Aggiornato al 27/04/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Ludek Pesek (Kladno, Cecoslovacchia, 1919 – Stafa, CH, 1999) – Marte: ai limiti di una tempesta di sabbia

 

… meglio fare l’amore con chi lo si è sempre fatto!

di Davide Torrielli

 

Nulla è più vero di un famoso detto che recita di accorgersi del valore di un qualcosa solo quando lo si perde.

Questo concetto è vero sempre ed applicabile in larga parte a tanti ambiti, dagli affetti, alla poltrona preferita, dal benessere economico alla salute.

Mi interessa molto in questi giorni un parallelo ed applicazione di questo meraviglioso modo di vedere ad un evento di questo periodo che riguarda le esplorazioni spaziali.

Avrete senz’altro letto del nuovo, incredibile e sensazionale successo della Nasa che è riuscita ancora una volta a incedere verso il futuro balucicante delle esplorazioni spaziali, riuscendo a far scendere su Marte una sonda incredibile di cui ho seguito con trepidazione le fasi e gli aspetti tecnici. Il lavoro profuso, l’impegno enorme e prolungato degli uomini e mezzi ha così potuto ricevere il giusto riconoscimento: sette minuti di terrore tra l’entrata a 12 gradi di taglio nell’atmosfera marziana dopo aver percorso 100 milioni di km a 21.000 kmh. Ma ci pensiamo? È qualcosa di veramente incredibile essere riusciti a posare un giocattolo del genere, manovrandolo con un joy-stick come se fosse una macchinina telecomandata.

Siamo stati veramente bravi, costanti ed intelligenti, anche se abbiamo speso un mare di grano ma tant’è … il progresso …

L’aspetto più interessante che mi preme analizzare invece qui con voi formiconi terrestri, è l’opportunità di imbarcarci in avventure così entusiasmanti, ma anche così costose.

Mentre ricerchiamo la migliore qualità di titanio da purificare per produrre i bulloni che reggono le zampette del rover marziano, scarichiamo ogni minuto tonnellate di plastica nel nostro meraviglioso mare che vanno letteralmente ad ammazzare una biodiversità che rappresenta un panorama dalla bellezza neanche lontanamente comparabile con quattro rocce rosse di ferrite.

Mentre ci stupiamo del vento marziano e dei suoi rumori, ci perdiamo l’opportunità di poter conservare a lungo, terre meravigliose che emanavano bellezza stupefacente, un regalo del nostro Signore che noi gettiamo nel cesso mentre ci stupiamo del fatto che riusciamo a pensare alla presenza di batteri su Marte. Meglio salvaguardare i nostri amati batteri terrestri tenendoceli cari o spendere un mare di denaro per andare a cercare fuori quello che abbiamo qui da qualche centinaio di milioni di anni?

Meglio le spiagge bianche delle Maldive, o un freddo ed inutile deserto rossiccio? Meglio osservare il salto degli amici delfini o guardare un orizzonte di rocche secche?

Bah.

È veramente incredibile constatare che si metta al lavoro centinaia se non migliaia di fantastici ingegneri di tutto il mondo a progettare un paracadute delle balle per far scendere su Marte un accrocco che deve trivellare due metri di terriccio per dirci che due miliardi di anni fa c’erano degli “uomini” forse, deficienti come noi che invece di stare attenti a conservare bene quello che avevano, si sono messi a guardare a dieci metri mentre sotto i loro piedi la terra franava.

L’inesorabile incedere della tecnologia che non si può fermare, bella cosa da scemi. Mentre spendiamo un mare di denaro a pensare di andarcene dalla nostra fantasmagorica Terra, lasciamo che petrolio, immondizia varia e le peggiori schifezze, la distruggano, neanche poi così lentamente.

Che genere di deficienti che siamo: basterebbe impiegare la metà di quello che si spende in ricerca spaziale a nuovi sistemi energetici innovativi che consentano ai beduini di tornare sotto le tende a allevare le pecore di una volta, alla plastica del nostro amico del moplen che aveva pensato ad un materiale indistruttibile, di usarlo come tale e non per gettarlo in versione monouso. Povero Natta se sapesse come abbiamo mistificato il suo brevetto!

Miliardi di dollari in armi inutili e ricerche spaziali per andarsene da un posto meraviglioso, dorato, un vero eden, pieno di pesci, animali, acqua tiepida e pulita di aria fresca e frizzante di terra fertile e frutta fresca, di verdure, neve, sole. No, noi pisciamo sui nostri piedi mentre guardiamo gli schermi dei miliardi di pc e cellulari prodotti in paesi che bruciano milioni di tonnellate di carbone in nome del diritto al progresso,

scaricano in mare le loro deiezioni senza limiti mentre, però, si progetta il primo uomo che cammina in un posto di merda come Marte, sabbia freddo e forse un litro di acqua congelata per la quale ci entusiasmiamo tutti. Che eccitazione.

Sono letteralmente sconvolto da come l’uomo sia miope nelle proprie valutazioni di come il progresso vada interpretato, un signore che si chiamava Ford e che tanto scemo non era, diceva e ripeteva sempre che la tecnologia significa vero progresso quando è per tutti, non per uno con una tuta che costa come un ospedale intero che scende in mezzo alla polvere a fare quattro passi per il … bene dell’umanità!

Con questo bene del paese, della nazione, dell’umanità ci hanno infinocchiato tutti non male da tanto tempo. Attenzione, quando si sente dire che qualcuno fa qualcosa per il nostro bene, occorre rasentare i muri avendo cura di farlo di schiena con i glutei ben aderenti al muro stesso!

La ricerca deve procedere vero, senza limiti, ma si tratta di decidere verso dove e forse occorrerebbe riscoprire quello che abbiamo avuto in regalo prima di spendere per comprare qualcosa di peggio, gettando via oro per avere ferro arrugginito.

Stiamo cercando di lusingare un animale orrendo mentre abbiamo la possibilità di poter proseguire a fare l’amore con una splendida modella piena di curve, sorridente, profumata che nonostante tutto, ammicca.

E noi, invece la deridiamo e prendiamo a calci insultandola.

Tenere bene e curare le proprie cose, belle cose, invece di cercare sempre altrove quello che si ha nelle nostre mani: una meraviglia che stiamo distruggendo.

In poche parole, che scemi!

Te curas.

 

Inserito il:30/11/2018 17:25:47
Ultimo aggiornamento:30/11/2018 17:35:19
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