Aggiornato al 27/04/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

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LETTERINA DI NATALE

di Margherita Barsimi

 

Ho perso il conto degli anni dall'ultima letterina scritta a Gesù Bambino, d'altronde non so se ci siano dei bimbi che ancora la scrivano... La "razionalista" che è in me, con tono un po' pedante, mi mette di fronte alle tante evidenze che l'attualità ci propone in abbondanza... Nella nostra società, dove  l'educazione cristiana ha perso terreno nei confronti di altre religioni, o meglio,  di fronte alla non-religione di chi si professa ateo o agnostico, che significato avrebbe scrivere una lettera ad un bimbo, che i Vangeli raccontano essere nato 2022 anni fa, in un villaggio palestinese, al tempo di un re che non sapeva  difendere i suoi sudditi dall'imperialismo di conquistatori che arrivavano da una terra in cui si parlava, si scriveva, si faceva di conto in modo diverso e incomprensibile?

La stessa razionalista m'incalza, invitandomi a riflettere sui fatti di cronaca contemporanei, che ci mettono, con uno stillicidio tormentoso, tutti i giorni, a conoscenza di popoli interi perseguitati e oppressi da altri, che rivendicano, in nome di una pretesa superiorità, il diritto di confiscare, di abbattere e di ferire, senza fare differenza alcuna tra uomini, donne, anziani e bambini.  Sempre lei, la razionalista, opporrebbe l'argomento principe della vis polemica: spesso i massacri e le distruzioni sono fatti in nome di un credo religioso che contrappone gli uomini dalle donne, i bianchi dai neri, perché non crede che siamo tutti fratelli ma competitori se non addirittura nemici...

A questo punto non può non scendere in campo “l’appassionata": di storia, di religioni, di civiltà, di storia dell'arte, in una parola, di "umanesimo". Il bimbo di Betlemme, non a caso, è rappresentato, nella maggior parte delle opere d'arte, nudo di una nudità disarmante (nel senso letterale di persona che fa cadere le armi di qualsiasi argomento o atteggiamento di guerra). La sua venuta sulla terra interroga, a distanza di millenni, tutti quelli che amano, dell'umanità, l'essenza spogliata di orpelli e sovrastrutture, l'umanità che non corre dietro a insegne vacue... Chi dice di non credere a Gesù e alla sua vita terrena da uomo nella terra di Israele, senza porsi problemi di coerenza, accetta comunque il rito dello scambio dei doni, i rituali laici di pranzi e cenoni, le vacanze di Natale in montagna piuttosto che in luoghi esotici.

A questo punto, la razionalista si chiede: il NATALE è il tipico esempio di un aggettivo sostantivato, in cui il nome "dies" è sottinteso, perché l'aggettivo, da solo, è più pregnante che non il sostantivo: dunque, il 25 dicembre, in tutto il mondo si festeggia il giorno della nascita di chi? Di un personaggio che è stato al centro di una "rivoluzione" che ha investito le istituzioni politiche come i singoli individui, trasformando la storia dell'umanità. Vorrei riuscire ancora a provare emozione nello scrivere una letterina di Natale...

Ora come ora, però, non sarebbe per avere qualcosa solo per me... Vorrei chiedere che la forza dell'amore riuscisse a portare lontano dagli uomini tutte le sovrastrutture che soffocano la loro umanità. Chiederei di far sparire dal nostro pianeta le tante negatività che lo assillano: il menefreghismo, l'egoismo, il fanatismo, l'individualismo, assieme a tutti gli altri ismi che minano alla base la convivenza, l'accettazione e il riconoscimento della diversità.  Vorrei cambiasse la prospettiva generale degli individui e dei gruppi sociali, volti ad ottenere il riconoscimento dei diritti, anziché l'acquisizione della consapevolezza del rispetto dei doveri degli uni verso gli altri, soprattutto dei più fortunati nei confronti degli svantaggiati.

Utopia? Forse, ma la storia dell'uomo e dei progressi della sua condizione è la storia di tante "visioni utopistiche", la prima delle quali ebbe come protagonisti degli umili pastori chiamati a fare da testimoni ad un evento unico, annunciato da una stella, quella stessa che nei nostri presepi è posta sulla povera capanna, dove due genitori in attesa trovano infine ospitalità, dopo innumerevoli rifiuti e tante porte chiuse...

Per chiudere la mia "letterina" non potrei dimenticare i tanti bambini che nel mondo ancora sono perseguitati dai troppi "erodi" che non esitano a ordinare atroci stragi d'innocenti. Ecco perché la mia letterina chiederebbe al Bambino Gesù, simbolo di vita, di rinnovamento e di autenticità, di togliere non di dare: togliere tutto ciò che ha fatto perdere all'umanità i suoi principi fondamentali, per riavere il vero senso del Natale ...

 

Inserito il:24/12/2022 12:34:52
Ultimo aggiornamento:24/12/2022 13:00:55
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