Aggiornato al 27/04/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

José Augusto (Bologna, 1972 - Licata, AG) - Fichidindia

 

La stagione dei gran bastardi

di Gianni Di Quattro

 

La stagione del ficodindia è l’estate. I frutti prodotti da questa pianta tropicale e che vive in zone calde dove può godere di soleggiate continue e forti non sono da tutti apprezzati a causa dei tanti semi nascosti in mezzo alle dolcissime e colorate polpe che sembrano raccogliere il calore e la forza dell’estate. Il calore perché lasciano in gola dopo averli mangiati per molto tempo una grande dolcezza e la forza perché sono frutti vigorosi e non mollicci come le banane o il tradizionale fico, famoso perché antico e presente nel paradiso terrestre.

Ma il ficodindia, inoltre, riserva una grande sorpresa e cioè dopo la stagione estiva che è la sua, offre ai buongustai una seconda produzione verso la fine dell’anno, tra l’autunno e l’inverno, con frutti leggermente meno dolci ma più grandi e consistenti, quasi più belli esteticamente. Ecco questi sono chiamati i gran bastardi perché nati e disponibili al di fuori della loro stagione.

Ma il ficodindia al di là del suo sapore ha anche altri due grandi significati allegorici e che sono importanti e forse poco osservati in tempi in cui i legami tra la natura e i comportamenti degli uomini interessano poco. Gli uomini sono distratti in generale dalle loro corse per avere piacere e denari con ogni mezzo.

Il primo di questi significati è il fatto che rappresenta un frutto povero, nato e sviluppato in paesi poveri, paesi con tanto sole e poco benessere, gustato da poveri e poco presente nelle mense dei ricchi soprattutto se raffinati e seguaci di sistemi di alimentazione internazionali improntati alla leggerezza e a gusti molto soavi di breve durata. Il ficodindia dunque è un simbolo, rappresenta il povero, il terzo mondo, quella parte di mondo dove si fatica a vivere e dove ci si consola con i prodotti della terra naturali e forti, che danno vigoria e sapore.

Il secondo di questi significati è il fatto che rappresenta la doppiezza dell’uomo, quando non rispetta le regole, non segue le normali leggi della natura e rinasce con prepotenza quasi a volere imporre una sua presenza quando non dovrebbe e peraltro in una stagione non molto aperta alla produzione di cose con sapori forti e decisi. La stagione dei gran bastardi appunto.

Bastardi perché spuntano quando non dovrebbero, lo fanno con prepotenza, assorbono risorse che la natura potrebbe destinare ad altro e si impongono con la loro apparente bellezza affascinando moltitudini impreparate a sapori e gusti forti come quelli del ficodindia.

Bastardi come tanti se ne riscontrano persino tra gli uomini quando cercano di essere dove non dovrebbero, di fare quello che non sanno fare, di prendere quello che sarebbe o potrebbe essere destinato ad altri, di ingannare con la loro presenza senza tuttavia riuscire ad essere quello che altri uomini in altre stagioni riescono ad essere e a dare. Insomma dei falsari, dei doppiogiochisti, degli ingannatori e degli accaparratori, a danno di altri, di risorse disponibili.

Il ficodindia dunque produce un delizioso frutto per molti che lo apprezzano ed è soprattutto un simbolo di quelli che sono poveri e vivono in luoghi poveri. E poi nasconde tra i suoi frutti molti bastardi, esattamente come in ogni comunità umana avviene purtroppo.

Pensando alla società contemporanea si potrebbe dire che intere categorie sociali potrebbero fregiarsi del ficodindia come bandiera in quanto nelle loro fila annoverano una moltitudine di bastardi, per esempio quella dei politici. Infatti, anche i politici sono spesso belli da vedere e con contenuto misero o persino inesistente, si mascherano tra le persone normali, si appropriano di risorse destinabili ad usi più opportuni, spuntano quando non dovrebbero. Proprio come i fichidindia.

 

Inserito il:11/11/2017 17:48:40
Ultimo aggiornamento:11/11/2017 18:12:09
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