Aggiornato al 27/04/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Global Markets – Editorial Team - Elvira Nabiullina

 

Lo zar e la zarina

di Vincenzo Rampolla

 

Nell’immaginario collettivo, zarina ieri era la sposa dello zar, oggi è una donna molto potente.

Non è un mistero che Elvira Sakhipzadovna Nabiullina sia la vera zarina, la donna più importante di tutte le Russie. Anche in pubblico, Putin la chiama per nome. Lei è la personificazione di un altro sogno sovietico, gemello e nostalgico: dominare il pianeta, identico a quello americano: poco importa da dove tu parta, ma con sacrificio, capacità e tenacia, puoi arrivare in cima.

Nata nel ‘63 a Ufa, capitale della remota Repubblica Baschira negli Urali, regione coperta di foreste e solcata da 13.000 fiumi, con 4 milioni di abitanti, di etnia tartara, è figlia di un camionista e di una operaia. Studentessa eccezionale impara il francese e l’inglese, vive immersa nei libri e divora le opere di Verlaine. Comunista dura e pura, alla Georgij Plechanov, prestigiosa facoltà di studi economici dell’Università Statale di Mosca, è famosa per saper ripetere a memoria il tomo di Economia della rivoluzione di Lenin, i capitoli dal Capitale di Marx e le opere di Engels. Negli anni '80, vince un posto al Dipartimento di Economia dell'Università Statale. Nel dicembre ‘91, dopo che in una dacia nei pressi di Minsk, i presidenti di Russia, Bielorussia e Ucraina firmano lo storico accordo per lo scioglimento dell’URSS, restituisce la tessera del partito, infilandola sotto la porta della sezione universitaria. A 25 anni si sposa con Jaroslav Kuzminov, celebre economista e suo docente universitario. Nell’88, nasce il figlio Vasiliy, analista economico presso la Scuola Superiore di Economia. Dopo la laurea, inizia una brillante e inarrestabile carriera: dirigente dell’Unione per la scienza e l’industria dell’URSS (diventata nel ‘91 l’Unione russa di imprenditori e industriali), nel ‘94 si trasferisce al Ministero per lo Sviluppo Economico e del Commercio poi a Sberbank, uno dei principali istituti finanziari del Paese. La rivista Euromoney l'ha nominata Governatore di Banca Centrale dell'anno per il 2015, seguita nel 2017 dalla britannica The Banker.

Elvira non ha mai rinnegato la sua opinione: la fine dell’URSS è stata una catastrofe. È su questo punto che negli anni si è saldato il marriage ideologico con Vladimir, esattamente della stessa idea. Recentemente si è però sfiorato il divorzio: Governatrice della Banca Centrale russa, ha considerato l’invasione dell’Ucraina come una sorta di tradimento che rischia di vanificare anni di sforzi e duro lavoro per garantire al Paese un posto in prima fila nel mercato internazionale. Per due volte ha dato le dimissioni, ma lui le ha respinte, riconfermandola. Devi rimanere al tuo posto, per non essere tu tacciata di tradimento, le ha detto. Stile di Putin, pronto a rinfacciare all’altro le proprie carenze.

Quando Anatoly Chubais, economista di gran fama, padre delle privatizzazioni al tempo del presidente Yeltsin e stretto collaboratore di Putin, si dimette da ogni incarico e lascia il Paese, lei resta sulla breccia, nella tempesta, pronta ad afferrare il timone. Look impeccabile da top gun della finanza internazionale, casco capelli alla Mireille Mathieu, nessun trucco, abiti curatissimi. Sul colletto, foulard o giacca spiccano preziose spille anche vistose, simboli di un linguaggio in codice, dirette agli operatori: Pensate. All’annuncio del taglio dei tassi di interessi, c’era una colomba della pace e mise fine alla rivolta dei pensionati russi; quando annunciò il lock down bancario per il Covid, era a forma di casa, per dire ai russi: Non uscite. Altre a forma di onda blu, di pallino rosso, di bicchierino, di cicogna, dal significato ambiguo e misterioso, mai rivelato. Parole sue.  Dopo l’invasione dell’Ucraina si è presentata vestita completamente di nero.

Bisogna risalire agli anni '90, quando il Paese stava paurosamente flirtando con il capitalismo ed è scoppiato uno scandalo bancario di dimensioni inimmaginabili. Le banche proliferavano a centinaia, traendo profitto dalla speculazione valutaria e dai mercati, più che dalle solide basi del prestito: entro la metà del decennio, si parla di 2.500. Molte sono diventati canali per attività illecite, rimpinguate di denaro offshore o di contanti da operazioni sporche, con speculazioni, criminalità organizzata e finanziamenti politici clandestini. I primi grandi sforzi per reprimere la criminalità si notano ​​all'inizio degli anni 2000, quando la Russia è passata daltutti contro tutti, per arricchirsi”, sotto Boris Eltsin. Ma il progresso è lento, la resistenza altissima e il marcio nel sistema bancario dilaga a macchia d’olio. Prima che Nabiullina assuma la carica di Governatore a primavera 2013, il suo predecessore, Ignatiev, ha spifferato a un quotidiano che un enorme flusso di $49 Mld illeciti ha indebolito l'economia del capitale e compromesso il pagamento delle tasse e che più della metà di tale importo era dovuto alle scatole cinesi societarie. Si ha l'impressione che siano tutti controllati da un unico gruppo ben organizzato, ha detto. Centinaia di quelle più piccole, di proprietà privata, stanno diventando sempre più pesanti. Salvare le banche in dissesto è costato miliardi è servito a ben poco per rilanciare gli istituti di credito.

Pacata e senza pretese, gestisce quello che in Russia è chiamato un megaregulator. Tradotto suona: sgombrare il pozzo dal liquame. Almeno metà di tutte le banche hanno voragini nel proprio capitale, dice M.Mamonov, del Center for Macroeconomic Analysis and Short-Term Forecasting di Mosca; chiamato in aiuto dalla Banca Centrale, ci ha lavorato sodo e dice: il deficit potrebbe arrivare a $50 Mld, circa 3,5% del PIL, quasi il doppio di quanto la Banca Centrale ha speso per la pulizia negli ultimi 3 anni, mentre cresce la preoccupazione che la sozzura possa infestare le grandi banche private, sommerse da prestiti inesigibili e capitali inadeguati.

Quando la Banca Centrale ci ficca il naso dentro e inizia a vederci chiaro, che scopre? Solo il 40 % di ciò che le banche dichiaravano era effettivamente nei libri contabili, impossibile quindi conoscere con certezza la loro reale solvibilità. Come salvarle? Pochi mesi dopo l’ingresso in Banca Centrale, a giugno 2013, cresce il giro di vite di Elvira. Ha un alleato speciale, unico: Vladimir. Si reca di persona da Putin, mossa insolita che la porta a giustificarsi con i colleghi. Deve farcela, a tutti i costi, deve ricevere la parola magica, scarabocchiata dallo zar sul documento che gli aveva messo sotto il naso: Я согласен, (Io sono) D'accordo.

La prova del fuoco per Nabiullina ormai Governatrice della Banca Centrale arriva a fine 2014. Sin dalla sua nomina si è concentrata sull'arresto dell'inflazione e sfrutta i contatti acccademici e quelli internazionali, bussa alla porta del FMI (Fondo Monetario Internazionale); passo dopo passo si lancia e organizza seminari di formazione sull'economia globale per il personale della Banca Centrale. Quell'autunno i prezzi del petrolio crollano e le sanzioni bombardano la Russia con l'intervento militare in Ucraina. Il rublo è in caduta libera. Non riesce a portarlo a una fluttuazione libera, non funziona. Attinge al prestito dai miliardi delle riserve e evita il default sui debiti esteri. Non bastano, sono sforzi insufficienti per sostenere il rublo. A dicembre coinvolge la Sberbank, la più grande istituzione finanziaria dello Stato, gestita dal suo vecchio capo Gref, lo zar riformista, redattore del primo progetto di rivoluzione economica all’insediamento di Putin nel 2000.

Rispetto al dollaro, il rublo perde quasi la metà del suo valore e l'inflazione tracima. Che fare con le banche più grandi invischiate nel vortice? Spingere le altre banche a rilevarle con finanziamenti a basso costo. E mese dopo mese scatta isterico il ritmo di fusioni, fallimenti e chiusure. A gennaio 2016, la banca Vneshprombank collassa e Nabiullina convoca una riunione d’urgenza sul rublo. Classificata tra le prime per entità di risorse, ha appena celebrato il 20° anniversario, con clienti VIP e grandi Società di Stato, Comitato Olimpico russo e familiari di alti funzionari della Duma. Non è stato un buco quello trovato nei libri contabili della banca, bensì una voragine. Tra le altre furbate, la Banca aveva giurato di avere un conto di $ 50M presso la Citibank e il saldo vero era di $ 10.000. Il Direttore aveva semplicemente falsificato i documenti con una fotocopiatrice, verità emersa a febbraio, durante la testimonianza in un'audizione parlamentare.

Quel giorno, Valentina Matvienko, Presidente della Camera Alta del parlamento critica Nabiullina: Lei non agito prima. Questa banca ingannava continuamente la Banca Centrale e Lei non se n’è accorta?Dov’era? Svergognata dalla feroce critica, ingiusta e pubblica, sputtanata da chi da tempo ambiva alla sua poltrona, chiede aiuto a Putin. Lo ottiene, e alla conferenza di giugno presenta la legge per i banchieri, prima ancora che sia approvata. I problemi accumulati dalle banche si sono rivelati maggiori del previsto, afferma. L'intero sistema di supervisione necessita una revisione radicale. Il vecchio sistema per salvare le banche, reclutare quelle più sane per entrare come investitori ha fatto acqua, ammette. Secondo il nuovo piano, quando una banca è in difficoltà, la Banca Centrale interverrà, trasformando anche il Dirigente in proprietario e gestore. Arriva a chiedere a Putin di prendere in considerazione la modifica della legge russa per impedire ai banchieri sospetti di fuggire dal Paese (di rimando, lui le risponde [estratto  d’archivio] che ci avrebbe ripensato… A differenza dei nostri colleghi in altri Paesi, è un dovere scoprire quando ci hanno mentito, ha detto a una rivista russa. Indicando i banchieri russi, ha aggiunto: Falsificano le cifre, depredano i beni, fuggono dal Paese e rimangono lì con i soldi dei creditori e dello Stato e non devono affrontare alcuna punizione? Nel 2016 Nabiullina ha chiuso quasi 100 banche e altre 300 negli ultimi 3 anni, con una bonifica senza precedenti. È solo l'inizio. Sono rimaste circa 600 banche nella grande Russsia, mentre A.Danilov analista di Fitch Ratings, ha calcolato che come mercato emergente la Russia se la caverebbe alla grande con non più di 60 istituti di credito.

Resta l’ultima banca, la Peresvet Bank (Joint Stock Commercial Bank for Charity and Spiritual Development of Fatherland) con un privilegio unico e ineguagliabile dalle altre banche: la potente Chiesa ortodossa russa è azionista di maggioranza, vantaggio che le ha conferito uno status regale. Per più di 20 anni, le grandi Aziende di Stato hanno imbottito con i loro risparmi le pingui casse della fedele e devota banca ecclesiale. Inutile. In meno di un mese, la prima tra le 50 più grandi banche russe, si dissolve e scompare, rilevata dalla Banca Centrale. Ultima vittima di un'epurazione finanziaria pilotata dalla zarina Elvira.   

Nabiullina è riuscita a evitare il crollo della moneta nazionale, attenuando in gran parte la controffensiva delle sanzioni e opponendosi strenuamente al pagamento del gas in rubli, annunciato e poi rimangiato da Putin. Di recente, alla conferenza stampa annuale della maratona di Putin, un giornalista di una regione in cui una grande banca in difficoltà era appena stata rilevata dalle autorità, lo ha interrogato sull'impatto prodotto sui clienti. Il Presidente, emulando la divina Pizia, ha risposto: Non c'è nessuno che pensi che la Banca Centrale, nel ripulire il sistema finanziario, stia commettendo un errore. Solo nessuno.

(consultazione:    gino gullace – il giorno; antonella scott – sole24ore; wikipedia; lettere da mosca; gatestone institute; pravda; jerusalem post)

Inserito il:21/04/2022 18:53:53
Ultimo aggiornamento:21/04/2022 19:00:40
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