Aggiornato al 24/04/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Uma Oswald (St Paul, Minnesota, United States) – “Defined and Described” final self-portrait
 

Il disturbo psicotico breve

di Anna Maria Pacilli

 

Questo disturbo rientra, secondo il DSM 5. nei “Disturbi dello spettro della Schizofrenia e altri disturbi psicotici”, categoria che comprende una serie di disturbi caratterizzati da anomalie psicopatologiche evidenti in ambito sociale, interpersonale, relazionale, cognitivo e percettivo. Tali anomalie sono rappresentate prevalentemente da deliri, allucinazioni, pensiero ed eloquio disorganizzato, comportamento motorio disorganizzato.

Il Disturbo psicotico breve si caratterizza per l’esordio improvviso di almeno uno di questi sintomi psicotici.

L’esordio improvviso rappresenta un cambiamento da uno stato non psicotico ad uno chiaramente psicotico nell’arco di tempo di due settimane, della durata di almeno un giorno ma meno di un mese, con pieno ritorno al funzionamento pre-morboso.

I disturbi psicotici, generalmente, hanno un esordio che comprende l’arco temporale di vita che va dalla tarda adolescenza alla prima età adulta, sebbene negli ultimi anni si è assistito ad un abbassamento dell’età di esordio della psicosi all’età di 13-14 anni.

I criteri diagnostici necessari per individuare la presenza di un disturbo psicotico breve comprendono:

  • Deliri, che rappresentano convinzioni erronee, ma non modificabili alla luce di evidenze contrastanti che può comprendere la persecuzione, ossia la convinzione di essere vittime di aggressioni, molestie e/o danneggiamenti, il  riferimento, ossia la convinzione che stimoli ambientali, commenti, agiti, siano rivolti a se stessi, la grandezza , essere convinti di avere capacità, fama, potere quasi soprannaturali, l’erotomania, ossia la convinzione infondata che qualcuno sia perdutamente innamorato di loro , il nichilismo, la convinzione che si verifichi un evento catastrofico, e deliri somatici, ossia preoccupazioni riferite alla salute e al funzionamento degli organi.
  • Allucinazioni, che rappresentano esperienze percettive che si verificano senza stimoli esterni, ossia, come si è soliti dire, “senza oggetto”, ma che appaiono vivide e sfuggono al controllo volontario in quanto sono vissute e percepite come reali. Le più comuni sono quelle a livello uditivo, che si presentano solitamente come voci, conosciute od ignote, distinte dai propri pensieri.
  • Pensiero o eloquio disorganizzato: l’espressione verbale dell’individuo può passare da un argomento all’altro, con un deragliamento o allontanamento dei nessi associativi tra le idee, e le risposte alle domande possono essere completamente non correlate.
  • Comportamento motorio grossolanamente disorganizzato e anomalo.  Tale comportamento può presentarsi in vari modi, tra cui il comportamento catatonico, ed indica una marcata diminuzione della reattività all’ambiente.

Per poter porre diagnosi di un disturbo psicotico breve è necessaria la presenza di almeno uno di questi sintomi.

Inoltre il disturbo non è meglio spiegato da altri disturbi (come quello depressivo maggiore, o quello bipolare) e non è attribuibile agli effetti di una sostanza o ad una condizione medica generale.

Il disturbo psicotico breve ha esordio con una sorta di “scompenso emotivo”, un senso di confusione, di compromissione cognitiva, isolamento, alterazione del comportamento e della propria capacità di giudizio.

Appare necessario puntualizzare che, nonostante il disturbo sia breve, il livello di compromissione può essere alto, con incapacità di prendersi cura di sé e del proprio spazio di vita, con completa remissione dei sintomi e un successivo completo ritorno al livello di funzionamento premorboso entro un mese dall’esordio del disturbo.

A livello terapeutico, oltre ai diversi orientamenti psicoterapeutici utilizzabili e all’eventuale utilizzo di psicofarmaci, appare fondamentale il coinvolgimento della famiglia nel trattamento delle problematiche relative all’età evolutiva.

 

Il caso clinico

 

Anna giunge nel mio studio con fare circospetto. Si guarda intorno molto intimorita. Si tratta di una ragazza giovane di 27 anni, che presenta da qualche settimana il sospetto di essere spiata quando si trova in posti che non conosce. Il problema sembra essersi verificato all’improvviso e senza nessun episodio simile in passato. Anna, anzi, appare preoccupata perché a causa del suo lavoro, deve spostarsi spesso e per lo più in posti che non conosce.

Fui fortunata perché grazie ad alcune coincidenze, riuscii a conquistare nell’arco di poco tempo la fiducia di Anna, con la quale concordai una terapia strategica breve (di cui parlerò in altra sede) con completa risoluzione dei sintomi e senza utilizzare psicofarmaci.

 

 

Inserito il:17/03/2022 10:58:16
Ultimo aggiornamento:17/03/2022 11:07:45
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