Aggiornato al 27/04/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Paul Klee (Munchenbuchsee, CH, 1879 - 1940) - Revolution of the Viaduct (1937)

 

Gli azionisti di Atlantia e le turbative di mercato

di Romeo Gazzaniga

 

Gli investitori in Borsa puntano generalmente a titoli che garantiscano un rendimento alto nell’ambito di rischi moderati.

Però pur essendo proprietari di fatto di quote aziendali non esercitano, salvo rarissimi e singoli casi, alcun controllo sulla gestione aziendale che è quella che determina la qualità della ragione sociale e la realizzazione di utili per gli azionisti.

Tra i titoli che possono garantire rendimenti superiori alla media si evidenziano particolari settori:

  • alcuni si occupano di attività “border-line” tra lecito ed illecito sociale ovvero assenza di etica nei prodotti commercializzati: produttori di tabacco, fabbricanti di armi, allocatori di “slot machine”, etc.;
  • altri viceversa basano le proprie fortune borsistiche su collaudate capacità espresse con continuità nel tempo nella realizzazione di manufatti di alta ingegneria con insite aree di alto rischio qualora l’opera non si dimostri all’altezza degli scopi per cui è stata costruita (collassamenti, crolli, etc.): costruttori di dighe, autostrade, ponti, viadotti, navi, aerei, treni, mezzi di trasporto su gomma, etc..

Rammentiamo inoltre che la legge, a tutela della neutralità del mercato borsistico e degli interessi degli investitori, sanziona pesantemente pratiche come “l'insider trading” e le “turbative di mercato”.

Ma quelli sopracitati sono anche i settori più soggetti di altri alle turbative di mercato.

Ed allora dobbiamo considerare “turbative sanzionabili”:

  • le marce organizzate contro i fabbricanti di armi (ricordate quante negli ultimi due anni in U.S.A.)?
  • le innumerevoli denunce spesso andate a buon fine ai produttori di tabacco con risarcimenti milionari da parte di note società produttrici di sigarette?
  • le proteste dei cittadini per la presenza di “ slot machine” nei locali pubblici e gli incentivi economici di vari Comuni per quei Bar, ritrovi, circoli, etc. che rinuncino a tenerle?
  • le varie denunce contro la Sade che costruendo la diga del Vajont stava nascondendo e sottovalutando i ripetuti fenomeni franosi con irresponsabile assenza di tutela dell’incolumità degli abitanti dei Comuni dell’area?
  • le recenti ipotesi a danno della Autostrade espresse da esponenti del Governo Italiano (richiesta di revoca della concessione e/o nazionalizzazione della società per presunte gravi inadempienze manutenutive) in conseguenza del crollo del ponte Morandi sul Polcevera a Genova?

Abbiamo preso atto che normalmente gli azionisti non esercitano di norma alcun controllo sulla gestione della società e sue eventuali inadempienze che ne infirmino i gradimenti del mercato e di conseguenza i dividendi attesi.

Eppure le innovative norme sulle responsabilità a vari livelli delle gestioni bancarie tendono a responsabilizzare di più gli azionisti che ad esempio con la innovativa norma del “bail- in” sono tenuti a concorrere in solido alle disavventure economiche della loro banca. Norma che coinvolge anche i normali correntisti con depositi superiori ad una certa soglia.

Insomma la norma invita investitori e correntisti a vigilare ed a informarsi sugli andamenti gestionali della banca e non a limitarsi ad acquistarne i titoli ed aprire conti correnti ed attendere automaticamente dividendi ed interessi.

Di fatto esiste un “bail- in” non scritto ma applicato dal mercato anche per le imprese di manufatti di alta ingegneria come nel caso del crollo del ponte Morandi sul Polcevera a Genova. Il crollo del titolo Autostrade ed affini era infatti iniziato automaticamente ancor prima delle esternazioni a caldo della politica sull’eventuale tipo di sanzioni da applicare ad Autostrade.

“Bail-in” non scritto cui a tutela dei propri investimenti gli azionisti avrebbero dovuto esercitare significative azioni di controllo sugli andamenti manutentrici delle infrastrutture in quanto preziose fonti dei pingui dividendi.

Concludendo:

  • le esternazioni politiche, cui vanno aggiunte quelle degli opinionisti della stampa e della società civile, devono essere considerate “ turbative di mercato” sanzionabili a tutela degli interessi degli azionisti di Atlantia (società che controlla Autostrade) ?
  • il mancato controllo degli azionisti di Atlantia sulla corretta manutenzione dei manufatti da parte dei gestori di Autostrade deve essere considerato come un “omessa difesa del proprio investimento e colposa corresponsabilità” per le vite umane spezzate, per gli immani danni materiali, per il danno logistico alla viabilità della città di Genova ed alle sue principali infrastrutture come il Porto e l’Aeroporto ?

 

Inserito il:25/08/2018 09:22:01
Ultimo aggiornamento:25/08/2018 09:30:48
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