Aggiornato al 27/04/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Janet Kruskamp (Los Gatos, CA - United States) - Monkey and Pear Tree

 

L’uomo che cadde dal pero - Controstoria grillina (2)

(seguito)

di Tito Giraudo

 

Il Cavaliere etereo

Alle elezioni politiche del 94, sembrò che nulla potesse fermare la sinistra le cui liste furono definite dal Segretario del partito di cui ho dimenticato il nome: “la gioiosa macchina da guerra”.

Liquidati tutti i partiti presenti sul mercato, agli ex comunisti nulla avrebbe impedito di andare al Governo, anche perché i Popolari e il Patto Segni nel caso di bisogno avrebbero collaborato.

Sarà il “Cavaliere etereo (etereo, perché monopolista delle TV private nazionali) a sparigliare il banco, creando in quattro e quattr’otto una coalizione “Moderata” che faceva il paio, in quanto a ipocrisia, con quella opposta, poiché definire moderati: Fini di Alleanza Nazionale e Bossi della Lega Nord, avrebbe offeso prima di tutti loro.

Forza Italia, un Partito creato dal nulla, risultò il Partito di maggioranza relativa mentre le coalizioni: FI e Lega al Nord, e FI e Alleanza nazionale al Sud, insieme, vinsero le elezioni. Berlusconi fu il Capo del Governo, il gioioso Occhetto dovette dimettersi da Segretario del partito di cui non ricordo il nome.

Cari amici che odiate Berlusconi, per un momento non pensate al Cavaliere, fate finta che a vincere le elezioni sia stato: Giovanni Etereo, così potrete seguire il mio ragionamento senza andare di matti.

Etereo, milanese, è un imprenditore rampante, mai avuti guai giudiziari, in politica stima Craxi senza dichiararsi socialista.

La sua vittoria fu per molti un fulmine a ciel sereno. Le reazioni furono diciamo … sopra le righe e secondo me, alla faccia della sbandierata Democrazia, sempre sbandierata fin dalla Resistenza.

Iniziamo dai magistrati. Dopo mani pulite erano diventati una casta sacerdotale, tutti se li filavano, persino Etereo utilitaristicamente propose a Di Pietro di fare il Ministro della Giustizia, il PM milanese era stato l’ariete del pool milanese, quello che se le cose fossero andate male poteva essere sacrificato. Personalmente non credo che il suo rifiuto fosse dettato dalla purezza, piuttosto sono propenso a credere sapesse cosa doveva aspettarsi Etereo, infatti passarono pochi mesi che il giorno prima di un Summit internazionale, il Corriere pubblicò la notizia che al Presidente del consiglio sarebbe stato recapitato un avviso di garanzia. Iniziò così il girone infernale degli avvisi, dati prima ai giornali amici e poi recapitati all’interessato. Di quegli avvisi ne arriveranno a iosa e di tutti i tipi: fiscali, per mafia, sessuali, fino ad arrivare a una condanna definitiva che lo priverà del seggio parlamentare e persino del cavalierato. Di oggi la notizia, a proposito di quella condanna, che la Corte Internazionale di Giustizia di Strasburgo ha chiesto spiegazioni all’Italia su 10 punti dove sarebbero state rilevate irregolarità. Di oggi, pure la constatazione che i principali quotidiani tacciono la cosa, oppure la minimizzano, cosa comprensibile dal momento che il perverso circuito magistrati-giornalisti funziona ancora.

Veniamo alla sinistra, non potendo dire che consideravano illegittimo il voto degli elettori, cavalcarono il conflitto di interesse. Tra le tante esagerazioni imputate a Etereo, quella del conflitto ha sicuramente una ragione di esistere, dal momento che la sua azienda era concessionaria e nonostante Etereo avesse abbandonato le cariche sociali, penso sia stato un escamotage formale. Tuttavia, nessuna legge dello Stato avrebbe mai potuto farlo decadere.

Mi chiedo perché, dal momento che la sinistra aveva governato da mani pulite in avanti, il problema non si fosse mai posto. Ripensandoci, la spiegazione è semplice: se per Etereo il conflitto di interessi era grosso come una casa, per gli uomini dell’ex PCI, era alto come un grattacielo il rapporto con quel Movimento Cooperativo che, negli anni, da società di Mutuo Soccorso si era trasformato  in un impero economico che spaziava nei più svariati settori: la grande distribuzione, l’agricoltura, le costruzioni, persino le assicurazioni. Alla faccia del conflitto, dal momento che le coop del settore delle costruzioni partecipavano, quasi sempre vincendole, alle opere pubbliche, mentre nella grande distribuzione si impediva, grazie ai Sindaci compagni, il nascere della concorrenza (Caprotti insegna).

Si arrivò addirittura, in un Governo Piddino di fare Ministro del Lavoro l’ex Presidente della Lega delle COOP. Facce di tolla, alla faccia del conflitto di interessi.

Ma veniamo all’accusa che Etereo sia stato a galla grazie al potere mediatico. La cosa, ritengo abbia senz’altro un suo fondamento in quanto, il nostro, aveva a disposizione un quotidiano e canali televisivi di tipo generalista che certo fecero la loro parte.

Tuttavia, guardiamo però cosa avevano a disposizione i suoi nemici.

Innanzi tutto la corazzata RAI, allora tutta schierata, tre canali tre, verso il Centro sinistra che andava formandosi, sempre alla faccia del conflitto di interessi …..

Che dire poi dei principali quotidiani: Repubblica, che allora era il primo giornale come numero di lettori, poi il Corrierone ed infine La Stampa di Agnelli. Certo i livelli di livore di Repubblica furono inarrivabili, soprattutto perché nel frattempo il bell’Eugenio aveva venduto a peso d’oro la proprietà del giornale a Carlo De Benedetti che si era scontrato duramente con Etereo nell’acquisizione di un grande gruppo industriale, una delle tante svendite del suo sodale Prodi quando diresse l’IRI. Alla faccia del conflitto di interessi …

Per rincarare la dose vi voglio raccontare la saga di Montanelli.

Il grande giornalista se ne andò del Corriere da lui ritenuto troppo a sinistra. Secondo me aveva pure ragione, essendo la redazione imbottita di sessantottini. Fondò “Il Giornale”, quotidiano su posizioni liberali, non riuscendo a tenere la concorrenza dovette cercare un socio che trovò in Etereo; per alcuni anni tutto filò liscio, in quanto il nuovo socio gli lasciò pieni poteri. Quando entrò in politica, Montanelli si dichiarò contrario e con una parte della redazione se ne uscì fondando “La Voce”. Dopo poco tempo le posizioni di Montanelli si avvicinarono alla sinistra unendosi al coro, la quale sinistra, da reazionario lo trasformò in vittima, accreditandolo finalmente per quello che era: un grande giornalista ma, alla faccia della coerenza sua e dei sinistri.

Che dire poi del mondo della cultura, del cinema, della musica, per non parlare dei comici. Quando un giorno si farà la statistica di quello che si trasmise pro o contro Etereo, ne leggeremo delle belle.

In tutto questo bailamme a senso unico, emerse un certo Beppe Grillo che fino allora si era accontentato, oltre a far ridere (come oggi), di impostare strampalate battaglie, invadendo le assemblee dei soci dei grandi gruppi, oppure dai palchi per distruggere a randellate i computer, simbolo per lui di quanto peggio ci fosse al mondo.

Questa dunque la preistoria, perché la storia dell’”uomo caduto dal pero” potrete leggerla nella prossima puntata.

(Continua)

 

Inserito il:20/05/2021 19:39:00
Ultimo aggiornamento:30/05/2021 20:53:22
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