dimostrata dal fatto che oggi il Sud versa ancora in condizioni penose e ogni giorno tende a trascinare verso il fondo tutto il paese.

Nei decenni trascorsi la vecchia classe politica cercava di tenere buone quelle popolazioni distribuendo denari come si può fare con un cane dicendogli di procurarsi lui personalmente un osso da rosicchiare e un giaciglio dove dormire. Denari che comunque nella maggior parte dei casi sono andati alle organizzazioni mafiose consentendo a queste ultime di organizzarsi e di svilupparsi strutturandosi adeguatamente non solo a livello nazionale, ma anche a livello internazionale nel caso di alcune.

Il Mezzogiorno del paese, e la Sicilia in particolare, è stato da sempre occupato e depredato da tanti e per lunghi periodi anche per la posizione e in passato per il valore.  Gli invasori hanno comunque portato durante il lungo periodo di occupazione però anche cultura, istruzione ed esperienze e che si riscontrano ancora nei territori, nella gente e nelle abitudini e che rappresentano un retaggio importante ed unico.

Le tesi che in fondo l’ultima occupazione è stata quella dei Savoia in nome della unità del paese Italia, che per il Sud allora era straniero come la Francia o il mondo arabo per esempio, allo scopo prevalente e forse unico di trasferire al Nord le ricchezze accumulate nel Sud e depositate nelle banche europee per conto dei latifondisti ed imprenditori del luogo, sono davvero reali ed il progetto era ritenuto necessario per pagare l’intera operazione dell’unità d’Italia, militare, organizzativa e propagandistica.

Ma soprattutto questi trasferimenti (una parola rinascimentale e comunque non corrispondente alla realtà delle cose a ben leggere) hanno pagato la industrializzazione del Nord che aveva le idee, la cultura, la tecnologia e la capacità per farcela nel contesto di quella Europa, ma mancava dei capitali necessari per farlo.

La differenza con altre occupazioni è che quella dei Savoia e dello Stato Italiano per il Sud non ha avuto alcun significato culturale e non ha portato valore, anzi ha contribuito a distruggere perché non solo ha impoverito il territorio e quello che c’era sopra, ma in qualche modo lo ha abbandonato considerandolo solo come una riserva di uomini per combattere, di derrate alimentari in qualche caso (il granaio del paese nel fascismo) o di voti per conquistare e gestire il potere quando la democrazia è stata introdotta nel paese.

Ma a questo punto della storia quando sembra evidente la incompatibilità tra i territori del Nord e di quelli del Sud, la situazione di depressione acuta del Sud come rilevazioni statistiche ed analisi possono facilmente dimostrare, l’incapacità del Nord e del paese di progettare un piano per l’unità vera del paese, l’assenza comunque delle risorse economiche ed intellettuali per portarlo a termine qualora si facesse, il sistema politico del paese che risente di forme molto acute di burocratizzazione operativa, la presenza nel Sud di organizzazioni criminali varie diversamente dislocate e tutte di grande potenza ed influenza, che cosa si può fare?

La soluzione non può che essere drastica nell’interesse del Nord e del Sud e della Europa stessa, una soluzione che spesso si è verificata nella vita dei popoli e che non dovrebbe meravigliare sul piano storico e politico. La soluzione è nella separazione netta e definitiva dei due territori e la introduzione di forme di governo diverse e maggiormente adatte alla cultura e alla storia di ciascuno, nonché alla situazione economica e geografica delle varie popolazioni rese così autonome. Ogni area in questo modo potrebbe ricercare e trovare la strada più coerente per il proprio futuro alleggerita da responsabilità e da pesi sociali conseguenti a diversità e che condizionano tutte le parti in gioco.

Per il Sud la forma di governo più appropriata dovrebbe essere quella monarchica, oggi molto diffusa in tutta Europa, che può garantire stabilità e controllo di eventuali operazioni non corrispondenti alla libertà e al futuro del nuovo paese. La Monarchia non è eleggibile e quindi non può essere frutto di mediazioni, può rappresentare degnamente la popolazione, spingere verso la eliminazione della esasperazione delle diseguaglianze, svolgere, in altri termini, una funzione moderatrice particolarmente utile, data la situazione. Il Sud ha bisogno di una guida, un riferimento non soggetto a votazioni di maggioranza o di minoranza.

Naturalmente il problema è quale monarchia? Non certamente quella Sabauda per le colpe storiche di questa casa nei confronti del Mezzogiorno che ha invaso e annesso e poi depredato ed anche perché, a ben osservare, non sembra che possa disporre di protagonisti adeguati. Forse si potrebbe ricorrere ai Borboni, in fondo non tutti hanno dimenticato quella bella bandiera bianca con il suo giglio dorato in mezzo, ma bisogna vedere quale ramo. Ma non dovrebbero comunque esserci esclusioni pregiudiziali verso nessuna casa regnante, tutto potrebbe essere e sarebbe bello anche scegliere ed accogliere i nuovi sovrani di un Regno Mediterraneo. Non dimentichiamo, inoltre, che il 2 giugno del 1946 tutto il Sud ha votato in modo massiccio per la monarchia.

Dunque per il Mezzogiorno separazione dal resto del paese, restaurazione monarchica, sviluppo di un sistema autonomo di relazioni con particolare attenzione al Mediterraneo, ma naturalmente non solo. Mentre il Nord può sempre di più accettare e integrarsi in una filosofia politica ed etica di tipo anglosassone con più strette alleanze verso il mondo austro germanico che tanta importanza ha avuto nel passato della sua storia. Perché no?

 

Inserito il:17/06/2016 00:12:38
Ultimo aggiornamento:21/06/2016 11:55:08
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