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Il lutto perinatale: un viaggio nel dolore dal trauma alla cura
di Anna Maria Pacilli
Il silenzio che segue la perdita di un bambino prima ancora che la sua voce abbia potuto farsi sentire è un silenzio diverso da tutti gli altri. Non è soltanto assenza: è un vuoto che si insinua tra le pieghe della quotidianità, un’ombra destinata ad accompagnare anche i gesti più semplici.
Il lutto perinatale è una ferita invisibile, spesso negata, che non trova parole né rituali condivisi.
La società tende a voltarsi altrove, come se la vita interrotta troppo presto non meritasse memoria. Eppure, per chi ha atteso, immaginato, sognato, quel bambino esisteva già: nei progetti, nelle stanze preparate, nei nomi sussurrati. La sua assenza diventa un trauma che non si misura in giorni, ma in possibilità spezzate.
Il lutto perinatale non è un lutto “minore”.
È un dolore che si insinua nel corpo e nella mente, che può trasformarsi in senso di colpa, rabbia, isolamento. La coppia, travolta da emozioni divergenti, rischia di smarrirsi: l'uno può cercare parole, l’altro trovare rifugio nel silenzio.
A volte il dolore divide, altre volte diventa collante, un patto tacito di resistenza.
La cura non sta nel dimenticare, ma nel dare un posto a chi non ha potuto vivere.
Una fotografia, una lettera, un nome inciso su una pietra: piccoli gesti che restituiscono dignità e permettono di trasformare il dolore in memoria.
La cura è anche ascolto: professionisti capaci di accogliere senza giudicare, gruppi di sostegno che spezzano l’isolamento, parole che legittimano la sofferenza.
Il percorso dal trauma alla cura non è lineare. È fatto di ricadute e di riprese, di giorni in cui il vuoto sembra insostenibile e altri in cui la vita torna a farsi spazio. Non si tratta di “superare” la perdita, ma di integrarla nella propria storia, di riconoscere che quel bambino, pur non avendo vissuto, ha lasciato un segno indelebile nella vita.
Solo così la vita può continuare, senza cancellare ciò che è stato, ma portandolo con sé come parte integrante della propria identità.
Da un punto di vista psicologico, il lutto perinatale è considerato un trauma complesso e spesso invisibile.
Doka (2017) parla di “disenfranchised grief”, un dolore non riconosciuto socialmente.
La perdita di un bambino durante la gravidanza o nei primi giorni di vita interrompe un processo di attesa e progettualità che i genitori hanno già interiorizzato.
La letteratura sottolinea come questo dolore sia aggravato dal fatto che non sempre viene riconosciuto socialmente: si parla di “lutto negato” o “lutto invisibile”, perché la società tende a minimizzare o a non legittimare la sofferenza.
Le linee guida internazionali (OMS, NICE) e studi italiani (Ravaldi, Vannacci, Cena), invece, sottolineano l'importanza di un approccio multidisciplinare al fenomeno, poiché il lutto perinatale non è un evento marginale, ma un trauma che richiede un percorso di cura ben strutturato.
Questo lutto, esattamente come gli altri, richiede tempo, riconoscimento e cura psicologica per essere elaborato. La strada da percorrere dalla ferita alla guarigione di essa, deve necessariamente passare attraverso l’accoglienza del dolore, il sostegno relazionale e necessita dell’intervento di professionisti adeguatamente formati.
L'impatto emotivo che si verifica è rappresentato da un dolore reso più forte dal legame che si è già costruito con il bambino atteso, dalle speranze e dai progetti immaginati su d lui e che, invece, vengono vanificati. Le reazioni comuni sono rappresentate da senso di colpa, rabbia, vuoto, e tendenza all' isolamento sociale.
Spesso questo fenomeno è definito “lutto fantasma” perché non sempre riconosciuto o, comunque minimizzato, dalla società o dai professionisti stessi. Le conseguenze sulla coppia, però, possono essere devastanti: incomprensioni, silenzi o conflitti che minano il rapporto di coppia. In altri casi, invece, questo dolore può rafforzare il legame se il trauma viene affrontato nl modo corretto.
La società e i professionisti sanitari rivestono un ruolo cruciale nel legittimare questo dolore e nel fornire strumenti adeguati per accompagnare i genitori nel percorso di guarigione.
E' sicuramente fondamentale il riconoscimento: il primo passo è validare il dolore dei genitori, evitando di minimizzare o razionalizzare la perdita, che racchiude in sé una componente emotiva molto importante.
Gli studi evidenziano reazioni comuni come senso di colpa, rabbia, vuoto, isolamento, difficoltà relazionali. Alcuni autori mettono in luce il rischio di sviluppare disturbi post-traumatici, depressione o disturbi d' ansia. La coppia può attraversare momenti di incomprensione, ma la condivisione del dolore tende a rafforzare il legame.
Da un punto di vista terapeutico, interventi di psicoterapia individuale o di coppia aiutano a elaborare emozioni complesse e prevenire i disturbi post-traumatici.
Da più parti, inoltre, è acclarato che creare spazi simbolici (lettere, fotografie, cerimonie) permette di dare un posto al bambino nella storia di quella famiglia. Inoltre, condividere l’esperienza con altre famiglie che hanno avuto lo stesso destino, riduce l’isolamento e favorisce la “resilienza”.
Il percorso di guarigione non vuol dire, banalmente, dimenticare, ma integrare quella perdita nella propria vita, trasformando il dolore in consapevolezza e forza.
Questo percorso non ha scadenze temporali, perché ogni genitore ed ogni coppia ha un ritmo diverso e risorse differenti.
In una prospettiva futura elaborare il lutto permette di riaprire lo sguardo alla vita, senza cancellare il ricordo di quel bambino mai nato.
Conclusioni
Il lutto perinatale è un trauma che segna profondamente l’esistenza dei genitori. La cura passa attraverso il riconoscimento sociale e sanitario, il sostegno psicologico e la possibilità di dare un luogo simbolico al bambino.
Dal trauma alla cura, il percorso è lungo e complesso, ma può condurre a una nuova consapevolezza, capace di trasformare la sofferenza in forza e possibilità di rinascita.
Bibliografia essenziale
- Ravaldi C., Vannacci A. (2014). La gestione clinica del lutto perinatale.
- Cena L. (2018). Psicologia clinica perinatale.
- Côté-Arsenault D. (2019). Perinatal loss and parental grief.
- Doka K. (2017). Disenfranchised grief.
- OMS (2020). Guidelines on perinatal bereavement care.
- Ravaldi C., Vannacci A. (2014). La gestione clinica del lutto perinatale.
- NICE (2021). Bereavement care in maternity services.

