Aggiornato al 28/04/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Edgar Degas, La violenza, 1868–1869, Philadelphia Museum of Art

 

La coperta di pile

di Iman Zahra Favretto

 

Mi chiamo Z., ho 22 anni e vi ho accennato di cosa parleremo in questi lunghi capitoli, sarà difficile rievocare certi ricordi, sarà complesso descrivere bene tutta la parte legale quindi mi limiterò grossolanamente a riportare ciò che è stato detto in tribunale ma grossolanamente perché servirebbe un libro per raccontare l’intreccio di eventi che si sono susseguiti e che hanno portato all’assoluzione completa di quel individuo. Rimarremo anonimi nel rispetto della vittima e del carnefice, sia mai partisse una denuncia da parte di quest'ultimo che potrebbe sentirsi chiamato in causa una volta che la verità sarà aperta a chiunque abbia voglia di leggerla.

Ora sapete che mi chiamo Z., non sarò costante della pubblicazione perché raccogliere le informazioni e riportarle è complesso e laborioso, devo ammettere che fa anche male.

Diciamocela tutta ormai le violenze e gli abusi sono quotidianità non ci sorprendono come non ci sorprende più un femminicidio. Sapevate che tre donne su quattro hanno subito abusi, violenze e catcalling. Tre femmine su quattro! dico femmine perché l'età non conta capita a piccole e grandi purtroppo.

A volte penso: ’che senso ha scrivere queste parole, che senso ha essere forti e dopo quello che si è subito alzarsi, pedale, guidare, camminare e fingere che non sia accaduto nulla perché la società non apprezza la donna frignona quella che dopo una violenza o un abuso si chiude in se stessa che non riesce a fare un passo che non riesce a mantenersi o a prendersi cura della famiglia?’. Vorrei anche parlare di come cambia la vita in coppia se prima del abuso si aveva già una persona al fianco e qualora l'abuso fosse avvenuto prima di un compagno come il trauma subito si riverserà sull’uomo innocente, che non capendo e a volte non avendo la pazienza di capire, tenderà a prendersi quello che desidera per poi andarsene una volta che il dolore prende forma e come una bestia in gabbia si scaglierà addosso a lui la cui colpa è stata solo non aver compreso e se la si vuole come compagna non averla guidata e sostenuta verso chi potrà darle i mezzi per rialzarsi.

È un discorso complesso lo comprendo ma il trauma che subisce una donna lo può subire un uomo per altri motivi e bisogna sostenersi non consumare, consumare, consumare e correre. La vita non è questo, non è correre lì e qui senza alcun rispetto per chi calpestiamo, senza alcun rispetto per chi cala le difese e ci fa entrare nel suo mondo fatto di felicità, tristezza e tanta meraviglia perché si ognuno di noi ha un mondo interiore unico e meraviglioso.

Mi chiamo Z, e gli abusi che ho subito hanno segnato il mio modo di vedere e di vivere una relazione così tanto da ricercare il tossico, il male dove non doveva esserci perché oramai il piacere viene soffocato dal dolore e entrambi convivono creando una simbiosi malata e perversa che porta litigi e tristezza a entrambi i partner. Come uscirci quando non puoi parlare? come uscirci quando anche parlare con uno psicologo, che comunque ti dovrai pagare con i soldi che non hai perché non riesci a portare avanti la tua vita, non è facile ma anzi sotto il suo sguardo ti senti ancora più sbagliata ancora più incompresa, fin troppo nuda da essere capita quando non vuoi che ti capiscano?.

La soluzione è la coperta di pile.

 Si avete capito bene lettori, la coperta di pile ti culla mentre piangi sul divano, sul letto, nel bagno. Puoi asciugare le tue lacrime ai suoi morbidi bordi, puoi arrotolartici dentro e sentirti un poco più protetta in quel piccolo spazio caldo e umido del tuo respiro e delle tue lacrime, puoi anche urlarci dentro e prenderla a pugni lei continuerà a scaldarti. A volte anche quella coperta è sbagliata perché troppo piccola e ti fa uscire i piedi o la schiena, o la testa… eh no! serve una coperta grande di quelle che se dopo il pianto ti addormenti puoi girarti più volte senza che questa ti faccia scoprire, serve una buona coperta dove potersi lasciare andare nel dolore di quei ricordi e quelle immagini che speri ogni giorno vengano cancellate dalla tua mente, quel dolore che prende la pancia come una mano che la stringe da dentro e te la stritola e ti viene da vomitare ma è un dolore familiare ti ci abitui diventa come una presenza invisibile che ti rincuora e che a volte la ricerchi perché è l'unica cosa che ti è rimasta e che dopo il suo passaggio ti fa sentire meglio ti fa sentire più leggera, ti fa sentire viva.

Bisognerebbe parlare a lungo di questa mano che ti stritola perché ad alcuni prende la pancia, altri i fianchi altri la testa ma rimane questa presenza extracorporea perché sei consapevole che non è realmente la te cosciente a farti patire questa dolce tortura.

Mi chiamo Z, ho 22 anni e voglio dire alle donne che mi leggono che quel che scrivo sono solo la mia percezione delle sensazioni che si possono provare delle emozioni che possono affiorare nel tempo, non potrò dare voce alle vostre poiché ognuna è diversa ma vorrei con queste mie parole farvi sentire meno sole in quei momenti. Ricordarvi che si la scelta che credete di aver preso, quella cosciente che vuole far smettere questo dolore intenso, perché tanto questo mondo non vi vuole? perché tanto non avete la forza di contrastare questo trauma? Perché tanto nessuno vi capisce e nessuno vi rimane accanto? ecco vorrei dirvi che quella scelta non è sbagliata, non sentitevi sbagliate anche solo per averla pensata, potete farla ho provato anche io ed è stato un fallimento quindi fate questo prima di prendere la decisione, fate tre respiri profondi e guardate il cielo, ovunque vi troviate basterà alzare la testa, guardate le stelle, il sole, uscite sul balcone o nel giardino e respirate l'aria calda o fredda, osservate i vostri piedi e se siete nella natura toglietevi le scarpe e provate una sensazione nuova camminando scalze tra la sabbia, nell’ erba, nel fango vi assicuro che è una cosa stupenda ma non limitatevi a questo analizzate ogni singolo odore, sapore, suono, ogni singolo colore che vedete perché è pieno di sfumature che il nostro occhio può cogliere senza sforzo. Fate altri tre respiri profondi e… tornate a leggere quello che scrivo perché voi lettori mi date la forza per fare quei respiri ogni giorno.

Mi chiamo Z., ho 22 anni non sono forte ma determinata e se lo sono io puoi esserlo anche tu!

C’è un momento che devi decidere: o sei la principessa che aspetta di essere salvata o sei la guerriera che si salva da sé… Io credo di aver già scelto… Mi sono salvata da sola.

(Marilyn Monroe)

 

Inserito il:16/12/2022 18:13:25
Ultimo aggiornamento:16/12/2022 18:42:01
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