Aggiornato al 27/04/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire
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Marinus Van Reymerswaele (1490 - 1546) – Il cambiavalute e sua moglie - 1539

Pagamenti ed API.

L'Italia è ancora lontana dalla diffusione dei pagamenti elettronici del resto d’Europa, ma anche nel nostro Paese il mondo dei pagamenti si sta velocemente trasformando. Come evidenziato nel Digital Payment Summit (Roma, giugno 2015) il mondo dei New Digital Payment ha raggiunto a fine 2014 un valore di transato di circa 18 miliardi di euro ( + 20% rispetto al 2013), una crescita spinta innanzitutto dal Mobile Payment & Commerce, che è cresciuto del 55% rispetto al 2013, mentre i Digital Payment più tradizionali – pagamenti con carta in negozio – raggiungono i 128 miliardi di euro ( + 1,6% rispetto al 2013).

Ma quali sono le evoluzioni che possiamo aspettarci nel futuro? Esistono elementi di innovazione rispetto ai modelli che oggi vediamo sul mercato? Quanto e come le Banche saranno partecipi e motori di questo cambiamento che, fino ad ora, è stato spinto soprattutto da nuovi entranti (start up) e dalle principali carte?

Spunti interessanti per delineare questo scenario li possiamo trovare nel testo della nuova direttiva europea sui Pagamenti (PSD2- Payment Services Directive 2) che è stata votata dall' Europarlamento in autunno e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale a Dicembre.  La PSD2 impatterà le istituzioni finanziarie, ma si estende anche a operatori di e-commerce, carte fidelity e carte regalo, fornitori di servizio di pagamento, reti pubbliche di comunicazione, servizi di accesso ai conti, mobile wallet e chiunque riceva pagamenti con addebito diretto.  La nuova direttiva mira a promuovere l'innovazione dei pagamenti, in particolare nell'area mobile. Tra i nuovi servizi abilitati, vi è ciò che, con ogni probabilità, rappresenta l’innovazione più rilevante dell’intero impianto legislativo: i servizi di accesso al conto (XS2A Access-to-Account). Con questa norma, se il titolare del conto desidera farlo, le banche potrebbero essere chiamate, tramite API, a facilitare l'accesso ai conti dei clienti e fornire informazioni sul conto ad App di terze parti. La possibilità di accedere ai conti di pagamento da parte di soggetti terzi, anche diversi da chi gestisce i conti (per esempio la banca presso cui è acceso un rapporto di C/C), si sviluppa nelle seguenti tre declinazioni di servizio:

  • PAYMENT INITIATION. Un servizio dispositivo, che permette di avviare un pagamento online basato su strumenti quali il bonifico o l’addebito diretto, erogato da una terza parte, anche non bancaria;
  • ACCOUNT INFORMATION. Servizi che forniscono all'utente informazioni online aggregate su uno o più conti di pagamento, in modo da potergli consentire di disporre immediatamente di un quadro generale della sua situazione finanziaria in un dato momento;
  • FUNDS CHECKING.  La possibilità offerta ad un prestatore di servizi di pagamento che emette carte (di debito), diverso dalla banca presso cui il titolare della carta ha acceso un rapporto di conto, di ricevere conferma della disponibilità di fondi.

Ma cosa sono le API?  Le API (Application Programming Interface), utilizzando un set di tecnologie, consentono ai siti web di interagire vicendevolmente permettendo servizi di collaborazione in cui i fornitori di servizi possono esternalizzare alcune componenti del servizio ad altri operatori.  Nel settore bancario, le API possono essere utilizzate per abilitare aziende FinTech a utilizzare i dati bancari per conto della clientela in modo innovativo, permettendo ad esempio ai clienti di utilizzare App sul proprio smartphone per monitorare le proprie spese e verificare le oscillazioni di prezzo (per esempio del cibo) nel tempo; oppure possono permettere a terze parti di personalizzare lo strumento di pagamento in ambiti specifici come l’App 'dividi il conto' (sviluppata da CommBank e basata su una piattaforma aperta -API- per la gestione dei POS) che permette ai commercianti di accettare pagamenti multipli rendendo la vita molto più facile per alcuni clienti, come i commensali di un ristorante.

Le Open API aprono quindi uno scenario relativamente nuovo per le Banche basato sul concetto della collaborazione ed apertura verso il mondo esterno - clienti, partner, fintech - che può permettere servizi più granulari e personalizzati.

Ma il mercato è maturo?  Alcuni prevedono possa avere un impatto di innovazione quasi paragonabile all'avvento dei siti web come l'Open Bank Project (una Fintech europea focalizzata proprio sulla diffusione e sviluppo delle Open API in ambito bancario) che prevede che al 2020 tutte le banche faranno utilizzo di API, come nel 2000 tutte avevano un sito WEB.   Va anche sottolineato che oltre alle nuove norme contenute nella PSD2, a livello Europeo è da segnalare l'iniziativa del Governo britannico che, con l’intento di stimolare la concorrenza nel mercato finanziario, ha avviato nel 2015 un progetto che coinvolge banche e imprese FinTech per definire un framework di standard per l’utilizzo di Open API bancarie. Ovviamente ci sono anche molti aspetti di attenzione che vanno affrontati e risolti partendo dalla sicurezza e gestione della privacy, ma anche dalla necessità di un salto culturale che permetta di valutare l'apertura e la collaborazione come elementi per costruire veri e propri nuovi modelli di business sul mercato.

Ma le banche sono pronte a questo salto? Certamente molti sono ancora i passi da fare, ma l'atteggiamento comune è abbastanza positivo se ben il 65% di banche intervistate nell'ambito di una ricerca di Finextra-FIS sull'impatto della PSD2, ha dichiarato di voler creare un proprio App store e di voler utilizzare i requirement di accesso della PSD2 come trampolino di lancio.

Chiudo queste brevi note con lo slogan emerso nell'ambito di un gruppo di lavoro AbiLab che coordino e che ha analizzato ed approfondito proprio l'utilizzo delle open Api in banca: "la domanda non è più SE, ma QUANDO e COME" .

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Inserito il:17/02/2016 14:12:07
Ultimo aggiornamento:05/03/2016 16:25:13
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