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La Whole Body Vibration (1)
Carmelo Bósco: l'italiano che insegnò al mondo a vibrare per stare meglio
di Achille De Tommaso
Questo articolo si inserisce nel solco della mia attenzione scientifica, che porto avanti dai tempi della tesi di laurea: l'interazione tra tecnologia e fisiologia umana, e in particolare di come strumenti e metodologie tecnologiche possano non solo curare malattie, ma ottimizzare il processo stesso dell'invecchiamento.
Anni Settanta, piena Guerra Fredda. I cosmonauti sovietici tornavano dallo spazio ridotti a larve umane. Sei mesi in orbita e le loro gambe non li reggevano più. I muscoli si erano letteralmente sciolti come neve al sole, le ossa erano diventate fragili come gesso. La microgravità – quella condizione dove tutto galleggia e non c'è peso – aveva trasformato uomini atletici e addestrati in persone che faticavano a stare in piedi.
Era l'incubo della medicina spaziale sovietica. Come mandare cosmonauti nello spazio per missioni sempre più lunghe se tornavano devastati? Fu cercando disperatamente una soluzione che un gruppo di ricercatori russi, guidati da Vladimir Nazarov all'Istituto di Cultura Fisica di Mosca, inciampò in qualcosa di straordinario. Scoprirono che se applicavi vibrazioni meccaniche ai muscoli – piccole oscillazioni rapidissime, trenta, quaranta volte al secondo – quei muscoli iniziavano a contrarsi da soli. Come per magia. Non serviva volontà, non serviva sforzo cosciente. Era un riflesso automatico del midollo spinale che faceva tutto il lavoro. Un trucco neurologico così efficace che alcuni cosmonauti tornavano dallo spazio addirittura in condizioni migliori di quando erano partiti. Ma era l'era della Cortina di Ferro. Quelle scoperte rimasero sepolte in pubblicazioni oscure, scritte in russo, su riviste che nessuno in Occidente leggeva. Fino a quando, alla fine degli anni Ottanta, un fisiologo italiano con una passione smodata per il salto in alto e una curiosità insaziabile ne sentì parlare quasi per caso.
Si chiamava Carmelo Bósco. E stava per cambiare tutto.
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Un Italiano con un'Idea Folle
Bósco non era tipo da starsene con le mani in mano. Nato nel 1944, aveva dedicato la vita a studiare come gli atleti saltavano – letteralmente. Aveva passato anni a perfezionare test per misurare quanto in alto salta un cestista, quanto velocemente un velocista spinge sui blocchi. I suoi test erano diventati lo standard mondiale. Ma quando lesse di quegli strani esperimenti russi con le vibrazioni, ebbe un'illuminazione.
I sovietici applicavano le vibrazioni localmente – un dispositivo su un muscolo alla volta. Pratico forse per cosmonauti in orbita con attrezzature limitate, ma poco funzionale sulla Terra. E se invece – pensò Bósco – facessimo vibrare tutto il corpo insieme? Una piattaforma su cui stare in piedi che trasmette oscillazioni attraverso gambe, bacino, colonna, fino alla testa. Tutte le catene muscolari stimolate simultaneamente. Non aveva idea di star per aprire una rivoluzione che avrebbe cambiato la vita non solo agli atleti, ma a milioni di persone: anziani fragili che non riescono più ad alzarsi dalla sedia, diabetici con la glicemia fuori controllo, donne con ossa che si sgretolano in silenzio, pazienti con Parkinson che tremano e cadono.
La Magia Nascosta nel Midollo Spinale
Per capire perché questa "Whole Body Vibration" funziona così bene, dobbiamo fare un viaggio veloce nel vostro sistema nervoso. Dentro ogni muscolo ci sono microscopici sensori chiamati fusi neuromuscolari. Il loro lavoro è percepire quando il muscolo si allunga troppo. Quando camminate e il quadricipite si stira, questi sensori mandano un segnale elettrico al midollo spinale. E il midollo risponde immediatamente, senza nemmeno disturbare il cervello: "Ehi, contrailo un po', prima che si strappi!"
È un riflesso. Automatico. Velocissimo.
Ora, questi fusi sono sensibilissimi. Quando li bombardate con vibrazioni ad alta frequenza – trenta, quaranta, cinquanta oscillazioni al secondo – impazziscono letteralmente. Mandano scariche continue di segnali: "STIRAMENTO! STIRAMENTO!" E il midollo risponde di conseguenza: "CONTRAI! CONTRAI! CONTRAI!"
Risultato? I vostri muscoli si contraggono da soli quaranta volte al secondo senza che voi facciate nulla. Provate a contrarre volontariamente un muscolo così velocemente. Non ci riuscite. Il massimo che il sistema nervoso volontario può fare è circa dieci-quindici contrazioni al secondo. Ma questo riflesso tonico vibratorio – questo il nome tecnico – supera di gran lunga quel limite. È come avere un allenatore invisibile che ordina ai vostri muscoli di lavorare a una frequenza che il vostro cervello non potrebbe mai raggiungere da solo.
Quando i Numeri Lasciarono Tutti a Bocca Aperta
All'inizio degli anni Novanta, nell'Università di Roma "Foro Italico", Bósco allestì il suo laboratorio e costruì le prime piattaforme vibranti. I primi esperimenti erano semplici: atleta sulla piattaforma per sessanta secondi, frequenza trentacinque Hertz, ampiezza quattro millimetri. Poi, appena scende, fallo saltare su una pedana di forza che misura tutto. Gli atleti saltavano più in alto. Non di poco, dal due all'otto percento in più. Immediato. Dopo appena un minuto. "Impossibile", dissero colleghi scettici. "Effetto placebo". Ma Bósco ripeté gli esperimenti, aggiunse gruppi di controllo, utilizzò strumentazione sempre più precisa. E ogni volta i numeri tornavano. Funzionava davvero. Poi passò agli studi longitudinali: otto, dodici settimane, dieci-quindici minuti tre volte a settimana. E quando arrivarono i dati finali furono ancora più impressionanti. Forza massimale aumentata del sedici-venticinque percento. Potenza esplosiva su dell'otto-dodici percento. Numeri comparabili all'allenamento tradizionale con i pesi, ma ottenuti in un decimo del tempo. E senza dover sollevare bilancieri o rischiare infortuni da sovraccarico. La comunità scientifica internazionale iniziò a prestare attenzione. Altri ricercatori in Belgio, Germania, Stati Uniti replicarono gli esperimenti. E confermarono: Bósco aveva ragione.
Ma i Muscoli Erano Solo l'Inizio
Mentre atleti e allenatori pensavano alla vibrazione come a un modo per diventare più forti, Bósco e altri ricercatori iniziarono a capire che i muscoli erano solo l'inizio della storia. Pensate a qualcuno che ha avuto un ictus. Una parte del cervello danneggiata, segnali nervosi che non arrivano più. Il paziente vuole muoversi ma il corpo non risponde. La riabilitazione tradizionale richiede mesi, anni, con progressi spesso lenti e frustranti. Ma la vibrazione genera contrazioni muscolari senza bisogno che il cervello le ordini. È il midollo spinale che fa il lavoro. Anche muscoli "dimenticati" dal cervello danneggiato possono essere riattivati. E quando un muscolo si contrae ripetutamente – anche involontariamente – il sistema nervoso inizia a ricordare quei movimenti. Studi su pazienti post-ictus hanno mostrato miglioramenti nella mobilità e riduzione della spasticità, quella rigidità muscolare dolorosa che complica tutto. E poi il Parkinson. Malattia devastante dove i neuroni che producono dopamina muoiono lentamente. Tremore, rigidità, lentezza nei movimenti, cadute. La vibrazione aiuta riducendo il tremore, migliorando l'equilibrio, riducendo quella lentezza paralizzante nei movimenti. Non cura – niente può farlo ancora – ma migliora la qualità di vita in modo misurabile. Anche la sclerosi multipla risponde: riduzione della spasticità del quindici-trenta percento, miglioramento nel camminare, riduzione della fatica cronica che è uno dei sintomi più invalidanti.
Le Ossa che Si Ricostruiscono
Ma forse l'applicazione più studiata è nell'osteoporosi, quella condizione silenziosa dove le ossa diventano porose e fragili. Colpisce soprattutto donne dopo la menopausa quando gli estrogeni crollano. Ogni anno perdono dall'uno al tre percento di massa ossea. Dopo dieci anni, le vertebre collassano, una caduta banale diventa frattura del femore. E una frattura del femore negli anziani significa spesso morte entro un anno nel venti-trenta percento dei casi.
La vibrazione offre qualcosa di unico: stimolo meccanico diretto sullo scheletro. Le ossa non sono strutture morte ma tessuto vivente che risponde ai carichi secondo la Legge di Wolff. Camminare genera accelerazioni di circa una-due volte la gravità. La piattaforma vibrante ne genera dieci-quindici. In modo sicuro, controllato, senza l'impatto violento che potrebbe fratturare ossa già fragili.
Gli studi mostrano incremento della densità ossea dell'uno-tre percento annuo, contro una perdita dell'uno-tre senza intervento. Differenza enorme in termini di riduzione rischio fratture. Non è miracolosa ma rallenta, arresta, a volte inverte il processo.
Il Diabete che Regredisce
E poi il diabete. Malattia di resistenza insulinica dove le cellule smettono di rispondere all'insulina che dovrebbe far entrare il glucosio nelle cellule. Glicemia alta, pancreas esausto, alla fine complicanze devastanti. Molti diabetici sono sovrappeso, decondizionati, con articolazioni doloranti. L'idea di correre o sollevare pesi è impraticabile. La vibrazione offre alternativa accessibile. Studi mostrano riduzione glicemia a digiuno del dieci-diciotto percento, miglioramento dell'emoglobina glicata dello zero-virgola-cinque-uno percento, aumento sensibilità insulinica del quindici-venticinque percento. Fare vibrazione dopo i pasti riduce anche quello spike pericoloso di zucchero nel sangue che danneggia i vasi.
L'Equilibrio che Salva Vite
Ma forse l'applicazione più salvavita non è nemmeno sui muscoli o ossa direttamente. È sull'equilibrio. Ogni anno un anziano su tre oltre i sessantacinque anni cade. Un quarto si frattura qualcosa. Le cadute sono la principale causa di morte accidentale. E anche quando non uccidono, terrorizzano. Un anziano che cade sviluppa paura, smette di muoversi, si chiude in casa, decade in una spirale che porta dritto alla disabilità. Stare su superficie vibrante è sfida costante all'equilibrio. Il corpo deve fare micro-aggiustamenti continui. I sistemi sensoriali sono bombardati. Il cervello impara a processare informazioni più velocemente. Studi mostrano riduzione cadute del trenta-cinquanta percento. Centinaia di fratture evitate. Centinaia di persone che mantengono autonomia invece di finire in carrozzella.
Un'Eredità che Vibra nel Mondo
Quando Bósco pubblicò il suo libro monumentale nel novantasette, dedicò ampio spazio alla vibrazione. Quel libro divenne bibbia mondiale. E da quel seme un albero gigantesco è cresciuto: oltre tremila pubblicazioni scientifiche oggi, centinaia di trial clinici, linee guida internazionali che raccomandano la vibrazione. Ma soprattutto: migliaia di centri che usano piattaforme vibranti. Milioni di persone che stanno letteralmente meglio. Bósco ci ha lasciato nel 2019, ma ogni volta che una donna evita una frattura, ogni paziente con Parkinson che cammina più stabile, ogni diabetico con glicemia controllata, ogni anziano che mantiene autonomia – l'eredità rivive. La lezione più grande non è tecnica. È più profonda: curiosità intellettuale, coraggio di esplorare inusuale, rigore metodologico, umanità nel chiedersi sempre "come può aiutare persone reali?" Quella piattaforma vibrante non è solo tecnologia. È ponte tra fisica e fisiologia, tra laboratori spaziali e case di riposo, tra curiosità di un ricercatore e speranza di milioni che vogliono invecchiare con dignità, forza, autonomia.
Quella è la vera eredità di Carmelo Bósco; egli fu un precursore: oggi le tecniche WBV sono adottate da decine di professionisti; ma uno dei migliori esempi odierni di studio della WBV è dato dalla dottoressa Maria Fiatarone-Singh, di cui al prossimo articolo.
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ELENCO (NON ESAUSTIVO) DI PUBBLICAZIONI
Benefici della WBV sul Sistema Neurologico e Neuromuscolare
Gli studi in quest'area dimostrano la modulazione dell'attività neurale, il miglioramento della spasticità e della funzione motoria.
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Autori e Anno |
Titolo o Rivista |
Beneficio Neurologico Chiave |
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Bosco C. et al. (1999) |
The influence on whole body vibration on jumping performance. |
Potenza e Riflesso Miotatico: Aumento immediato della potenza muscolare e dell'abilità di salto (CMJ) grazie al potenziamento neurale. |
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Bosco C. et al. (2000) |
Hormonal responses to whole-body vibration in men (European Journal of Applied Physiology). |
Risposta Neuro-Ormonale: Aumento acuto di Testosterone e Ormone della Crescita (GH) e miglioramento dell'efficienza neuromuscolare. |
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Schyns F. et al. (2009) |
Effect of whole-body vibration on walking function in patients with multiple sclerosis: A pilot study (Multiple Sclerosis Journal). |
Sclerosi Multipla (SM): Miglioramento della mobilità funzionale (TUG), della forza e riduzione della fatica in pazienti con SM. |
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Broekmans T. et al. (2010) |
The effect of whole body vibration in patients with multiple sclerosis: a comprehensive review (Archives of Physical Medicine and Rehabilitation). |
Sclerosi Multipla (SM): Dimostra un miglioramento superiore nella resistenza alla deambulazione (6MWT) quando la WBV è combinata con l'esercizio, rispetto al solo esercizio. |
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Claerbout J. et al. (2012) |
Effects of whole-body vibration training on walking, balance and strength in persons with multiple sclerosis: a randomized controlled pilot study (Journal of Rehabilitation Medicine). |
SM, Equilibrio e Deambulazione: Miglioramenti significativi nell'equilibrio (Berg Balance Scale) e nella deambulazione dinamica (Dynamic Gait Index). |
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Citaker S. et al. (2013) |
Effects of whole-body vibration on balance and mobility in patients with multiple sclerosis: a randomized controlled trial (Disability and Rehabilitation). |
SM, Equilibrio: WBV superiore alla fisioterapia convenzionale nel migliorare l'equilibrio e la mobilità. |
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Huang J. et al. (2011) |
The effects of whole-body vibration on spasticity, balance and mobility in patients with cerebral palsy: a systematic review (Clinical Rehabilitation). |
Ictus/Paralisi Cerebrale: Riduzione della spasticità (MAS) e miglioramento del controllo posturale e delle funzioni motorie. |
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Ebersbach G. et al. (2008) |
Whole body vibration versus conventional balance training in Parkinson's disease: a randomized controlled trial (Archives of Physical Medicine and Rehabilitation). |
Malattia di Parkinson: La WBV, spesso in combinazione con l'allenamento, migliora l'equilibrio e la velocità di deambulazione (gait speed). |
🩸 Benefici della WBV sul Diabete e il Metabolismo
Gli studi si concentrano sul miglioramento della tolleranza al glucosio, della sensibilità insulinica e della composizione corporea.
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Autori e Anno |
Titolo o Rivista |
Beneficio Metabolico Chiave |
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Oliveira V. et al. (2013) |
Whole-body vibration training as an alternative therapeutic approach to improve glycemic control in patients with type 2 diabetes (Diabetology & Metabolic Syndrome). |
Diabete Tipo 2 e Glicemia: Miglioramento del controllo glicemico, inclusa la riduzione della glicemia a digiuno e dell'Emoglobina Glicata ($\text{HbA}_{1c}$). |
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Kerschan-Schindl K. et al. (2009) |
Whole-body vibration: an easy method to reduce the risk of fall in patients with diabetes (International Journal of Endocrinology). |
Funzione Vascolare e Rischio di Caduta: Miglioramento del flusso sanguigno periferico e della densità ossea, riducendo il rischio di cadute e complicazioni vascolari del diabete. |
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Slatkovska L. et al. (2013) |
Whole-body vibration training in postmenopausal women with type 2 diabetes and osteopenia: a pilot study (The Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism). |
Composizione Corporea e Ossea: Contribuisce al miglioramento della densità minerale ossea (BMD) e ha effetti sulla composizione corporea in soggetti a rischio diabetico e osteoporotico. |
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Fritz E. et al. (2015) |
Effects of whole-body vibration on body composition, physical performance, and insulin sensitivity in obese adults (Journal of Clinical Densitometry). |
Sensibilità Insulinica e Obesità: La WBV contribuisce a migliorare la sensibilità insulinica e la composizione corporea in adulti obesi. |

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