Aggiornato al 27/04/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Steve Adams (Canada, 1967- Illustrator) - Clean air - 2013

 

Aria pulita per i polmoni!

di Eglantina Bulku ed Edoardo Amico

 

"Italia, record numero di auto per abitante". Questo è ciò che si trova appena si ricercano dati inerenti all'inquinamento nel nostro Paese. La penisola, come suo solito, presenzia in vetta alle classifiche negative riguardanti lo smog.

Abbiamo dati molto preoccupanti: a Catania sono presenti 67 automobili ogni 100 abitanti, seguita da  Roma con 62 autovetture ogni 100 abitanti. Diversamente, Londra e Parigi seguono in fondo alla classifica, con rispettivamente 31 auto per 100 abitanti e 25 auto per 100 abitanti nella capitale francese.

A questi dati, riportati da "Mal'Aria"(dossier annuale di Legambiente sull'inquinamento atmosferico e acustico nelle città italiane), si accorda  la classifica dei 48 capoluoghi più inquinati: Frosinone ha superato il limite delle 35 giornate, più del triplo delle volte con 115 giorni di alta concentrazione di Pm10 (polveri sottili con diametro delle particelle di 10 μm). Al secondo posto, Pavia con 114 giorni, Vicenza con 110 giorni ed infine, Milano con 101 giorni.

Il limite delle 35 giornate è dato dal d.lgs. N 250 del 24 dicembre 2012, fatto per attuare la direttiva europea del 2008/50/CE riguardante la qualità dell'aria.

A partire dagli anni’90, l'inquinamento è iniziato ad essere un argomento ricorrente, per via della forte industrializzazione senza controllo dei decenni precedenti e del surriscaldamento globale.

Le tipologie d'inquinamento sono principalmente due: inquinamento naturale, dovuto ad eruzioni vulcaniche e incendi che producono pm10 ed inquinamento antropico, causato da traffico veicolare, riscaldamenti, industrie…

Per far fronte al problema, l'11 dicembre 1997, nella città giapponese di Kyoto viene siglato il "Protocollo di Kyoto", un accordo internazionale che impegnava gli stati a ridurre le emissioni di origine umana. Entra effettivamente in vigore il 16 febbraio 2005,  a seguito della ratifica della Russia (55esimo stato partecipante),

Ogni stato doveva realizzare un sistema nazionale di monitoraggio delle emissioni ed assorbimenti di gas ad effetto serra da aggiornare annualmente, partendo dai dati sull'inquinamento degli anni ‘90, cercando di abbassare man mano la percentuale di smog.

Verso la fine del 2012, si era previsto una riduzione del 5% rispetto al 1990 dei tassi d'inquinamento (la percentuale di riduzione varia da stato a stato). Non tutti i siglatari hanno raggiunto i propri obiettivi: l'Italia, che si era prefissata una riduzione del 6,5%,  riesce a raggiungere una riduzione del 4,5 %, secondo l'Agenzia europea dell'ambiente.

Un nuovo accordo globale è stato siglato e concluso l'11 dicembre 2015 a Parigi, per ridurre il riscaldamento globale al di sotto dei 2°C.

La conferenza di Parigi può essere definita come un accordo vincolante per limitare le emissioni del 40% rispetto agli ultimi anni dello scorso millennio. Infatti, per adeguarsi l'Unione europea ha deciso di creare una riserva stabilizzatrice del mercato per l'Eu ETS (Emission Trading Scheme).

L'ETS funziona come un mercato azionistico di borsa, nel quale al posto delle azioni si comprano quote di emissioni attraverso aste pubbliche europee, con  lo scopo di far si che il sistema tra domanda e offerta delle quote di emissioni sia gestito dalle regole del mercato.

A breve ci sarà un G7 Ambiente che coinvolgerà i 7 paesi più industrializzati al mondo a Bologna l’11 e il 12 giugno, con la  partecipazione dei ministri dell’Ambiente dei relativi stati.

Lo scopo del meeting del G7 è trattare di economia verde, trovare nuove soluzioni per abbattere l’inquinamento e rispettare gli impegni dell’accordo di Parigi del 2015.

Il presidente degli USA, Donald Trump, si trova ad un punto grigio-oscuro: avviarsi e rispettare le trattative, comporta costi non irrisori per l’economia statunitense. Malgrado ciò, il progetto di sostenibilità continuerà, con o senza gli USA.

Tema focale dell’iniziativa è la quarta rivoluzione industriale, incentrata sulla salvaguardia del clima e sul miglioramento della qualità globale dell’aria.

Proprio quando si sviscera l’aria, proprio quando l’ossigeno nei polmoni si manifesta infettato, l’Italia si rivela  essere in una tragedia, nel senso proprio del termine. Non serve andare oltre i nostri confini, siamo già stati condannati tra il 2006 ed il 2007 per aver violato i limiti di pm10. Dopo la sanzione siamo riusciti a mantenere stabili i parametri rimanendo al di sotto dei limiti, per poi nel 2015 superare in modo sistematico sia i limiti quotidiani che quelli annuali. Eccellono nella disgrazia Piemonte e Lombardia: a Milano e Torino nel 2015, 1 giorno su 3 è stato a rischio di intossicazione.

In Europa, lo spettacolo sceneggiato sul palcoscenico della vita non è una commedia: a causa delle polveri sottili e del biossido di azoto, ci sono oltre 400.000 morti premature in Europa e in milioni soffrono di malattie respiratorie e cardiovascolari dovute alla pessima qualità dell'aria. Fino a quando la qualità della vita sarà soffocata dalla sete di guadagno?

In Italia i decessi a causa del diossido di carbonio sono stimati intorno ai 20.000, le morti premature per il pm 2,5 (micropolveri più sottili delle pm10) sono arrivati a 59.500. Eppure, questi problemi di salute si possono tradurre anche in gravi spese economiche, tra i 47 e i 142 miliardi l'anno. A questi, vanno sommati i danni economici legati al mancato rispetto delle norme italiane ed europee sulla qualità dell'aria. Sono in corso le fasi di messa in mora delle due procedure d'infrazione, entrambe connesse all’applicazione della direttiva 2008/50/CE, per non aver rispettato i livelli di qualità dell'aria.

Questo garbuglio di problemi si concentra soprattutto in pianura Padana, proprio per la sua litogenesi/morfologia caratteristica data dalla copertura del vento su tutti i lati delle montagne, cosicchè si l'aria ristagni, formando una cappa persistente.

Ciò porta al verificarsi di reazioni chimiche tra le molecole presenti nell'aria, producendo sostanze ancora più nocive per i nostri polmoni.

Ogni regione ha la possibilità di abbassare ulteriormente i limiti imposti a livello nazionale, monitorando il livello di inquinamento e trovando soluzioni regionali per monitorare le pulsazioni dell’alterazione ambientale. Questa suddivisione di competenze tra Stato e regioni ha ricevuto molte critiche perché non funziona efficacemente.

Prendendo in considerazione la Lombardia e in particolare la metropoli di Milano, si possono individuare gli sforzi per salvaguardare la qualità dell'aria e quindi della vita.

Un passo importante è stato il progetto e l'attuazione dell'area C, che vieta l'accesso al centro della città alla maggior parte delle macchine, in una determinata fascia oraria (dalle 7.00 alle 19.00).

Questo ha ridotto il flusso di macchine, però non l'ha attenuato del tutto. Necessariamente, per determinate categorie, come le persone che hanno diverse abilità e i residenti nella zona, ci sono delle agevolazioni

Gli obiettivi del progetto, presenti nel sito istituzionale del comune di Milano, sono:

- ridurre il traffico nella cerchia Bastioni;

- incentivare il trasporto dei mezzi pubblici;

- reperire risorse da dedicare alla mobilità sostenibile (pedonabilità e ciclabilità);

- migliorare la qualità dell'aria urbana.

La pianificazione nasce a seguito del referendum comunale del 12-13 giugno nel 2013 (79% dei voti favorevoli), stabilendo l’entrata nell’area al prezzo di un ticket di 5 euro se pagata nell’immediato, ma se superati i due giorni il prezzo sale a 15 euro e rafforzando l’uso di mezzi pubblici e altri servizi secondari come il bikeMI. Quest’ultimo è un servizio di bike sharing, al costo annuale di un abbonamento pari a 36 euro, utile a promuovere la mobilità dei cittadini in maniera facile ed ecologica, potenziando così ancora  di più mezzi di trasporto statali. La prestazione offre mezz’ora di trasporto gratuito entro il quale bisogna parcheggiare la bicicletta presso un’altra stazione bikeMi, per consentire ad altri utenti l’usufruire del servizio.

Il bikemi risulta quindi essere risposta adeguata a una città che chiede meno traffico, meno code, meno inquinamento.

Sempre nel 2013, il comune ha ampliato la tela di trasporti pubblici, inaugurando la nuova linea M5 lilla e iniziando i progetti per la costruzione  della M4 blu (1,8 mld), per colpire il traffico in superficie e per implementare gli sforzi dell’area C e del Sistema bikeMI.

Entrambe le linee sono leggere, dotate di alta tecnologia, ad automazione integrale driverless, con porte automatiche di banchina e sistema di segnalamento CBTC (Communication Based Train Control).

Il comune offre un servizio di monitoraggio dell’aria tramite il sito AMAT (Agenzia Mobilità Ambiente Territorio (https://amat-mi.it/it/ambiente/bollettino-qualita-aria/), in cui giornalmente viene pubblicato un bollettino riportante dati raccolti dai siti di monitoraggi seminati per tutta la città.

 Questi bollettini però presentano molte lacune: alcuni dati sono incompleti e incoerenti con l’obiettivo del progetto, rendendo difficile la reale lettura delle informazioni.

Ma allora dov’è la trasparenza? Queste misure sono sufficienti oppure occorre innanzitutto educare una coscienza collettiva alla responsabilità e alla sostenibilità della nostra aria, delle nostre acque e della nostra vita? Ma non preoccupiamoci. Un giorno raggiungeremo Marte, e lì l’aria sarà più pulita.

Eglantina Bulku ed Edoardo Amico

 

Inserito il:09/06/2017 16:28:46
Ultimo aggiornamento:09/06/2017 16:36:26
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