George Tooker (1920-2011) - Government Bureau - 1956
Progetto Giovani - Voci dall'Università
I limiti di velocità
di Edoardo Amico
L’Italia è il primo Paese in Europa per apparecchiature per la rilevazione del superamento dei limiti di velocità sulle strade con più di 7.043 radar fissi (in pratica lungo la penisola 1,5 radar ogni 100 chilometri!). Seguono Francia e Spagna che hanno rispettivamente 3.324 e 1.800 dispositivi di controllo di velocità. Inizialmente i limiti di velocità furono introdotti per limitare il consumo di carburanti fossili, in seguito alla crisi petrolifera alla fine degli anni settanta.
Si è successivamente arrivati a giustificare la loro applicazione per la diminuzione dei danni alla circolazione e per la sicurezza degli utenti della strada. Attualmente i limiti stradali vigenti in Italia sono: 50 km/h sulle strade urbane (70 km/h se le caratteristiche costruttive e funzionali lo consentono, previo segnaletica), 90 km/h sulle strade extraurbane, 110 km/h sulle strade extraurbane principali e 130 km/h sulle autostrade (il CDS prevede un innalzamento del limite sulle autostrade a 150 km/h se la strada ha tre corsie più una corsia di emergenza, se le condizioni del manto stradale lo consentono e se in 5 anni non si sono verificati alti tassi di sinistri. Fino ad oggi questo innalzamento del limite non è mai stato applicato).
Tali limiti sono rimasti invariati da oltre cinquant’anni nonostante la tecnologia automobilistica abbia fatto passi da gigante. I freni a disco hanno sostituito i freni a tamburo offrendo una frenata più efficace e sicura, gli pneumatici più grandi rispetto al passato consentono maggior tenuta di strada e minor spazio di frenata e la loro qualità non è neanche paragonabile con i vecchi battistrada e inoltre lo sviluppo tecnologico ha consentito di implementare la tenuta di strada delle vetture con sistemi elettronici: dal 2004 è infatti obbligatorio montare il sistema ABS (sistema antibloccaggio) su tutte le nuove autovetture.
Altra innovazione ormai presente su gran parte dei veicoli è il sistema ESP (controllo elettronico della stabilità) un’evoluzione dell’ABS che non fa sbandare il veicolo in caso di manovre brusche. Addirittura molte case automobilistiche stanno sviluppando sistemi di frenata intelligente che permettono alla macchina di intervenire in situazioni di pericolo riducendo la velocità automaticamente, questo sistema è in dotazione già su numerose vetture in commercio, non ancora tutte le macchine ne sono equipaggiate dato l’alto costo di questa tecnologia ma tra qualche anno sarà sicuramente accessibile a tutte le categorie di veicoli.
Il risultato finale è sotto gli occhi di tutti, questi limiti li rispettano in pochi e quando lo fanno intasano la circolazione (questa non vuole essere una generalizzazione a tutte le strade italiane ma, da motociclista che percorre le strade milanesi quotidianamente posso affermare che, anche in una metropoli come Milano è difficile rispettarli). I sostenitori dei limiti stradali portano come tesi che non tutti gli utenti della strada sono esperti guidatori e spesso non tutti hanno il pieno controllo del loro mezzo. Questo purtroppo è vero ma una parte di responsabilità va attribuita alla scarsa educazione stradale fornita dalle scuole di guida, soprattutto qua in Italia, dove si dà più importanza alla conoscenza teorica che alla pratica (la teoria è una cosa ma la pratica è un'altra). Se si introducessero corsi di guida sicura obbligatori questo cambierebbe radicalmente le cose, non basta conoscere il significato dei cartelli se non si ha la minima idea di che traiettorie seguire affrontando una curva o come gestire situazioni pericolose in cui ci si ritrova spesso alla guida (è noto che l’utente medio “dà di matto” appena iniziano a scendere due gocce d’acqua) questo non solo manda il traffico in tilt ma aumenta il rischio soprattutto per chi guida ciclomotori e motoveicoli in quanto più esposti. Inoltre vi è anche una certa superficialità da parte degli esaminatori durante il conseguimento della patente, in quanto spesso tralasciano aspetti importanti concentrandosi piuttosto su aspetti superflui. E’ difficile trovare dei dati attendibili sull’esatto incremento delle entrate dei comuni dati dalle multe ottenute tramite l’uso degli autovelox ma negli ultimi cinque anni le sanzioni nel nostro paese sono aumentate del 987%, un valore che ci pone al primo posto assoluto della classifica mondiale, con un grande distacco nei confronti di tutti gli altri. Gran parte di queste sono dovute proprio agli autovelox.
Inoltre questi “apparecchi” hanno costi elevati: un Traffiphot III SR e un Autovelox 105, studiati per operare "da soli" sugli eccessi di velocità (il Traffiphot anche sui passaggi col rosso) costano dai 40mila ai 70mila euro (a seconda di accessori e delle installazioni), mentre un Autovelox 104/C in versione base (il più diffuso nei controlli con agenti e idoneo a funzionare anche senza, ma con una "resa" inferiore rispetto agli altri) si ferma a 20mila. Considerato l’ingente prezzo di ogni singolo dispositivo, si è sempre più diffusa la tendenza ad affittarli. Negli ultimi anni dai Comuni arrivano richieste per noleggi "tutto compreso": fornitura dell'apparecchio e gestione delle procedure, fino alla notifica ai trasgressori, in cambio di circa il 30% dell'importo incassato sui verbali. Normalmente, costruttori e importatori praticano direttamente il noleggio del solo rilevatore, con una formula che poi ne prevede il riscatto dopo qualche anno. Ma le richieste di formule "tutto compreso" sono poi soddisfatte dai noleggiatori puri, che per questo sono aumentati. Secondo la mia opinione andrebbero riviste le priorità dei controlli da parte delle forze dell’ordine che si concentrano sulla trasgressione dei limiti di velocità (anche se si tratta di basse velocità) invece che dare più importanza all’uso dei cellulari durante la guida. In conclusione i limiti di velocità sono necessari in quanto siamo tutti portati all'eccesso, ma andrebbero rivisti in base alla loro vera utilità, ovvero quella di salvaguardare le nostre vite e di chi ci sta attorno, e non basandosi su vecchie leggi che ai giorni nostri dovrebbero essere ormai superate.
Fonti: Il sole 24 ore, Automoto.it, ACI.it
Sull’autore:
Edoardo Amico
Classe 1994.
Frequento il corso di laurea di management pubblico, presso l’università statale di Milano. La mia più grande passione sono i viaggi in moto, da due anni ho creato e gestisco un gruppo di motociclisti organizzando viaggi e raduni. Nel tempo libero coltivo la passione per gli scacchi e letteratura classica.