Aggiornato al 28/04/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Belvedere - Numero 51

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Pablo Picasso (1881-1973) – On the Beach- 1928

I fatti nostri.

IL TURISMO in tutto il nostro paese in questa estate che si sta concludendo è andato bene, molto bene. È vero che anche in altri paesi si può fare la stessa considerazione, ma nel nostro c’è stata una inversione di tendenza e in certe località proprio un boom. Forse a forza di insistere, a forza di fare esempi, dopo anche qualche sconfitta, i nostri operatori si stanno facendo furbi. Hanno capito che devono innovare, diversificare, migliorare la qualità dei servizi e la cortesia e professionalità con le quali si offrono e si gestiscono. Anche il miglioramento della attenzione verso il nostro patrimonio culturale può avere giocato un ruolo di primo piano.

Tutte le polemiche che in questi mesi si stanno facendo sul MODELLO DI SOCIETA’ che abbiamo avuto, che abbiamo e che dobbiamo avere se vogliamo seguire le evoluzioni culturali, tecnologiche, economiche che nel mondo succedono anche a prescindere dalla nostra volontà sono comunque un fatto positivo.Un fatto positivo, perché per la prima volta se ne parla anche in modo polemico e con il coinvolgimento delle forze politiche, dei cosiddetti corpi sociali intermedi come le associazioni dei sindacati dei lavoratori e degli industriali, degli osservatori sociali ed economici più accreditati e, fortunatamente, di larghe fette della gente normale. Sta emergendo in questo dibattito interessante che le posizioni più significative sono due e cioè quelli che propugnano il modello di una società dinamica e quelli invece che difendono il modello di una società statica. Questa seconda categoria comprende gran parte (non tutto per la verità) del mondo conservatore e che cerca in tutti i modi di non perdere privilegi o che non è capace di affrontare il futuro senza schemi di protezione e solamente con il proprio merito e con la propria coscienza umana e culturale.

Il tema di cosa fare, di cosa mettere, di come utilizzare I LUOGHI OGGI DI EXPO e di cosa rimarrà in termini di costruzioni e quant’altro è una cosa serissima.  Una cosa su cui dovrebbero impegnarsi molto di più non solo le Autorità locali, come Comune e Regione, ma anche il Governo di questo paese con proposte e progetti. Speriamo che ci sia spazio, con relativi progetti, per aspetti di formazione legati a una o più Università, ancora per favorire la nascita e la prima operatività di start up di giovani, per iniziative mirate alla cultura, alla comunicazione e, in generale, alla aggregazione sociale.

L’IMMIGRAZIONE dal Medio Oriente e dall’Africa verso i paesi europei ha ormai raggiunto proporzioni enormi e molto drammatiche. Rappresenta la tragedia più forte di questo inizio di secolo e richiama alla mente le grandi carneficine della storia e di cui si sono macchiati fanatismi, egoismi, religioni e ideologie. In Europa e nel mondo anche quei protagonisti che tentavano prima d’ora di sfruttare questa tragedia per scopi elettorali e per conquista di consenso, stanno ammorbidendo i toni e limitando gli interventi. Forse solo in Italia rimangono ancora protagonisti inconsapevoli di quello che succede e incapaci di avere una guida etica anche al di sopra di interessi di bottega politica. In questa occasione tra l’altro si vedono i veri leader e così emerge la tedesca Angela Merkel che, smentendo persino se stessa, decide di porsi all’avanguardia di coloro che cercano di proporre e di fare per attutire quantomeno il dramma umano che sta attraversando l’Europa (e quello che sta facendo per esempio per i profughi siriani lo dimostra).

Certo avere scoperto IL PIU’ GRANDE GIACIMENTO del Mediterraneo in Egitto da parte dell’ENI è un colpo grosso. Per la validità della capacità tecnica e progettuale dell’ENI, per il significato politico e, infine, per quello che rappresenterà nello scenario energetico internazionale. Infatti darà la autonomia all’Egitto che potrà anche vendere gas, la Russia forse dovrà limitare di conseguenza le sue vendite europee, magari anche i prezzi potranno subire un calo, l’Italia avrà ovviamente la possibilità di importare anche dall’Egitto diversificando le fonti (non solo Russia e Algeria). Importante è da considerare anche il significato politico per tutto il Medio Oriente e per i rapporti Italia-Egitto.

La STORIA DEL COMUNE DI ROMA e di Marino sarebbe degna del miglior Pirandello. Il Comune è commissariato dicono alcuni, no è solo controllato dicono altri, ma no, è solo aiutato dicono altri ancora. I soldi sono nostri dice il sindaco Marino, ma non possono essere spesi se non dopo l’autorizzazione di Gabrielli sostengono al Ministero, comunque dopo l’autorizzazione dell’Autorità contro la corruzione ancora dicono gli osservatori. Insomma è un caos, un cittadino normale dovrebbe essere disgustato, si capisce la confusione dettata da interessi, attenzioni politiche e divieti incrociati. Ma l’unica cosa seria sarebbe chiudere questa vicenda, mettere un gran commissario e andare al voto tra due anni dopo un repulisti generale.

Ogni tanto pensando allo stato dell’ECONOMIA DEL PAESE e alle condizioni di alcune aziende, magari di Stato, e nello stesso tempo pensando ad alcuni alti dirigenti che hanno attraversato il paese incassando montagne di soldi come compensi, si spiega perché siamo in queste condizioni. Per esempio quali sono i meriti di Franco Tatò, ancora oggi quasi novantenne Presidente della Parmalat e della Enciclopedia Treccani, cosa ha risanato, quali sono i suoi più importanti contributi? Si sa che sapeva licenziare bene, facilmente e senza alcuna remora personale. Ma può essere sufficiente? Conosce i filosofi tedeschi e parla persino tedesco molto bene, ma può essere anche questo un elemento importante per il paese? Mah!

FERMATELI! Ogni tanto si ha la sensazione che le lotte che tra di loro ingaggiano i politici italiani non tengono assolutamente (o molto poco) conto degli interessi della gente di questo paese. Si ha la sensazione che le loro lotte sono per prevalere tra di loro, per distruggere qualcuno, per favorire qualcun altro, per conquistare qualcosa per sé e per qualche amico cui si può poi presentare un piccolo conticino. Così le proposte che una parte politica fa a proposito dell’immigrazione non sembrano formulate per risolvere, ma per affermare la presunta incapacità di un’altra parte politica. Lo stesso dicasi per le tasse che il Governo vuole modificare verso il basso e gli altri polemizzano perché temono che questa decisione porti voti al governo, allora lavorano per impedirlo o per togliergli valore. Le cose che si fanno in questo paese sono piene di questi spunti che dimostrano chiaramente come la lotta politica somigli tanto ad una lotta di cosche e non al dialogo che può nascere da idee opposte nell’interesse del paese. È un problema di cultura, un provincialismo storico che è nel nostro passato, la mancanza di democrazia e l’organizzazione per caste della società dove ciascuna casta ha i suoi privilegi e non si confonde con le altre. Certo non è l’India perché alle caste si appartiene non per nascita, ma per cooptazione e spregiudicatezza forse.

Riprende l’autunno e riprende la battaglia per la RIFORMA COSTITUZIONALE. Questa prevede varie cose, tra cui l’abolizione del CNEL finalmente, ma soprattutto significa abolizione del bicameralismo (siamo gli unici al mondo ad averlo, vorrà dire qualcosa?) e riforma del Senato, abolizione delle Provincie, modifica dell’articolo quinto. Quest’ultimo è quello introdotto dal Governo D’Alema con il quale si dava ampio potere alle Regioni in materia di trasporti, sanità e struttura scolastica e che è stata la causa (universalmente riconosciuta) del disastro economico di questi ultimi anni, compreso l’aumento della corruzione. Il Senato andrebbe completamente abolito, ma per evitare traumi violenti la proposta della legge è accettabile, almeno in via transitoria. Quelli che continuano a gridare perché vogliono un Senato eletto dal popolo come dicono e magari senza poteri (un ossimoro evidente) lo fanno per motivi evidentemente strumentali e con poca onestà intellettuale. Non ricordano, forse volutamente, come nel nostro paese, specie in alcune regioni, la elezione diretta non è fonte di volontà popolare pura, ma una maniera per fare imbrogli e portare nel Parlamento improbabili rappresentanti.

Il PROGETTO DI SERGIO MARCHIONNE di fondere FCA con la General Motors, con la leadership FCA evidentemente, potrebbe cambiare alcuni scenari nel mondo dell’automobile e non fermarsi forse anche a questa grande operazione. Conoscendo la sua tenacia e la sua precisione (avrà studiato il caso nei minimi dettagli) c’è da scommettere che vincerà la partita. Forse anche perché ne ha bisogno per le condizioni del suo gruppo (debiti, mercato cinese e brasiliano in calo, investimenti da fare sulle linee).

Il Ministro della Giustizia ha ribadito in una recente intervista che la RIFORMA DEL PROCESSO PENALE si farà entro l’anno, entro questo anno. Speriamo che si tenga conto della separazione delle carriere tra magistratura giudicante e magistratura inquirente ed inoltre della eliminazione dei tre gradi di giudizio con esclusione dei reati contro la persona. Non sarebbe male anche la revisione della collocazione dei centri giudiziari nel nostro paese, che ha ereditato oggi una situazione del passato spesso compiacente a favori politici e clientele varie.

Il 12 novembre a Milano presso la Fondazione Ambrosianeum dalle 14,30 (Via delle Ore, 3) in poi a ingresso libero (ma conviene dirlo a convegni@nelfuturo.com per motivi organizzativi) un INCONTRO PROFESSIONALE organizzato dalla Associazione Culturale Nel Futuro su “Banche e telecomunicazioni: il percorso verso il futuro”. Ci saranno anche Enzo Pontarollo (Cattolica di Milano), Nicola D’Angelo (magistrato), Laura Rovizzi (Open Gate), Alfonso Fuggetta (Cefriel Politecnico di Milano), Annalisa D’Orazio (AGCOM), Fabrizio Cugia (avvocato), Giuseppe Capponcelli (Istituto Centrale Banche Popolari), Nazzareno Gregori (Credem), Alberto Trondoli (Metroweb), Bruno Zanaboni (Associazione Italiana Privare Banking).



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Arthur Clifton Goodwin (1864-1929) – Fifth Avenue New York

Uno sguardo altrove.

La DIFFUSIONE DELL’E-COMMERCE significa tra le altre cose la moltiplicazione della spedizione e della consegna di pacchi e pacchetti di ogni genere e forma. Nei posti dove questa forma di commercio è ormai molto diffusa, come per esempio negli Stati Uniti e specificatamente a New York, si sta pensando alla creazione nei vari palazzi alla costituzione di una e-commerce room dove collocare i pacchi che durante la giornata vanno arrivando e che i vari inquilini possono alla sera ritirare al loro rientro a casa. Il problema si pone per quegli edifici dove il portiere non c’è o non c’è più e per questi si sta pensando al ripristino di questa funzione in modo generalizzato magari anche con compiti di sorveglianza dei sistemi di sicurezza (e non più come una volta con il compito della pulizia dei locali). Un problema serio che deve per forza toccare anche le nostre città, specialmente quelle dove queste nuove forme di relazioni sociali in fondo si stanno diffondendo maggiormente. Comunque la storia dell’e-commerce room può far venire in mente un altro problema delle nostre città costruite sempre più in verticale e cioè quello ipotizzato da Luciano Bianciardi nella sua Vita Agra tanti anni fa con la ipotesi della creazione di apposite camere moribundarie dove sistemare gli ormai prossimi alla morte per evitare di scendere e salire con i feretri nelle scale o negli ascensori con il rischio alto che questi con le loro dimensioni non potrebbero farlo.

La mania di cancellare specie nei grandi centri urbani riferimenti di vie, piazze o di monumenti di regimi passati è comprensibile sul piano politico, soprattutto quando si vuole cancellare dalla MEMORIA DI UN PAESE un periodo triste, magari dominato da una dittatura violenta e funesta. Perché non esistono dittature all’acqua di rose o leggere che dir si voglia. È quello che il nuovo Sindaco di Madrid, Manuela Carmena, vuole fare, vuole cancellare ogni rifermento cittadino al periodo franchista. Tuttavia non sarebbe male lasciare sempre tutto come è, il regime passato cancellarlo con le opere e con la cultura e lasciare a imperituro ricordo le tracce di quello che è successo. Perché ogni targa, ogni segno, ogni nominativo stampato è un riferimento, ha un significato da non dimenticare se si vuole costruire un futuro migliore e soprattutto diverso.

DELLA CINA e di quello che rappresenta e di quello che può provocare a livello mondiale se ne parla, se ne parlerà ancora per molto. Si incrociano le analisi, le valutazioni, le raccomandazioni da parte di tutti.  La verità è che il problema è molto semplice: il paese si trova nel percorso di transizione da un vecchio a un nuovo modello economico e sociale. E queste cose sono sempre traumatiche anche nelle migliori famiglie, ovunque. Basta sapere che il processo sarà lungo e pericoloso per tutti. Certamente la Cina sta dimostrando molto coraggio.

La crisi cinese sta danneggiando in particolare quei paesi emergenti PRODUTTORI DI MATERIE PRIME, proprio perché la Cina in questo periodo limita drasticamente la loro importazione e acquisto. Ecco come le prospettive per un paese possono cambiare drasticamente e più velocemente di come cambia il tempo a mare.

Il BRASILE in piena recessione, la popolazione in piazza a chiedere le dimissioni della Presidente Dilma Rousseff, il vecchio leader Lula pronto a scendere ancora in campo per controllare la situazione. Una situazione non facile e rischiosa assai, difficile tenere tanta gente esasperata, in difficoltà e costretta ad assistere ad episodi di corruzione di grandi dimensioni.

In VENEZUELA sono arrivati alla fame e sono cominciati gli assalti alle caserme della Guardia Nazionale dove vengono custodite le derrate e che ormai non si trovano più nei negozi o nei supermercati. Se Maduro vincerà alle prossime elezioni sicuramente qualcuno potrà gridare legittimamente allo scandalo per i brogli.

Tafferugli anche violenti in UCRAINA davanti al Parlamento perché sono stati dati alcuni poteri alle regioni più filorusse. A protestare i gruppi di destra, a dimostrazione che certi filoni fascisti sono molto presenti ancora in quel paese. Bisogna tenerne conto quando si emettono giudizi.

La CAMPAGNA ELETTORALE AMERICANA è nella fase in cui i partiti devono fare le primarie per scegliere i candidati che poi si confronteranno il prossimo anno per diventare Presidente. La cosa preoccupante è la quantità di figure meschine che stanno popolando questo confronto. Gente mediocre, figure di secondo piano, razzisti, affaristi, rappresentanti di gruppi di potere: si sta combattendo davanti al mondo che assiste attonito a questo miserabile spettacolo. Non si capisce che cosa bisogna sperare, c’è solo da avere una gran paura per quello che può succedere.

Inserito il:01/09/2015 15:50:24
Ultimo aggiornamento:14/09/2015 10:46:22
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