Aggiornato al 28/04/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

George Tooker (1920-2011) - Government Bureau - 1956

 

Sostenibilità ambientale e pubblica amministrazione: green pa

di Michela Salvaderi

 

Conoscete la Green Revolution? Oggigiorno la parola "green" è diventata di uso comune nel nostro vocabolario, ma il suo vero significato può essere declinato in svariati settori e ambiti. Essere green, con l’accezione usata proprio in questo articolo, significa adottare comportamenti compatibili con l’ambiente allo scopo di non sprecarne le risorse.

Dunque, chi vive green? Tutti coloro che contribuiscono alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica, tutti coloro che sono attenti a non sprecare energia elettrica, acqua ed altre risorse, chiunque utilizza prodotti che non inquinano o riusa/reinventa oggetti andati in disuso, ma anche chi sceglie prodotti biologici o a km 0, chi preferisce imballaggi riciclabili alla plastica o semplicemente chi chiude l’acqua mentre sta spazzolando i denti o si sta facendo lo shampoo.

Vivere green vuol dire pensare al pianeta e al suo futuro, avere un'attenzione e una sensibilità spiccata verso le questioni ambientali e le future generazioni. Vuol dire, in poche parole, vivere proiettandosi nel futuro, perché quello è la destinazione di tutto il genere umano e il pianeta terra è la nostra unica casa, e ad oggi non c’è un planet B su cui ripiegare.

Tutte le azioni appena elencate sembrerebbero facilmente applicabili dai singoli cittadini, ma se la rivoluzione dei consumi sostenibili e delle modalità di produzione partisse proprio dalla Pubblica Amministrazione? Se fossero i dipendenti pubblici i primi a scegliere la sostenibilità nei loro luoghi di lavoro? Che cosa accadrebbe?

Per rispondere a queste domande, Forum PA 2017 e 2019, ha lanciato l’indagine “Pratiche di consumo sostenibile a lavoro”, che ha coinvolto circa 1.200 dipendenti pubblici degli oltre 3,2 milioni totali tra il 2017 e il 2019 e che ha mirato ad analizzare le scelte di consumo di chi lavora nel settore statale. Una fotografia originale dei dipendenti pubblici a lavoro che ci racconta le loro abitudini di consumo.

I dati raccolti evidenziano che, negli ultimi due anni, c’è stato un consolidamento dei risultati ottenuti in riferimento al Green Public Procurement (GPP, ossia un sistema di acquisti di prodotti e servizi ambientalmente sostenibili con un ridotto effetto sulla salute umana e sull'ambiente rispetto ad altri prodotti e servizi utilizzati allo stesso scopo ma meno virtuosi), e agli interventi normativi in merito alla “battaglia” plastic free (disincentivazione nell’acquisto e nell’utilizzo di imballaggi di plastica).

Anche la percezione del proprio stile di vita al lavoro segna dei miglioramenti, cresce, infatti la percentuale di chi ritiene di essere migliorato dal 2017 al 2019. Secondo lo studio di Forum PA, nel 2019 il 36,9% (+5,5% rispetto al 2017) considera il proprio modo di comportarsi nel luogo di lavoro rispettoso dell’ambiente e il 43,1% “abbastanza sostenibile”, al contrario solo il 20% dei rispondenti ritiene di avere un atteggiamento “poco sostenibile”.

In generale, migliorano diversi comportamenti analizzati: spegnere le luci quando si va via la sera dagli uffici (lo fa il 93,6% dei dipendenti), stampare fronte-retro (94,5%) e riutilizzare la carta per bozze e appunti (88,3%), non lasciare i caricabatterie nelle prese (77,2%). Una percentuale tra il 60% e il 70% è attento a ridurre la produzione di rifiuti e riutilizzare buste, carta e scatole, a utilizzare luce naturale quando è possibile e a evitare dispersioni di calore aprendo porte e finestre in locali climatizzati. Però serve più attenzione nell’uso del PC: la maggior parte non adotta accorgimenti anti-spreco (solo il 32,5% lo spegne quando si assenta dall’ufficio per più di 20 minuti) e solo il 44,5% spegne il condizionatore nella pausa pranzo.

Anche la questione relativa al sensibile tema dell’uso della plastica ha destato diverse “scosse emotive”, il 57,6% dei rispondenti ritiene che bisognerebbe evitare di bere utilizzando contenitori di plastica monouso, dallo studio emerge che si risparmierebbero 410 milioni di bottigliette, ovvero oltre 11 mila tonnellate di plastica.

Considerando che per ogni tonnellata di plastica nuova prodotta derivano 2,5 tonnellate di emissioni di CO2 legate ai soli processi industriali, si parla di un risparmio – per il consumo di acqua minerale in bicchieri e bottiglie monouso – di oltre 27 mila tonnellate di anidride carbonica emesse in atmosfera ogni anno. Un risparmio ecologico ed ambientale non indifferente!

Sul fronte dei consumi individuali, negli ultimi due anni risultano in aumento le persone che abitualmente bevono acqua del rubinetto (42,4%) e che in pausa pranzo utilizzano piatti o porta vivande lavabili e riutilizzabili (72,1%).

Da ricordare che in “ambito plastic free” esiste una normativa europea che ha deliberato che entro il 2021 l’uso di articoli in plastica come piatti e posate monouso (forchette, coltelli, cucchiai e bacchette), cannucce e bastoncini cotonati di plastica, steli di plastica per palloncini, plastiche ossi-degradabili e contenitori per alimenti e tazze in polistirolo espanso sono vietati.

Secondo la direttiva Ue, entro il 2029 gli Stati membri dovranno raccogliere – attraverso la differenziata – il 90% delle bottiglie di plastica. La normativa stabilisce pure che entro il 2025 le bottiglie di plastica debbano contenere almeno il 25% di contenuto riciclato, per passare al 30% entro il 2030. Dati incoraggianti che proiettano verso il nostro continente in una versione ecologica sempre più a misura d’uomo.

Lato mobilità i dati che emergono evidenziano che il 44,1% dei dipendenti pubblici va normalmente al lavoro in auto e tra questi il 39% in macchina da solo mentre solo il 5,2% condivide l’auto con colleghi o amici. Diminuisce rispetto al 2017 la percentuale di chi va in ufficio servendosi dei mezzi pubblici (27,6%), ma cresce la percentuale di chi sceglie la bicicletta (9%) e di andare al lavoro a piedi (12,1%).

Come sottolineato da Gianni Dominici, Direttore Generale di FPA, Il settore pubblico è fondamentale perché l’Italia possa raggiungere gli obiettivi di Sviluppo Sostenibile. A tale proposito, crescono gli “acquisti verdi”, si intensificano gli investimenti per riqualificare il patrimonio immobiliare, c’è una buona adesione alla campagna ‘plastic free’ e in generale migliorano i comportamenti individuali negli uffici.

Tuttavia la PA italiana non raggiunge ancora la sufficienza nella sostenibilità ambientale: secondo gli stessi dipendenti pubblici il voto medio alle strategie e politiche di sostenibilità della propria amministrazione è “5 meno” (in una scala da 1 a 10) e oltre il 50% le ritiene inadeguate”.

Il settore pubblico è, dunque, fondamentale affinchè l'Italia possa raggiungere gli obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell'Agenda 2030 dell'ONU, brevemente ricapitolati nel grafico che segue.

Fonte: UNRIC

 

C’è, insomma, ancora tanto lavoro da fare, ma ci si sta muovendo verso la direzione giusta. La survey ha evidenziato consapevolezza del bisogno di cambiamento e del proprio indispensabile contributo alla causa.

Per chiunque volesse compilare il questionario di forum PA relativo ad una “survey green” lato cittadino è ancora possibile al seguente link.

“Ci sono abbastanza risorse per soddisfare i bisogni di ogni uomo, ma non l’avidità di ogni uomo” (Gandhi)

“Credo che avere la terra e non rovinarla sia la più bella forma d’arte che si possa desiderare” (Andy Warhol)

 

Inserito il:07/06/2019 14:36:31
Ultimo aggiornamento:07/06/2019 14:47:36
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