Aggiornato al 02/12/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Joshua Fox (1972- Colorado Springs) – Cannabis Leaf 3

 

La Cannabis terapeutica è ora disponibile in farmacia o presidi ospedalieri

di Francesca Morelli

 

Si chiama FM2, abbreviazione di Farmaceutico militare 2.

È la sigla con cui si identifica la cannabis ad esclusivo uso terapeutico, disponibile da gennaio di quest’anno, in farmacie e presidi ospedalieri che ne hanno fatto o ne faranno richiesta.

Proveniente da 120 talee, cioè da frammenti di pianta appositamente tagliate affinché in adeguate condizioni ambientali possano germinare e generare altri esemplari, coltivate presso il centro di ricerca Crea di Rovigo, la cannabis finita è invece prodotta nello stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze, diretto dal colonnello Antonio Medica.

Il preparato in commercio contiene due principi attivi – il Thc (tetraidrocannabinolo) al 5-8% e il Cbd (cannabidiolo) tra il 7,5 e il 12% – e potrà essere assegnato come terapia di seconda linea, cioè nei casi in cui il dolore di intensità importante, associato a specifiche patologie, non risponde efficacemente ad altri trattamenti antidolorifici, quali gli oppioidi – solo dietro stretta prescrizione medica. Ovvero con ricetta non ripetibile che dovrà riportare anche le quantità di assunzione giornaliera e la tipologia di cannabis. La quale è, infatti, prodotta in due formulazioni: sotto forma di decotto, che necessita la bollitura delle inflorescenze, o in spray che permette attraverso un vaporizzatore di inalare i principi attivi senza che la sostanza debba essere bruciata o trattata in altra maniera.

Strettamente rigorosi sono anche i canoni e i candidati alla somministrazione di cannabis: può essere assunta da pazienti affetti da dolore cronico; in trattamento oncologico con chemio o radioterapia per contrastare nausea e/o vomito; da soggetti sieropositivi (con AIDS); da persone con anoressia nervosa o con gravi patologie che causano inappetenza, per stimolare l’appetito. Ancora potrà essere utilizzata per la cura dei glaucomi; per ridurre movimenti involontari del corpo e del viso indotti dalla sindrome di Gilles de la Tourette o per trattare altre malattie degenerative, per lo più di natura neurologica, quali lesioni del midollo, Sla (sclerosi laterale amiotrofica) o sclerosi multipla.

L’approvazione alla produzione, anche in Italia, di cannabis terapeutica, arriva a conclusione di un progetto pilota avviato nel 2014 dal Ministero della Salute e della difesa che prevedeva la sperimentazione di due anni prima della messa in commercio della sostanza. Produzione che consentirà oggi di limitare le importazioni di cannabis dall’Olanda, paese da cui l’Italia si era fino ad oggi totalmente rifornito.

Non si tratta tuttavia di uno stop definitivo poiché al momento, o almeno nell’arco del 2017, si stima di riuscire a ottenere 100-120 chili di cannabis, ottenibili da quattro raccolti annui, quantificabili in circa 1.600 barattoli, contenenti 5 grammi di sostanza ciascuno. Insufficienti tuttavia a coprire le necessità dei pazienti italiani. A tal punto che si auspica di innalzare la produzione, una volta che sarà a pieno regime, a 300 kg. Ampliandone anche le varietà: ovvero all’attuale formulazione con due principi attivi, se ne potrebbe affiancare una seconda con solo Thc, più indicata per alcune specifiche patologie. «In Gazzetta Ufficiale – ha precisato il colonnello - è previsto che la cannabis di Stato sia venduta alle farmacie a sei euro al grammo più due euro per le spese di spedizione. Ma se saremo in grado di ottimizzare i processi produttivi, il prezzo potrebbe ancora scendere». Il costo finale sarà fissato dal Ministero che stabilirà anche il ricarico del farmacista.

Ad oggi sono tredici le Regioni - Abruzzo, Basilicata Piemonte, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Marche, Puglia, Toscana, Umbria, Veneto e Sicilia – che hanno adottato misure che disciplinano l’utilizzo di cannabis terapeutica, ma la prospettiva è che la richiesta si allarghi a macchia d’olio anche ad altre farmacie e presidi ospedalieri del resto del territorio.

 

Inserito il:08/01/2017 16:57:51
Ultimo aggiornamento:08/01/2017 17:10:41
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