Aggiornato al 05/05/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Giuseppe Bertini (1825-1898) - Galileo mostra l’uso del cannocchiale al Doge di Venezia -1858

 

Uno sguardo altrove (01)

di Gianni Di Quattro

 

La Francia sta dimostrando la sua debolezza strutturale, la disorganizzazione delle Istituzioni, una politica sparpagliata tra vari partiti e movimenti dominati da personaggi mediocri e spesso obsoleti, una mancata manutenzione della sua democrazia, la disattenzione per il mondo che sta drasticamente cambiando, la sua attuale gestione presidenziale di basso livello ed insufficiente. Ne sono testimoni le situazioni sociali localizzate e non gestite e che oggi rappresentano fabbriche di terroristi e comunque di possibili criminalità diffuse, sindacati più politicizzati che attenti agli interessi dei lavoratori, una economia concentrata su pochi grandi gruppi che rappresentano strumenti di pressione inevitabili, un decadimento culturale che contrasta con il suo grande passato.

Molte analisi accreditate pensano assolutamente possibile la radicalizzazione della violenza nel paese, una violenza che converge da situazioni sociali e terroristiche oltre che dal diffondersi dalla criminalità. In questo senso molti vedono la Francia come un Laboratorio del futuro per altri paesi europei, un Laboratorio negativo con possibilità di creare riferimenti molto pericolosi.

Naturalmente il mondo sente l’assenza culturale della Francia, la sua mancanza di coraggio e la sua partecipazione ai problemi internazionali spesso assolutamente lasciata alla improvvisazione e alla impreparazione dei suoi rappresentanti istituzionali.

L’Unione Europea così come è non può funzionare, non ha anima, è solo un gruppo di banchieri e di uomini di finanza o di loro rappresentanti che cerca di gestire il movimento degli affari.  Eventualmente intervenendo qua e là quando e se si presentano problemi, come quello dell’immigrazione ad esempio, in modo estemporaneo al minor costo possibile. L’Unione Europea rappresenta dunque un apparato burocratico paragonabile ad una centrale bancaria internazionale che con i risparmi delle persone partecipa ad una sistema di speculazione finanziaria alle spalle naturalmente di questi risparmiatori ai quali di tanto in tanto viene concessa qualche briciola esclusivamente a scopo di promozione commerciale.

Se Brexit vince in Gran Bretagna (23 giugno). Vuol dire che prevale in questa gente la sua diversità storica, la differenza culturale che sente con il resto del continente, la sua singolarità che spesso molti considerano bizzarria, la sua vicinanza agli Stati Uniti e a paesi come l’India e il Canada piuttosto che alla Francia di Napoleone o alla Germania con le sue mire di predominio europeo e che si ripetono nella storia del continente. Vince tutto questo sulla volontà dei banchieri, sulle minacce dei finanzieri, sulle speranze degli speculatori.

E se Brexit vince forse diventa l’unico stimolo possibile per far capire alla Unione Europea che o cambia o muore. E non solo perché Brexit sarebbe subito seguita da una Nexit (Olanda) e una Dexit (Danimarca), ma perché si rimescolerebbero tutte le carte all’interno della Unione e si potrebbero rivedere funzioni e relazioni con i paesi membri. Questo non vuol dire tifare per la vittoria di Brexit perché molto probabilmente l’effetto di stimolo sulla Europa si è già verificato a prescindere dall’esito del referendum. Il problema è eventualmente individuare gli uomini europei su cui le popolazioni possono contare per il loro futuro, che possono, in altri termini, ricostruire il sogno europeo dei padri che lo hanno immaginato.

La verità è che non solo la Unione Europea va riprogettata per fare in modo che corrisponda alle speranze e alle esigenze dei popoli europei, ma tante istituzioni internazionali. Per esempio il Fondo Monetario Internazionale in cui gli Stati Uniti hanno la maggioranza finisce per rappresentare gli interessi dei grandi gruppi finanziari americani. Vuol dire che il Fondo non è poi questo grande strumento a disposizione del progresso dei popoli, ma più banalmente anche se legittimamente uno strumento finanziario speculativo.

In fondo come la BCE in cui la maggioranza è tedesca e dove solo la Presidenza Draghi sta garantendo, pur se tra mille difficoltà e polemiche, una certa utilità per tutti i paesi della Unione e che sta cercando di fare una politica di interesse generale. Alla scadenza di Draghi già la Germania ha rivendicato il diritto di avere un tedesco al suo posto e cioè ha voluto dire che la Banca deve fare prima di tutto gli interessi del suo paese rispetto a quello della Unione Europea.   

Anche le Istituzioni diciamo formalmente non speculative come la Nato dovrebbero essere o cancellate perché è cambiato il mondo rispetto a quando è stata costituita, il muro più famoso è caduto da anni o comunque rivisitate, allargate e destinate ad altri scopi come per esempio alla difesa dei diritti umani e alla collaborazione per la regolazione dei flussi migratori. E non più rappresentare strumento principalmente della politica estera americana (che per questo paga di più, qualcuno lo spieghi a Trump).

La Spagna a pochi giorni da un voto politico (26 giugno) che, secondo molti osservatori, non riuscirà a risolvere molto rispetto ai risultati delle elezioni del dicembre scorso che non hanno consentito di formare un governo dopo infiniti e inutili colloqui in cui ciascuno pensava di vincere e rifiutava l’arma del compromesso. Senza dubbio arriverà primo il Partito Popolare di Mariano Rajoy, che però comincia ad essere insediato dal ritorno sulle scene di Aznar ex Presidente del Consiglio, mentre è in dubbio chi arriverà secondo e cioè se il Partito Socialista come l’altra volta oppure se Podemos, questa volta alleato con la estrema sinistra, riuscirà a scavalcarlo. In ogni caso il prossimo governo dovrà essere di coalizione del Partito Popolare con i socialisti o con gli oltranzisti di Podemos. Vediamo se il senso di responsabilità prevarrà sull’egoismo e sulla incapacità politica.

In Venezuela la situazione è ormai arrivata al limite della decenza, anzi lo ha superato. La gente non ha da mangiare, i negozi sono vuoti, il paese sprofonda, Nicolas Maduro, il leader e successore di Hugo Chavez, si abbarbica al potere e non accetta la opposizione che lo vuole dimettere e che si fa di giorno in giorno più forte ed aggressiva, lancia anche querele a giornalisti di mezzo mondo. Il paese è isolato nella sostanza e potrebbe intervenire al più presto qualche organizzazione umanitaria, speriamo che non si arrivi agli eccidi.

Adesso comunque hanno ricominciato a parlarsi Stati Uniti e Venezuela e questa è una buona notizia. Si sono già incontrati John Kerry e il suo omologo Delcy Rodriguez. Vuol dire che Nicolas Maduro ha capito che non ha più corda da tirare e che i nordamericani non possono abbandonare il Venezuela per motivi umanitari, per la responsabilità che hanno nella regione, per l’effetto eco che la situazione del Venezuela può avere e anche per gli interessi economici che potrebbero configurarsi.

In Argentina il nuovo Presidente, Mauricio Macrì, non sta riuscendo nel suo compito di risollevare il paese che precipita. I sistemi di corruzione stanno emergendo e riguardano autorevoli personaggi, anche ex Ministri, del passato governo. Ma qualcosa sta sfiorando lo stesso Presidente Macrì per eventuale esportazione di valuta. Insomma questi grandi manager e imprenditori quando occupano posizioni nella pubblica amministrazione si dice che non rubano perché non ne hanno bisogno, ma sono talmente abituati a girare soldi che non si accorgono neanche loro dove vanno a finire. Tutto il mondo è paese.

Comunque in Argentina il Primo Ministro e storico collaboratore del Presidente Mauricio Macrì e cioè Marcos Pena, sostiene che il lavoro che è stato fatto in questi sei mesi è stato tanto e buono e che senza di esso l’Argentina si sarebbe trasformata in un altro Venezuela.

La soluzione di dare soldi alla Turchia per trattenere e respingere migranti e impedire che raggiungano i loro paesi solo la Germania con il supporto di Gran Bretagna e Francia potevano pensarlo. Non capiscono che non funzionerà e butteranno via dei soldi e che saranno ricattati dalla Turchia per questo, almeno per avere il loro supporto per la sua adesione alla Unione Europea. La Turchia di questo Presidente Erdogan ogni giorno che passa si dimostra degna dei suoi grandi misfatti del passato e avviata a rinfrescare la loro memoria. Alcuni osservatori anche di valore sostengono che una guerra tra la Turchia e la Russia tra l’altro non sarebbe una sorpresa, tutte le premesse ci sono, le posizioni e gli interessi diversi pure, il carattere per farla da parte dei due leader senza dubbio.

L’Arabia Saudita è amica dell’Occidente e in particolare storicamente degli Stati Uniti anche se con Obama i rapporti sono stati meno caldi che con i soliti repubblicani, sta preparandosi a vivere con i limitati profitti derivanti dal petrolio, che sono stati la sua ricchezza, programmando grandi investimenti nel mondo, finanzia l’Isis o il Califfato che dir si voglia sottobanco, invade lo Yemen, fa la lotta all’Iran, non ama Israele. L’Arabia Saudita è un problema del mondo.

Alcuni esperti internazionali sostengono che in questo momento la Corea del Nord possiede 21 bombe nucleari. Una notizia che dovrebbe allarmare tutti alleati inclusi di questo anacronistico paese, dove una persona può provocare qualsiasi disastro perché ne ha tutte le facoltà.

Hillary Clinton ha vinto le primarie di Washington anche se non ne aveva bisogno perché aveva già in tasca i numeri della sua nomination. Adesso vedrà nei prossimi giorni il suo accanito avversario in queste primarie, Bernie Sanders, dopo che quest’ultimo ha già incontrato il Presidente Obama, per concordare con lui una alleanza democratica in vista delle elezioni di novembre. Altro passo importante di Hillary sarà la nomina del suo Vice Presidente in caso di vittoria. Comunque Hillary sta raccogliendo molte adesioni da vari settori della società americana anche per le mosse improvvide del suo avversario Donald Trump. Lo stesso Partito Repubblicano per bocca di suoi autorevoli rappresentanti infatti sta di volta in volta smentendo le sue strampalate dichiarazioni su ciò che capita. Al momento attuale e alla luce di come si stanno mettendo le cose si potrebbe forse scommettere sulla Clinton come futuro Presidente degli USA.

Il marchese di Condorcet alla fine dell’800 con il suo paradosso ha dimostrato con molta evidenza come la regola della maggioranza può portare a scelte collettive incoerenti. Ecco perché non ci si deve meravigliare quando alcuni personaggi, come Donald Trump e tanti altri in giro per il mondo, ricevono tanti voti da cittadini festanti e ignari, che scambiano la protesta per un progetto, la caduta degli dei come un atto di religiosità.

Uno studio della Università di Harvard spiega e dimostra che le donne nella Silicon Valley sono poche e non hanno ruoli significativi. È una cosa strana perché in altre parti del mondo la tecnologia sta favorendo una presenza sempre più massiccia delle donne. Forse un problema di ambiente che non riesce a modificarsi.

Inserito il:15/06/2016 18:32:45
Ultimo aggiornamento:15/06/2016 18:38:25
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