Aggiornato al 27/04/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Paulo Sergio Zerbato (Vitoria, São Paulo, Brasile,1971 - ) - Exaustive Bureaucracy

 

I virus dietro il Coronavirus

di Tito Giraudo

 

Premetto, così non pensate subito che sono il solito destro un po’ rincoglionito: se al posto di questo Governo ce ne fosse uno opposto, si sarebbero ripetuti, più o meno gli stessi errori, forse non nelle sfumature ma nella sostanza.

Il mio tentativo di analisi, prendetelo come sopra le parti, anche se veramente sopra le parti non si riesce mai ad essere. Io ad esempio ho l’idiosincrasia Grillina e nulla potrà togliermela, il che è un po’ ridicolo dal momento che la grande “armada” che doveva cambiare il Paese, ha fatto la fine di quella spagnola, non per la tempesta ma per la coglionaggine della truppa, dei capitani e degli ispiratori.

E’ francamente penoso, a proposito di ispiratori, vedere Marco Travaglio parlare di politica nella disperata difesa delle sue creature Grilline. Sempre con la stessa spocchia e il sorriso di superiorità stampati. L’indomito fustigatore del costume berlusconiano, ora difende l’indifendibile e sia ben chiaro, in questa fase i Pentastellati sono talmente annichiliti e disperati che un po’ mi farebbero pure pena, se non fosse che sono alla Presidenza del consiglio, al Ministero degli Esteri, al Ministero del Lavoro, e via cantando.

I miei sedici lettori (grazie al “coronavirus” ne ho aumentato uno), sanno che non ho mai avuto simpatia per i Piddini, eppure ascoltando l’ex truce che tra una giaculatoria e un rosario e “la super-tap-girl de nojaltri”, sproloquiare di politica estera e di economia, sono preso da irrefrenabile nostalgia del mio periodo berlusconiano.

So, che se potessimo uscire, mi prendereste a sputacchiate. Ma il Berlusconi dell’Aquila, e pure quello che non si inginocchiava davanti a Obama, Putin e compagnia cantando, rispetto a questi mi pare un gigante, anche quando da discolo un po’ incartapecorito esibiva corna ad uso e consumo delle foto ufficiali.

Per farmi perdonare dai miei sinistri amici, per onestà intellettuale, devo dire che se il nostro Paese non è in grado di reperire delle fottutissime mascherine manco per i medici e gli infermieri, il “Cavaliere scavalierato”, ha le stesse responsabilità di tutti coloro che con lui si sono alternati al Governo.

C’erano due modi per il Cavaliere di comportarsi per piacere agli italiani, da imprenditore dove aveva dato eccellente prova, oppure: “madamine il miracolo è questo”, essere un sex simbol del machismo italico. A voi l’ardua sentenza….

E qui veniamo al succo del perché sostengo che destra e sinistra “per me pari son” (non so se notate la mia cultura melomane).

Passi che non eravamo preparati a quello che si stava preparando. E’ noto che la “Cina non è vicina” nonostante quello che pensarono i sessantottini, tuttavia non pensare che con la globalizzazione insieme alle merci viaggiassero pure gli uomini e quindi, se un virus sconosciuto (tra l’altro guardatelo bene è pure carino), che dal primo momento si mostra virulento e estremamente contagioso, questi non si propagasse, da la misura di come si siano ridotte le classi dirigenti a livello mondiale. Trump e Johnson, con i loro comportamenti e dichiarazioni hanno fatto apparire il nostro “avvocato del popolo” il Conte Giuseppi: un gigante. Pertanto voglio cancellare almeno i primi quindici giorni del comportamento giallo rosso, dopo di che, tutti i nodi di questo Paese sono tragicamente emersi:

 

La burocrazia che non è né di destra né di sinistra e la propensione tutta italica di fare debiti.

Ce ne sono altre ma queste due bastano e avanzano.

La burocrazia per chi non lo sapesse è figlia dei Savoia e dopo la parentesi decisionista di Cavour, tutto tornò come prima. Vittorio Emanuele, sarà anche il padre della Patria ma alla morte dello statista si affrettò a cambiare registro, così fece il cosiddetto Re buono (a quando i festeggiamenti anche per Umberto primo e magari Bava Beccaris?), non parliamo poi del brevilineo che come non bastasse la burocrazia liberale, preferì guardare le sue collezioni numismatiche lasciando sovrapporsi pure la burocrazia in fez, camicia nera e manganello (vedete che non sono quel fascistone che i miei critici letterari pensano).

In questi giorni si sta sproloquiando su quanto siano stati lungimiranti i padri della patria post resistenziali. Avrebbero avuto l’occasione di dare un bel colpo di spugna alla burocrazia liberal-monarco-fascista e invece, forse per generale incapacità, partorirono il bell’indulto dello staliniano Togliatti rimettendo in sella tutto il “burocratume” presente sul mercato, dopo di che vi meravigliate che gli Italiani sputacchino mentre fanno la fila al supermercato perché sono tragicamente sbendati?

Sui debiti la faccenda è di gran lunga, a mio parere, peggiore.

I debiti dei Governi Italioti furono azzerati prima dal Duce il quale si premunì di un ministro delle finanze liberale e cazzuto che gli consentì, meglio di altri, di affrontare la crisi del 29 (così mi faccio perdonare anche dai miei amici destri).

Dal centro sinistra in avanti, la propensione al debito fu pari alle riforme demagogiche e dalla corsa a sinistra fino al governo ombra della triade sindacale.

Con la caduta della prima Repubblica, la frenesia per il consenso, invece di affrontare i nodi del debito: sprechi e scarsa propensione allo sviluppo, i figli dei padri della Patria hanno spostato il livore degli italiani da sé medesimi, all’Europa, come se l’indebitamento riguardasse i nostri partner, i quali dopo aver saputo quasi tutti tenere di conto, dovrebbero saldare i nostri debiti senza nemmeno chiederci di farne altri? Con questo, non sono così idiota da non vedere i difetti di questa Unione, certi comportamenti in questi giorni sono stati addirittura protervi, tuttavia Salvini e Meloni da buoni sovranisti, da una parte chiedono all’Europa quattrini a fondo perduto (soprattutto senza dover rendere conto) e dall’altra, rivendicano una sovranità economica senza rendersi conto che il nostro debito è nelle mani, più che europee, della finanza mondiale, la quale non ha nome e cognome e quando saremo ancor meno affidabili vorranno indietro i loro investimenti sui titoli italiani. Per cui potremo salvarci solo con il default che cari italioti vorrebbe dire, dal momento che tra tanti difetti abbiamo la qualità di essere grandi risparmiatori, il debito lo pagheremmo noi e tutto di un colpo: Argentina docet!

Con questi chiari di luna, maggioranza e opposizioni non lasciano ben sperare. La pandemia ha messo la strizza agli italiani i quali ora sono tranquilli a sorbirsi ore di televisione, parlando di virus, sentendo di tutto e del contrario di tutto secondo i canoni della politica spettacolo del secondo millennio. Ma dopo?

Beh, il dopo lo esamineremo nel prossimo articolo.

Inserito il:04/04/2020 12:13:14
Ultimo aggiornamento:04/04/2020 12:18:09
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