Aggiornato al 28/04/2024

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Voltaire

The Deterioration of Human Rights in Iran 

 

I diritti umani: violazioni dell’Iran e reazioni UE e Onu

di Vincenzo Rampolla

 

Dal rapporto 2019 dell'Associazione Nessuno tocchi Caino, impegnata in una campagna mondiale per l'abolizione della pena di morte, emerge una richiesta in vista della revisione del 2020: nell'elenco UE dei destinatari delle misure restrittive, inserire 23 esponenti del regime iraniano responsabili di gravi violazioni dei diritti umani. Tra questi, - precisa il documento - alcuni hanno avuto in Iran un ruolo centrale nel 1988, nel massacro di oltre 30.000 prigionieri politici, considerato un crimine contro l'umanità (posizione del Canada). Altri hanno responsabilità nella sanguinosa repressione della rivolta di novembre 2019 che ha provocato la morte di oltre 1.500 persone, 4.000 feriti e 12.000 arresti. A seguito del loro inserimento nella lista europea, si chiede che le loro risorse economiche vengano congelate, che gli affari economici e finanziari con loro siano interdetti, così come i visti e i permessi di ingresso in Europa. Questo è un modo per preservare l'impegno europeo per la promozione e la tutela dei diritti umani e dello Stato di Diritto, oltre che per evitare ogni forma di complicità nei crimini commessi da questi esponenti del regime.

Tra gli esponenti della Repubblica islamica citati figurano il Capo della Magistratura, il Ministro delle Tecnologie dell'Informazione e della Comunicazione, il Ministro dell'Interno, il Ministro dell'Intelligence, il Capo dei Pasdaran, due generali e il comandante della Forza Quds (Corpo delle Guardie della Rivoluzione islamica). A partire dall'estate 2013, con Hassan Rohani eletto Presidente, in Iran il tasso di esecuzioni è nettamente aumentato, sottolinea il rapporto. In particolare dal primo luglio 2013 oltre 3.883 prigionieri sono stati giustiziati, nel 2018 almeno 310 persone, di cui 7 minorenni e 5 donne, sono state impiccate e nel 2019 le esecuzioni sono state circa 285, tra cui 8 minorenni e 17 donne.

Dagli ultimi dati disponibili, il 2020 si è aperto con l'impiccagione pubblica di 8 uomini nel carcere di Rajai-Shahr a Karaj, città prossima alla capitale Teheran. A inizio settembre, dalla tv Iran International, si apprende che la Corte Suprema del regime iraniano ha emesso 2 condanne a morte per il campione iraniano di wrestling Navid Afkari, sommate a 6,5 anni di carcere e 74 frustate. Anche i suoi due fratelli sono stati arrestati, Vahid Afkari condannato a 54 anni e 74 frustate, mentre Habib Afkari ha ricevuto 27 anni e 74 frustate.

Per circa 50 giorni ho dovuto sopportare le più orrende torture fisiche e psicologiche, scrive Navid in una lettera. Mi picchiavano con bastoni e manganelli, colpendomi braccia, gambe, addome e schiena. Mi mettevano un sacchetto di plastica sulla testa e mi torturavano fino a soffocarmi sull'orlo della morte. Mi versavano anche alcol nel naso. Secondo altri rapporti, Navid e i suoi fratelli sono stati torturati per essere costretti a testimoniare l'uno contro l'altro e per estorcere confessioni, poi diffuse in televisione.

Secondo il rapporto di Amnesty International del 2 settembre, tra le vittime della tortura sistematica, degli abusi e dei crimini del regime iraniano fanno parte non solo bambini di 10 anni, ma vengono coinvolti anche vari rami del Governo iraniano, tra cui il sistema giudiziario, le forze dell'ordine e il Ministero dell'intelligence. Il rapporto afferma: La polizia, l'intelligence, le forze di sicurezza iraniane e gli ufficiali della prigione hanno commesso, con la complicità di giudici e pubblici ministeri, una lunga lista di scioccanti violazioni dei diritti umani contro i detenuti, tra cui detenzioni arbitrarie, sparizioni forzate, torture e altri maltrattamenti.

L’Onu e l’UE, che pontificano sui diritti umani, ignorano o fingono di ignorare totalmente gli abusi del regime. Se UE e Onu tacciono, D. White presidente dell'UFC (Ultimate Fighting Championship) e D.Trump hanno caldamente invitato i leader iraniani a risparmiare il campione Navid Afkari. Il presidente Trump ha twittato: Apprendo che l'Iran sta cercando di giustiziare una grande e popolare star del wrestling, il 27enne N.Afkarai, il cui unico atto è stato partecipare a una manifestazione antigovernativa per le strade. Stava protestando contro il peggioramento della situazione economica e dell'inflazione del Paese. Rivolto ai capi dell'Iran, apprezzerei molto se risparmiassero la vita del giovane e non lo giustiziassero. Grazie! Il presidente dell'UFC D.White ha scritto: Vorrei solo dire che anch'io, umilmente e rispettosamente, chiedo ai funzionari del Governo iraniano di non giustiziare quest'uomo e di risparmiargli la vita.

È discrezione della magistratura o del tribunale rivoluzionario islamico che molte persone vengano arrestate con accuse ambigue, come diffusione della corruzione sulla terra, guerra contro Dio o pericolo per la sicurezza nazionale del Paese. La mancanza di un giusto processo, le confessioni forzate e la tortura fisica e psicologica sono essenziali nel processo attraverso il quale la magistratura condanna gli imputati alla pena di morte. È molto probabile che, per imporre paura tra i possibili dissidenti della società, per decenni il regime abbia fatto ricorso a torture e alla pene di morte, in particolare in caso di possesso e spaccio di cannabis. Sempre secondo Amnesty: La ricerca dell'organizzazione ha rilevato che le vittime erano spesso incappucciate o bendate; prese a pugni, calci e frustate; picchiate con bastoni, tubi di gomma, coltelli, manganelli e cavi; sospese o costrette a mantenere posizioni di stress dolorose per periodi prolungati; private di cibo sufficiente e acqua potabile; poste in isolamento prolungato, a volte per settimane o addirittura mesi e negate loro cure mediche per le ferite riportate durante le proteste o prodotte dalla tortura .

Qualcuno pensa che l'UE o l'Onu condannerebbero i mullah al potere in Iran per queste brutalità? Neanche per sogno… il regime viene premiato. Meno di un mese fa, 14 agosto 2020 il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha votato a favore del regime iraniano per la scadenza a ottobre 2020 dell'embargo di 13 anni sulle armi. La sentenza implica che ai mullah al potere a quella data sarà consentito acquistare, vendere e esportare a piacere e a chiunque ogni tipo di armi convenzionali.

L'UE e l’Onu stanno anche parteggiando per mantenere l'accordo nucleare (PACG), per inciso mai firmato l'Iran, e per mantenere revocate tutte le sanzioni, nonostante le ripetute violazioni iraniane. Pochi giorni fa, ad esempio il 4 settembre 2020, l'Agenzia internazionale per l'energia atomica ha riferito che le scorte di uranio arricchito dell'Iran avevano raggiunto 2.105 kg, quasi 10 volte la quantità di uranio arricchito che è concesso tenere al regime. A partire da oggi i mullah hanno sufficiente uranio arricchito per raffinare e costruire un ordigno nucleare. Basta deciderlo. In aggiunta, la disponibilità di ulteriori 1.000 kg di uranio arricchito al 5% potranno essere raffinati per creare un’ulteriore bomba nucleare.

Nel frattempo ad agosto Dian Triansyah Djani, Presidente del Consiglio di sicurezza dell'Onu, ambasciatore indonesiano all'Onu, ha respinto il tentativo Usa di innescare il ripristino snapback (immediato) di tutte le sanzioni Onu contro l'Iran. Forse è giunto il momento per gli Usa di rivedere le modalità di finanziamento dell’Onu, pagando solo per ciò che il Paese vuole e aspettandosi di ottenere ciò per cui ha pagato.

Nonostante decenni di sforzi di riforma dell’Onu, meglio di svecchiamento e rimozione della crosta pachidermica che l’affligge, poco o nulla è cambiato della sua cultura o dell’efficienza. Dal canto loro gli Usa, nonostante sia sproporzionata la quota dei finanziamenti versati all'organismo, sono soggetti a fare buon viso a cattiva sorte. L'unica consolazione, almeno fino ad oggi, è che tale generosità e tocco di virtù globale american style non abbiano ancora previsto la messa al rogo dell'ambasciatore statunitense, secondo la proposta di taluni esaltati osservatori in periodo elettorale. Rispolverando un articolo del 2017, il Wall Street Journal, perfidamente dice: Perché gli Usa tollerano questa situazione? Schivare voti imbarazzanti, significa acconsentire a spese sempre più elevate. Gli Usa dovrebbero rifiutare questo regime fiscale internazionale e passare invece a contributi volontari ... Questo è un incentivo alla performance che l'attuale sistema di tassazione delle imposte semplicemente non prevede... I cinque Consigli Economici e Sociali Regionali dell’Onu, non hanno dato alcun risultato concreto, quindi non meritano il finanziamento americano. Se le nazioni credono che queste Organizzazioni Regionali abbiano senso - proposta decisamente fantasiosa - sono totalmente libere di finanziarle. È assolutamente incomprensibile la ragione che ha indotto l'America a sostenerli.

Segue l’analisi dei mille rivoli dei budget della burocrazia Onu, la maggior parte dei quali potrebbe essere segata con impatto nullo per il mondo che ci circonda. Perché non iniziare dall'Ufficio per gli Affari del disarmo? E continuare con il farraginoso Programma di sviluppo dell’Onu e andare avanti con significativi risparmi sopprimendo altri uffici dell’Onu che – dice testualmente l’articolo - sono poco più che coni gelato che si leccano da soli, senza escludere tutti gli uffici che si occupano di questioni palestinesi? Perché non consolidare l'Agenzia per il soccorso e il lavoro per i rifugiati palestinesi nell'Alto Commissariato Onu per i rifugiati? Demenziale sacrilegio concepire una tale fusione…

L'Onu e l'UE, - conclude l’articolo di Amnesty - devono ritenere i leader iraniani responsabili o allora devono emarginarli per inabilità e per incapacità di produrre. Qualcuno dubita che non possano appartenere a tali categorie?

 

(consultazione: gatestone institute – m.rafizadeh; the time of israel; le monde; il tempo - s.liburdi; nessuno tocchi caino )

 

Inserito il:11/09/2020 09:46:04
Ultimo aggiornamento:11/09/2020 09:54:35
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