Aggiornato al 02/05/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

1 gennaio 2017

Obama ha fatto bene a manifestare platealmente contro la Russia di Putin? O doveva far finta di niente? Molti hanno detto che in effetti il suo obiettivo era uno sgarbo a Trump e comunque che alla fine del mandato il suo atto potrebbe essere interpretato come una caduta di stile. Ora Obama è un uomo molto prudente ed un uomo onesto e forse queste due caratteristiche lo hanno portato a commettere errori in politica estera e a perdere qualche volta di fronte alla spregiudicatezza di Putin o di altri. Se ha fatto quello che ha fatto deve avere delle prove che lo hanno convinto e non poteva nel suo mondo ideale far passare sotto silenzio una intromissione fraudolenta e condizionante negli affari del suo paese da parte di strutture straniere.

Poi ha portato alla attenzione internazionale un problema che ha risvolti giuridici, economici e morali e non solo politici. La tecnologia oggi consente ad un paese spregiudicato di influenzare decisioni di qualsiasi natura di un altro paese in modo invisibile ma con grande efficacia. Forse si potrà cominciare a discutere della possibilità di istituire una autorità internazionale con la responsabilità di supervisionare e deliberare in merito al tema delle invasioni tecnologiche.

La debolezza dell’Europa. L’Unione Europea non ha strutture politiche adeguate, in compenso una grande burocrazia, si occupa di cose banali e non determinanti ma è assente sui grandi problemi, è condizionata dalla Germania che non ha mai nascosto le sue intenzioni egemoniche, i suoi protagonisti sono certamente inadeguati. Nei più importanti paesi il vento del populismo e della destra sta conquistando il potere e le prossime elezioni francesi e tedesche rischiano di confermarlo, le forze di sinistra hanno perso dovunque (e questo non solo in Europa). Putin ha capito tutto e vuole riconquistare tutti paesi che facevano parte del mondo sovietico (e liberati da Gorbaciov). Trump forse vuole abbandonare a se stesso il Continente e in Gran   Bretagna dopo la vittoria della Brexit la polemica e le incertezze regnano sovrane. L’Europa sta attraversando decisamente un brutto momento.

L’Italia è piena di gente che strilla che vuole andare a votare e tutti sanno che nessuno vuole andare a votare. Troppo interessi ci sono in gioco. Berlusconi deve consolidare la sua strategia e le sue alleanze, i 5 stelle devono decantare il disastro romano e scegliere protagonisti moderatamente capaci perché stavolta rischiano davvero di vincere, le altre destre strillano perché hanno paura del buio e il PD deve decidere se scindersi o meno, perché così come è non va da nessuna parte e se riesce ad arrivare non combina niente. Si andrà avanti a polemizzare sulla legge elettorale che è una ottima scusa per perdere tempo e arrivare al prossimo anno, così tra l’altro si salvano i vitalizi e altri benefici dei parlamentari anche se non si deve dire perché tutti naturalmente negano qualsiasi interesse.

2 gennaio 2017

Alcuni partiti e leader politici non rispettano le istituzioni. Se convocati dal Presidente della Repubblica per esempio non si presentano affermando che è inutile o dichiarando che lo stesso Presidente non li rappresenta od ancora ignorando procedure parlamentari o non rispettando i luoghi della democrazia. Sono fatti formali è vero ma tutti sappiamo che se nella vita la forma non deve prevalere sulla sostanza, tuttavia rappresenta il galateo della vita. E nella democrazia proprio perché tutti hanno o possono avere la parola è ancora più importante. Costoro non possono definirsi dei veri democratici quindi e questo dovrebbe bastare a qualificarli.

A tanti il discorso del Presidente di fine anno non è piaciuto. Costoro amano i grandi giocolieri della parola, quelli che dicono molto per non dire niente, ma lo sanno dire con enfasi e capacità recitativa magistrale. Il Presidente ha messo il dito su vari problemi del nostro paese e uno di questi in particolare per la prima volta una alta istituzione del nostro paese lo mette in grande evidenza. Un problema che può condizionare non solo lo sviluppo ma persino la esistenza stessa della nostra comunità. Si tratta dell’odio sociale di cui qualche avveduto comincia a parlare, qualche sociologo comincia ad approfondire, qualche cittadino comincia ad accorgersi.

Ci sono partiti o movimenti politici che hanno programmi per la comunità nella quale vivono e li presentano ai cittadini chiedendo il loro appoggio per realizzarli e questa è quella che si chiama democrazia, cioè la possibilità per i cittadini di scegliere tra coloro che propongono soluzioni. E poi ci sono partiti o movimenti che non hanno programmi, ma solo valori e chiedono ai cittadini di votarli solo per questi a prescindere da quello che si potrà fare e come si potrà fare. I secondi spesso sono di origine religiosa o populista ed hanno molto successo specie nelle società che hanno raggiunto un alto livello di corruzione di perversione morale, come peraltro avviene anche per alcune sette parareligiose o per religioni rigide come era il cattolicesimo o nei tempi attuali l’islamismo.

Alcuni movimenti a forte contenuto ideologico hanno tentato per la verità di coniugare programmi e valori, anzi subordinando i programmi ai valori ma non sono riusciti ad avere successo nel mondo salvo alcuni casi e per un tempo storico limitato. Quando non hanno, purtroppo, favorito la nascita di dittature basate su valori in nome delle quali magari sono stati poi commessi crimini anche pesanti e continuati. È il caso delle ideologie socialiste e di alcune sue tremende deviazioni.

3 gennaio 2017

Probabilmente il terrorismo sarà una componente delle società nel futuro. Infatti non è possibile batterlo militarmente perché non ha regole, non ha faccia, non ha luogo definito per lo scontro, non usa mezzi tradizionali, non ha obiettivi di vittoria a breve scadenza. Inoltre ha connivenze anche in chi non partecipa, ma protegge quando può con l’omertà e con il sostegno morale. Qualche volta anche con una mano per collaborare e nascondere. Il terrorismo fa una guerra che l’occidente non può fare per il sistema politico che regola le comunità e cioè la democrazia. L’occidente può solo incrementare le attività di intelligence possibilmente intorno ai luoghi e alle persone che rappresentano l’habitat di origine di questi soldati del terrorismo e che non sono più martiri. Non sono più martiri perchè possono anche morire ma in modo diverso e con una filosofia diversa rispetto a coloro che si sacrificavano in una fase precedente, forse definita da queste organizzazioni romantica. E, naturalmente, l’occidente deve adeguare il suo modo di vivere ad una nuova realtà anche se dice che non lo vuol fare. Lo deve fare anche se farà finta di non farlo.

Tuttavia l’occidente un’altra cosa può fare. Può cercare di affrontare il tema delle diseguaglianze sempre più accentuate nelle nostre società. Diseguaglianze che fanno aumentare la miseria e la disperazione. Ma per far questo deve porre dei limiti ai guadagni speculativi, deve creare una giustizia fiscale che consenta un equilibrio sociale pur nel rispetto dei meriti e delle iniziative, deve semplificare la vita dei cittadini, deve porre attenzione nella realizzazione di una giustizia “giusta”, veloce, indipendente, professionale, senza ambizioni di condizionare l’attività legislativa, deve sviluppare le attenzioni per l’educazione e gli investimenti per la ricerca.

E forse può fare anche un’altra cosa. Può smetterla di voler colonizzare altri popoli che considera arretrati e comunque possessori di risorse da depredare, smetterla di dire che vuole portare la democrazia non solo dove non è possibile ma dove sarebbe un disastro, smetterla di finanziare gruppi che si spacciano per amici e difensori di interessi comuni e che poi diventano terroristi, infine, smetterla di produrre armi e venderli per soldi a chiunque. I maggiori produttori di armi sono infatti quelli che poi dicono, anche nei consessi internazionali, di voler difendere la libertà dei popoli e la democrazia.

4 gennaio 2017

Quando un partito o un movimento non ha programmi ma valori, propugna la democrazia diretta e una gestione della democrazia in chiave tecnologica, scavalca quindi superandola la democrazia rappresentativa, non approfondisce le regole della comunità perché tanto sono tutte da cambiare, cerca adepti nella gente comune disposta a partecipare alla sua avventura umana, ma quasi religiosa per la sacralità delle regole, a prescindere dalle competenze perché tanto tutto deve essere gestito come in una comune dai cittadini, stabilisce appunto le regole cui tutti devono attenersi come fossero comandamenti che vengono dall’al di là e chiede il rispetto assoluto e cieco delle decisioni dei vertici come fossero dei santoni ispirati da una superiorità non definita ma percepita, ecco allora siamo di fronte a un fenomeno strano. Un fenomeno che niente ha a che fare con la democrazia e con la politica propriamente detta, ma siamo di fronte ad una mistica rafforzata e amplificata e giustificata da una coesistente realtà sprofondata nel degrado, nella corruzione, nell’odio e nelle lotte senza quartiere per sopravvivere. Un degrado e un odio che vanno alimentati e diffusi perché la loro presenza rafforza la mistica del messaggio proposto. Una prospettiva che solo la fantascienza o terribili dittature del secolo passato sinora avevano prospettato e il cui finale può essere obbiettivamente non precisato, ma forse ragionevolmente temuto.

5 gennaio 2017

Tanta gente, compreso illustri economisti magari premi Nobel o comunque ricchi di riconoscimenti, discute se in un paese e in un contesto sociale attuale bisogna privilegiare la crescita o la austerità. Con alcune teorie succedanee come quella del prode Latouche relativa alla decrescita felice che ricorda la barzelletta del tedesco che a Parigi si informava se si poteva corteggiare una bella donna francese non offrendo champagne ma birra. Il dilemma è fondamentalmente stupido perché un paese per vivere ed offrire una prospettiva ai propri cittadini deve crescere. Solo la crescita può, infatti, garantire lavoro e occupazione, servizi e assistenza, istruzione e cultura. Naturalmente questo non è in contrasto con la necessità di una corretta gestione della cosa pubblica, dalla attenzione agli sprechi alla valutazione delle priorità e tempistiche degli investimenti. Il fatto è, ed è quello che questi economisti e grandi speculatori dei numeri non dicono e non vogliono dire, che per gestire la cosa pubblica ci vuole gente che lo sappia fare e che lo faccia come servizio civile e non come speculazione e prestigio per lui e per i suoi amici. Il problema non è austerità o crescita, il problema è capacità o improvvisazione da parte di chi viene incaricato di gestire. Allora impostiamo bene il dibattito e non lasciamoci trascinare dagli imbonitori o da politici di complemento.

7 gennaio 2017

Cambiare opinione?

Teoricamente chiunque può pensare qualsiasi cosa su un fatto o una persona e pensare cose diverse sullo stesso fatto o sulla stessa persona a distanza di tempo o al verificarsi di determinate circostanze. Praticamente avviene raramente e tutti si prodigano a spiegare che ciò non avviene in nome della coerenza che è considerata un valore. Pensare le stesse cose a distanza di tempo su qualunque cosa è considerato coerente e degno di rispetto. Anche se il tempo trascorso ha cambiato radicalmente le condizioni di valutazione oppure ha cambiato le nostre conoscenze e i nostri pensieri. Ma la coerenza è la coerenza, smentirsi è un brutto segno, negativo. La verità è che cambiare opinione è faticoso e non tutti sono capaci di fare questa fatica o non hanno proprio voglia di farla ed allora non la fanno. Spesso la coerenza è solo figlia di pigrizia o di incapacità e non di un valore.

8 gennaio 2017

La terza via.

Nella logica classica una cosa è vera o è falsa, non esiste una terza opzione. Intanto esiste, come è ormai noto a tutti, la post verità che la rete ha sdoganato e cioè quello che dico è vero, a prescindere che corrisponda alla realtà o meno, se chi ascolta crede che sia vero. Ma senza considerare la post verità è anche assodato che esiste una zona grigia nella quale anche in modo contradditorio la verità e la falsità si intrecciano. In altri termini, le cose sono spesso non tutte vere o tutte false, ma un po’ e un po’. La nostra mente anche per le barriere dei pregiudizi che si costruisce può non rendersene conto, ma la nostra coscienza se ne rende conto sempre. In altri termini, noi sappiamo sempre dove è la verità totale o parziale, solo che spesso o quasi sempre non lo percepiamo o meglio non lo vogliamo percepire. Solo uno scienziato o un laico lo percepisce sempre e per questa ragione i suoi percorsi intellettuali e morali sono più agitati.

9 gennaio 2017

Le bollette.

Le bollette che gli erogatori dei servizi di base per una comunità come luce, acqua e gas e che in genere agiscono in quanto concessionari dello Stato quando non sono imprese direttamente di proprietà, almeno nella maggioranza, dello stesso Stato o delle sue istituzioni periferiche sono come delle cartine di tornasole. Infatti, riescono a fotografare lo stato di salute e l’organizzazione delle aziende erogatrici da una parte e dall’altra non riescono a nascondere i trucchi che vengono compiuti sulle spalle dei cittadini per non far vedere incapacità o peggio, con la connivenza degli organi di controllo statali, della magistratura, delle associazioni di volontariato e dei media che potrebbero in questa come in altre occasioni non perdere la opportunità per svolgere il loro ruolo sociale. Queste bollette portano l’importo relativo al servizio propriamente detto, le imposte che gravano su tali importi e le spese delle aziende erogatrici. Tali spese spesso vengono indicate come spese di spedizione, per l’elaborazione delle fatture, per non meglio specificati servizi ai clienti. Tutte voci che dovrebbero essere comprese nel valore della unità di energia che viene fornita insieme al costo proprio della materia prima e all’eventuale costo di trasformazione o di trasporto sino alla abitazione degli utenti. Evidentemente sono cartine di tornasole perché ci dicono che queste aziende non sono efficienti, mancano di professionalità, sono ridondanti per motivi che all’utente non dovrebbero riguardare e scaricano in questo modo non misterioso ma ricattatorio queste loro inefficienze. Far funzionare queste aziende scegliendo bene il management è un compito della politica, controllare è compito dei sindacati nell’interesse dei lavoratori, diffondere il loro modus operandi è compito di una stampa libera e attenta. Ma questi settori della società sono occupati a combattersi reciprocamente per il potere o a conservare privilegi.

10 gennaio 2017

Le nozze con i fichi secchi.

Il movimento 5 stelle ha lasciato nel Parlamento europeo il gruppo cui era iscritto dall’inizio della legislatura. Questo è un gruppo di antieuropeisti di cultura fascista tanto è vero che l’adesione del movimento italiano era stata a suo tempo opportunamente sottolineata in senso negativo da molti democratici europei oltre che italiani. L’idea dei capi dei 5 stelle era di aderire ad un gruppo liberale fortemente europeista. Certo il salto della quaglia era effettivamente da considerarsi un po’ forte, ma i giornali lo avevano spiegato dicendo che finalmente il movimento si metteva a fare politica e non solo si   dedicava a lanciare proclami o a fare dichiarazioni più o meno strampalate. Infatti, fare politica significa tenere conto delle circostanze e della possibilità di fare quello che si può con quello che si può ed inoltre di lavorare per il futuro. L’adesione al gruppo liberale avrebbe un po’ ripulito l’immagine europea del movimento, gli avrebbe procurato più soldi per il meccanismo adottato da quel parlamento per i rimborsi elettorali ed anche più potere perché sarebbe confluito nel terzo gruppo per dimensioni. Ma come dice un detto popolare non si possono fare le nozze con i fichi secchi perché, dopo di averlo detto formalmente ed aver fatto votare via internet il solito gruppettino di aficionados, il gruppo liberale con il quale il movimento voleva andare ad associarsi ha fatto sapere che non ci pensava assolutamente di accogliere questi girovaghi folkloristici con i quali non trovava particolari comunanze politiche e intellettuali. Certo adesso il movimento a livello europeo è un po’ appeso sul niente e deve decidere cosa fare e naturalmente per cercare di coprire la incapacità politica dimostrata ha cominciato a dichiarare che i poteri forti hanno avuto paura e stanno cercando di respingerli secondo le migliori teorie complottiste delle migliori famiglie. La verità è che mettersi a fare un mestiere che non si conosce non sempre è facile, così come pensare che il successo in casa propria apre tutte le porte del potere non sempre corrisponde alla realtà, comunque l’abitudine di non vendere la pelle dell’orso prima di prenderlo è sempre consigliabile.

Inserito il:21/01/2017 12:04:35
Ultimo aggiornamento:21/01/2017 12:20:17
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