Aggiornato al 27/04/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

George Tooker (1920-2011) - Government Bureau - 1956

 

Pagamenti da parte della pubblica amministrazione in ritardo?

Don’t worry, ci pensa Bruxelles

 

di Michela Salvaderi e Giuseppe Aquino

 

Dal 26 Maggio 2019 entrerà in vigore la legge 3 maggio 2019, n. 37 recante "Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea - Legge europea 2018", pubblicata sulla Gazzetta ufficiale n. 109 dell’11 maggio 2019.

Il testo in questione, licenziato dal Consiglio dei Ministri il 6 settembre 2018, è stato approvato in prima lettura dal Senato lo scorso 5 dicembre, a seguire dalla Camera dei Deputati il 12 marzo 2019, prima di ritornare all'esame del Senato per il via libera definitivo.

L’articolato del disegno di legge europea 2018 contiene 22 articoli che modificano o integrano disposizioni vigenti dell’ordinamento nazionale per adeguarne i contenuti al diritto europeo e per far fronte a procedure di infrazione, alcune delle quali già in corso di verifica.

Le tematiche affrontate da tale testo sono molteplici (libera circolazione di persone, servizi e merci, giustizia e sicurezza, trasporti, fiscalità e così via), ma la vera novità riguarda la sostituzione dell’articolo 113-bis del Codice dei contratti sui ritardi nei pagamenti negli appalti attraverso l’articolo 5 di tale testo normativo.

Con l’entrata in vigore del nuovo articolo della legge europea 2018 i pagamenti della Pubblica Amministrazione verso le imprese non potranno più sforare il termine di 30 giorni dall'adozione di ogni stato di avanzamento dei lavori, salvo che sia espressamente concordato nel contratto un diverso termine, comunque non superiore a 60 giorni e purché ciò sia oggettivamente giustificato dalla natura particolare del contratto o da talune sue caratteristiche.

I certificati di pagamento relativi agli acconti del corrispettivo di appalto saranno emessi entro un termine massimo di 7 giorni dall'adozione di ogni stato di avanzamento dei lavori. A tale proposito il RUP (Responsabile Unico del Procedimento) rilascerà tale certificato entro 7 giorni dall'esito positivo del collaudo o della verifica di conformità. Da questo momento decorreranno i termini di 30 o 60 giorni per effettuare il pagamento effettivo.

Una vera rivoluzione per la prassi italiana, già sanzionata e richiamata diverse volte dall’Unione Europea, infatti secondo Secondo la Commissione Europea, il Codice Appalti italiano finora ha violato la Direttiva 2011/7/UE sui ritardi nei pagamenti, che impone alle autorità pubbliche di eseguire i pagamenti non oltre 30 giorni o, in casi singolarmente motivati, 60 giorni dalla data di ricevimento della fattura o, se del caso, al termine della procedura di verifica della corretta prestazione dei servizi. Nonostante ciò, sono stati registrati casi di ritardi nei pagamenti fino a 18 mesi.

Il trend sta lentamente rientrando in tempistiche normalizzate dalla normativa, tanto che da un ultimo studio del MEF (Ministero dell'Economia e delle Finanze) e Siope+ (Sistema Informativo sulle Operazioni degli Enti Pubblici per la rilevazione degli incassi e dei pagamenti effettuati dai tesorieri di tutte le Pubbliche Amministrazioni) sembrerebbe che, mediamente, le PA italiane riescano a liquidare le fatture con un giorno di anticipo rispetto alla scadenza. Si tratta di un miglioramento costante del rispetto delle scadenze e dei pagamenti entro i termini: trend che dal 2016 ad oggi ha subito diverse varianti positive. Il 2016 si era chiuso con 16 giorni medi di ritardo, il 2017 li aveva ridotti a 10 e il 2018 appunto li azzera.

A tale proposito ecco un grafico riepilogativo elaborato dagli studi del mef e SIOPE+ e pubblicato sul Sole24ore:

 

 

Come già detto, si tratta, però, di dati medi, in cui convivono amministrazioni già da anni rapide nei pagamenti ed enti che continuano ancora a pagare in ritardo.

Secondo ultimi studi, le Regioni pagano con 5 giorni di anticipo in media, le Città metropolitane con 4 giorni di anticipo mentre al contrario le Province e i Comuni hanno in media 7 giorni di ritardo.

Fra questi ultimi, gli enti sotto i 10mila abitanti (1 giorno di ritardo) mostrano risultati migliori rispetto a quelli più grandi (i ritardi medi sono 6 giorni sopra i 60mila abitanti, e 8 fra 10mila e 60mila).

Ma il divario più ampio è ancora una volta quello che separa il Nord, dove si viaggia otto giorni sotto la media, e il Sud, che invece impiega mediamente 11 giorni in più rispetto al dato nazionale (il Centro Italia impiega in media tre giorni di ritardo) per liquidare le proprie fatture). Questo perché, normative a parte, è lo stato di salute della cassa a incidere sulle prassi amministrative e permettere o meno di essere virtuosi.

Resta, dunque, ancora molto da fare, si è solo all’inizio di un circolo virtuoso che sarà in grado di apportare enormi benefici in termini di efficienza, efficacia e virtuosismo.

L'esperienza dimostra che, se si prevede da lontano il disegno che si desidera intraprendere, si può agire con rapidità una volta venuto il momento di eseguirlo.” (Cit. Cardinale Richelieu)

 

Inserito il:16/05/2019 17:43:52
Ultimo aggiornamento:16/05/2019 17:56:37
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