Aggiornato al 27/04/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Immagine realizzata con strumenti di Intelligenza Artificiale

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Angelina Mango e La noia

di Vincenzo Rampolla

 

Quanti disegni ho fatto. Rimango qui e li guardo. Nessuno prende vita. Questa pagina è pigra.
Vado di fretta. E mi hanno detto che la vita è preziosa. Io la indosso a testa alta sul collo. La mia collana non ha perle di saggezza, A me hanno dato le perline colorate per le bimbe. incasinate con i traumi, da snodare piano piano con l’età.
Eppure sto una pasqua guarda zero drammi.
Quasi quasi cambio di nuovo città, che a stare ferma a me mi viene.
A me mi viene la noia. La noia. La noia. La noia.
Muoio senza morire. In questi giorni usati. Vivo senza soffrire.
     Non c’è croce più grande. Non ci resta che ridere in queste notti bruciate.
     Una corona di spine sarà il dress-code per la mia festa.
     È la cumbia della noia. È la cumbia della noia. Total.
     Ah, è la cumbia della noia. La cumbia della noia. Total.

Quanta gente nelle cose vede il male. Viene voglia di scappare come iniziano a parlare.
E vorrei dirgli che sto bene ma poi mi guardano male. Allora dico che è difficile campare.
Business parli di business. Intanto chiudo gli occhi per firmare i contratti.
Princess ti chiama princess. Allora adesso smettila di lavare i piatti.
Muoio senza morire. In questi giorni usati. Vivo senza soffrire.
     Non c’è croce più grande. Non ci resta che ridere in queste notti bruciate.
     Una corona di spine sarà il dress-code per la mia festa.
     È la cumbia della noia- È la cumbia della noia. Total.
     Ah, è la cumbia della noia. La cumbia della noia. Total.


Allora scrivi canzoni? Si, le canzoni d’amore
E non ti voglio annoiare. Ma qualcuno le deve cantare.
Cumbia, ballo la cumbia
Se rischio di inciampare almeno fermo la noia. Quindi faccio una festa, faccio una festa
Perché è l’unico modo per fermare. Per fermare. Per fermare, ah
La noia. La noia. La noia. La noia

Muoio perché morire rende i giorni più umani.
Vivo perché soffrire fa le gioie più grandi
      Non ci resta che ridere in queste notti bruciate
      Una corona di spine sarà il dress-code per la mia festa
      È la cumbia della noia. È la cumbia della noia. Total.
      Ah, è la cumbia della noia. La cumbia della noia. Total. Total.

***

Ragazza del sud, Angelina nasce a Maratea. Figlia d’arte, cresce a Lagonegro, sperduto borgo dell’entroterra lucano. “Il Festival mi ha regalato una cosa gigante, la settimana più bella della mia vita, svela a 22 anni. Ho vissuto ogni minuto, ogni attimo. Sabato mattina mi sono svegliata col timore della fine. Poi, però, c’è da dire che la fine è stata bella. Mi sono resa conto di quel che m’è accaduto solo ieri, quando sono uscita dall’Hotel e ho trovato la gente ad aspettarmi: per me la vera vittoria non è un premio o una classifica, ma l’affetto della gente. Ho dedicato la vittoria alle persone che amo, al pubblico e al mio team. Quindi tra le persone che amo ci sono tutti. E poi il palco è amico mio, mi toglie le ansie e mi fa stare bene. Devo dire che all’Ariston non sono mai stata sola, perché sentivo tutti i miei familiari in scena con me”.

Pino, padre di Angelina, ha partecipato 7 volte al Festival, debutto nel 1985 tra le Nuove Proposte. Migliore classifica è stata il quinto posto del 2007 con Chissà se nevica, in coppia con la moglie Laura Valente, ex cantante dei Matia Bazar. - Sono felice che ci sia stata una ricorrenza familiare su quel palco. Una cosa molto dolce - confida Angelina. Il 7 dicembre 2014, Pino è invitato alla festa di beneficienza World of Colours a Policoro di Matera. Sale sul palco a mezzanotte, accolto da quattromila persone. Accusa un malore e si accascia. È grave. Si spegne la notte, a 60 anni. Durante il funerale, anche il fratello 75enne accusa un disturbo, per infarto o per il trauma. Muore poco dopo in ospedale.

Pino Mango ha fatto la storia con il capolavoro La rondine, che ha accompagnato la figlia sul palco, venerdì, la sera delle cover. Per il parentado, Sanremo è un affare di famiglia: “Questa storia familiare su quel palco mi fa sorridere - racconta la giovane - È una cosa molto dolce, un bellissimo ricordo. Se penserò a mio padre su quel palco? Sul palco tutti gli artisti pensano alle persone che amano... In tutti i viaggi in macchina io, mio fratello, mia mamma e mio papà cantavamo. Ho scoperto la musica molto presto perché la musica era la mia casa. I miei mi hanno lasciato molto libera e serena di scegliere. Con mio fratello ho condiviso tanto questa crescita nella musica, studiando Aretha Franklin e le grandi cantanti. Ho lavorato tutta la vita per questo. Io ho iniziato a cantare nei locali a 13 anni, a fare uscire canzoni quando ne avevo 19 e domani vado a Sanremo. Vado serena, senza aspettarmi troppo”.

Il venerdì sera di Sanremo, Amadeus chiama sul palco Marta Donà, la manager di Angelina.

Si occupa di Artist management e Project development, in un team storico: solo donne. Nipote di Adriano Celentano e Claudia Mori, Donà è la prima manager italiana a ottenere quattro successi sul palco dell’Ariston: Marco Mengoni, due volte vincitore nel 2013 e nel 2023, i Maneskin, trionfatori nel 2021, e Angelina Mango, regina di Sanremo 2024. Accanto a Donà c’è anche Alessandro Cattelan, conduttore nel 2022 dell’Eurovision insieme a Mika e Laura Pausini.

Angelina ha concepito il testo della canzone insieme alla cantautrice e rapper Madame (Federica Caleano) e l’ha messo in musica assistita da Dardust, pianista, compositore e produttore con E.D.D. (Davide Simonetta). Ne è nata una vivace cumbia colombiana e panamense, capace di esaltare le varietà, dal ritmo incalzante e energico alla voce in contrasto apparente con il titolo.

E se non fosse solo noia? La canzone è un pezzo introspettivo e rispecchia l’approccio alla vita di Angelina, fotografa sincera e ironica della condizione della noia e della sua importanza nella vita di ognuno: “La noia è il tempo a disposizione, per fare le cose che amiamo e permetterci di riconoscere il valore della vita che oscilla tra alti e bassi, positivi e negativi”.

Dal testo emergono figure retoriche e immagini di quotidianità che evocano una noia che passa dall’immobilità delle giornate spente fino al bisogno di ballare e ridere per spezzare la monotonia. Le parole raccontano. È una condizione diffusa soprattutto tra i giovani coetanei della cantante, uno stato apatico che a volte polverizza l’entusiasmo che dovrebbe accompagnare i momenti spensierati, ma porta anche a riconquistare il sorriso in un baleno.

Angelina è maestra nel sottolineare il contrasto tra il loro profondo significato e le armonie latine che non evocano immobilità ma sono ballabili, così come il look elegante, raffinato, libero e brillante. Affronta anche situazioni molto diverse che ondeggiano dalla metafora della sofferenza con la corona di spine, al piacere di appagare la fame di gioia.

Non è Seneca, nel De tranquillitate animi, che parla di un’insensata inquietudine che non fa altro che rendere l’uomo ancora più trepidante e consapevole dei suoi fallimenti?

E non è stato Pascal a scrivere nei Pensieri: L’infelicità dell’uomo non è di non arrivare a starsene in pace in una stanza?

Anche Leopardi, in una lettera del 1817, nel sentimento chiamato le vice de l’absence, non riconosceva forse una sua debolezza, una malattia spirituale che lo portava a non saper accettare il mondo così com’è, nella sua mediocrità?

Chi potrebbe poi dimenticare La noia di Moravia? Lo scrittore riprende i temi de Gli indifferenti, rappresentando lo sfacelo del mondo borghese: Soprattutto quando ero bambino, la noia assumeva molte forme diverse, oscure a me stesso e agli altri, che io ero incapace di spiegare e che gli altri, nel caso di mia madre, attribuivano a disturbi della salute o altre simili cause.

Ecco che, pur attraverso chiavi diverse per cultura e sensibilità, ogni autore, genuino simbolo del proprio tempo, declina la noia come momento di censura di una condizione che non sente come autentica e verso cui sceglie di porsi in antitesi. La noia è dunque necessaria, come gli istanti privilegiati dedicati a osservare, riflettere, immaginare, creare, consacrati come vero e proprio diritto. Il diritto a un tempo vuoto, a uno spazio liquido che liberi l’energia di andare oltre. Di vincerla con la danza.

Nota in Guinea Equatoriale come cumbé, la cumbia è una sorte di musica e ballo di coppia molto popolare in Colombia e di antica origine africana. È una vera e propria carica che sprona a aggregare e fondere piccole comunità indigene. Usando gli arnesi di lavoro, è la traduzione nei frastuoni e nei ritmi tipici, capaci di evocare quelli degli schiavi delle piantagioni.

Angelina non è la sola ad essersi invaghita della cumbia. Altri musicisti italiani l’hanno scelta, perché gioiosa fantasia sonora. Tra gli estimatori, Davide Toffolo, il carismatico leader del gruppo Tre allegri ragazzi morti che una notte, a Buenos Aires, a inizio 2000 trova rifugio in un collettivo di artisti, cultori di questa bellezza sonora e fondatori dell’Istituto Italiano della Cumbia. Anche Celentano esalta la cumbia direttamente nel titolo di un brano dell’album Facciamo finta che sia vero, con testo e musica di Jovanotti: Questa è la cumbia, la cumbia di chi cambia /La cumbia di chi cambia, questa è la cumbia.

“La noia non va combattuta: è tempo prezioso da dedicare a noi stessi. E nei momenti difficili, dobbiamo ballarci sopra”, insiste Angelina. La sua è un’accezione positiva di un sentimento che spesso viene invece rifiutato e evitato. Agli antipodi gorgoglia la Fomo (Fear of missing out), forma di ansia sociale tipica del bisogno assillante di essere al corrente di tutto ciò che fanno gli altri e che crea il timore di essere escluso o emarginato, con la paura di perdersi nel nulla, restando indietro.

Dopo aver vinto nella categoria canto nella scorsa edizione di Amici di Maria De Filippi, a maggio Angelina pubblica il suo album Voglia di vivere - disco d’oro - con il brano da record Ci pensiamo domani, schizzato a triplo disco di platino con oltre 75 milioni di stream audio e video, sino ad arrivare alla conferma del successo, con la tortura dell’estate Che t’o dico a fa', 51 milioni di stream totali, disco di platino, miglior debutto femminile del 2023.

Nella scrittura della canzone, il duo Madame - Angelina entra in perfetta sintonia sul tema: Quando una persona vive molti alti e molti bassi fa fatica ad annoiarsi. Entrambe eravamo arrivate in un momento nella vita in cui ci siamo trovate ad annoiarci perché c’era una stabilità - chiarendo il paradosso - La noia qualcuno la allontana, invece va accolta. Per una persona assillata come me dal tempo, la noia è tempo in più da dedicare a se stessi. Insomma, riuscire a ballare sopra ogni cosa che ci arriva di negativo della vita, è legato al ritmo della cumbia, nata per esorcizzare il dolore. Prima le mie canzoni erano più introspettive, ero io più negativa, mi concentravo sulle cose che mi facevano stare male. Nel momento in cui ho trovato la chiave per svoltare e riprendermi il mio tempo, questo è passato anche nella mia musica. Sono felice che ci sia coerenza tra il mio stato d’animo e ciò che produco.

Coerenza o inno alla gioia e all’amore della vita?

 

Inserito il:17/03/2024 17:58:54
Ultimo aggiornamento:17/03/2024 18:43:38
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