Aggiornato al 28/04/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Kathy Manuel (California, Miniaturist Contemporary) – An Early Morning Bike Ride

 

La cuoca italiana - Nona puntata - Una lettura estiva

di Marialuisa Bordoli Tittarelli

 

Le giornate d’agosto si susseguivano calde e indolenti, ricche di silenziosi pomeriggi in cui la signora Persi ricordava vecchie estati paragonandole a quella inglese che stava vivendo.

Il lavoro aveva ritmi diversi, a volte convulsi, per inviti imprevisti, a volte molto calmi con pochi commensali.

Lei si muoveva tranquilla e sicura, nella cucina che ormai padroneggiava senza ansia, amata dai suoi datori di lavoro come dai vari collaboratori che spesso bussavano alla porta del suo ordinatissimo, piccolo regno.

Improvvisamente un cibo, un profumo, un ingrediente, un ramo in giardino che si muoveva in modo particolare o il canto di un uccellino la trasportavano di colpo nel passato, in altro luogo, altro mese, altra vita…. e l’intensità di quel viaggio era tale da farla rimanere trasognata e un po’ malinconica.

Forse si sentiva un po’ sola.

L’estate richiama alla mente viaggi, compagnia, allegria, giochi, scherzi, lunghe vacanze, la sensazione di un premio meritato dopo tanto lavoro….

Per fugare malinconie e tristezze si imponeva distrazioni: lunghe camminate nei dintorni del villaggio, e soprattutto l’appagante compagnia delle amate letture.

La conoscenza della lingua inglese procedeva speditamente e, durante una delle sue visite a Londra, aveva passato molto tempo in una libreria dove, dopo aver sfogliato un gran numero di testi, ne aveva acquistato uno, sedotta dal titolo davvero curioso.

“A red herring without mustard” di Alan Bradley. (Aringhe rosse senza mostarda, questo il titolo con cui è edito in Italia)

Il riferimento alla mostarda e alle aringhe le fece pensare che nel libro ci fossero anche ricette o almeno riferimenti culinari e, anche se comprendeva sufficientemente la lingua per capire che in realtà si trattava di un giallo, lo comprò con entusiasmo.

Il libro si rivelò molto piacevole, insolito, divertente e “gentile”.

Qualcosa di davvero diverso nel panorama vastissimo delle sue letture poliziesche.

Lei amava molto i gialli, ne aveva letti davvero tanti e aveva spaziato in tutte le nazioni, perché era affascinata da quel genere di racconti.

Si era interrogata sovente sul motivo di questa sua passione “gialla” decidendo infine che erano molteplici.

Innanzi tutto la riteneva una piacevole ginnastica mentale: il cervello, infatti, lavorava intensamente per scoprire i colpevoli mantenendo così l’attenzione ben viva dalla prima all’ultima pagina, stimolando la mente a catturare le varie tessere per arrivare alla soluzione – ovviamente se l’autore era di livello.

In secondo luogo il male era sempre punito, poiché l’assassino veniva identificato ogni volta, e insomma questo per lei rappresentava una specie di lieto fine, cosa che il suo lato infantile desiderava ancora intensamente, soprattutto perché, nella vita reale, spesso tutto rimaneva incerto e sconfortantemente confuso.

E infine la materia “morte” così angosciante e incommensurabile, in queste avventure veniva trattata alla stregua di una disciplina qualsiasi, ridimensionata, esplicitamente esplorata e alla fine dalla sua posizione di primo piano, passava in second’ordine, in un certo senso, poiché erano più importanti i motivi, le strade, gli impulsi che l’avevano provocata, che la morte stessa.

Le riteneva letture stuzzicanti, spesso delle sfide che mettevano alla prova la sua capacità intuitiva.

La quantità notevole di gialli divorati, l’aveva resa un’esperta severa ed esigente; spesso comprendeva tutta la trama già al primo capitolo per cui, a meno che l’autore non avesse una capacità espositiva affascinante, abbandonava il libro delusa.

La scoperta del nuovo scrittore così interessante e originale l’aveva entusiasmata.

Com’era sua abitudine si procurò al più presto tutti gli altri romanzi dello scrittore (questa volta in italiano) sul quale indagò a fondo come faceva ad ogni incontro letterario molto gradito.

Alan Bradley divenne il nuovo amico e il personaggio principale dei suoi romanzi, la deliziosa giovanissima detective Flavia de Luce, un’amata compagnia.

Aringhe rosse senza mostarda, (il titolo suona strano in italiano, in inglese “a red herring”, aringa rossa, ha anche il significato di falsa pista) edito in Italia da Sellerio nella collana della Memoria, ha infatti come protagonista una ragazza di undici anni, molto, molto intelligente, intraprendente, indipendente, coraggiosa, intenditrice di chimica alla quale si dedica con esperimenti a volte impressionanti o azzardati.

Ha ereditato da un vecchio zio un po’ bizzarro, un laboratorio in grande stile, ben attrezzato anche se non proprio moderno, ricco di sostanze ed elementi, e molti veleni di cui Flavia è una preoccupante conoscitrice.

Il cognome de Luce fa pensare subito a una discendenza aristocratica.

Infatti, anche se povera e costretta a rocambolesche economie, la famiglia vive in una vetusta e grandiosa villa un po’ trascurata e cadente, circondata da parco e laghetto, come si conviene ad ogni vecchia villa inglese.

Flavia non ricorda nulla di sua madre - cui pare assomigli come una goccia d’acqua - morta quando era piccolissima, in circostanze molto misteriose, durante una scalata in un paese lontano.

Ha un pessimo rapporto con le due sorelle maggiori che la perseguitano con dispetti e agguati improvvisi.

Il padre, che lei adora, è ancora ammutolito dal dolore per la perdita della moglie amatissima e vive assorto in un mondo tutto suo confortato dai francobolli che colleziona e tormentato dalle esigenze pratiche della vita quotidiana e dalla cronica mancanza di denaro.

L’angelo custode di Flavia e di tutta la famiglia è uno strano personaggio, il maggiordomo tuttofare Dogger, dotato di doti particolari, di grandissima bontà e forza, ma colpito a volte da momenti di gravi crisi e turbamenti motivati da qualcosa di orribile e top secret successogli nel passato.

L’irresistibile Flavia spazia nella splendida campagna inglese, magistralmente descritta, correndo sull’amata bicicletta Gladys, talmente umanizzata da sentirla come coprotagonista nelle sue avvincenti avventure.

Una lettura iniziata quasi per scherzo, pensando più alla cucina che a un vero romanzo, si rivelò invece così gradevole che la signora Persi non mancò di comunicare a tutti quelli che frequentava, compresi i padroni di casa, il suo entusiasmo arrivando a regalare a Milady e a Charles, il maggiordomo, un libro ciascuno, naturalmente in inglese,

Nonostante l’età della investigatrice, i romanzi di Alan Bradley sono piacevoli letture per adulti che abbiano un animo giovane e vivace.

I sei libri sui misteri di Flavia finora pubblicati hanno riscosso un grande successo e sono stati tradotti in numerose lingue, conquistando premi letterari importanti.

L’autore, nato a Toronto nel 1938, lavorò per numerose stazioni radio e televisive nell'Ontario e per l'istituto politecnico di Ryerson (ora un'università) a Toronto, prima di divenire direttore di ingegneria televisiva all'Università di Saskatchewan fino al 1994 quando si ritirò per dedicarsi completamente alla scrittura.

La compagnia dei libri di Bradley e, soprattutto della geniale Flavia, resero il mese d’agosto piacevole e divertente.

Il titolo di uno dei libri “Flavia de Luce e il delitto nel campo dei cetrioli” ispirarò alla signora Persi due ricette per un pranzo dedicato alla piccola investigatrice.

Fu servito in giardino e accolto dalla famiglia con entusiasmo per la sua fresca leggerezza.

 

Zuppa di Cetrioli

6 cetrioli freschissimi e di buona misura

250 gr di yogurt greco

12 foglie di menta

4 foglie di melissa

1 cucchiaio abbondante di parmigiano

sale e pepe q.b.

Lavare, sbucciare e tagliare a pezzi i cetrioli, inserirli nel frullatore insieme allo yogurt, a 8 foglie di menta e 4 di melissa, al parmigiano, sale e pepe.

Frullare il tutto fino a renderlo una crema.

Disporlo nei piatti decorando con le foglie di menta restanti.

Servire freddo, ma non ghiacciato.

 

Insalata verde, rossa e bianca

150 gr di rucola

200 gr di foglioline di spinaci da mangiare crudi

400 grammi di polpa di anguria pulita e senza semi

250 grammi di feta greca

Una manciata abbondante di foglie di basilico

Olio extra vergine di oliva al limone, sale, pepe q.b.

Riempire un’insalatiera con l’insalata e e le foglioline di spinaci ben lavati e asciugati, unire l’anguria e la feta tagliate a piccoli pezzi, profumare con foglie di basilico.

Condire e servire subito.

 

Inserito il:25/08/2017 17:51:53
Ultimo aggiornamento:25/08/2017 18:01:13
Condividi su
ARCHIVIO ARTICOLI
nel futuro, archivio
Torna alla home
nel futuro, web magazine di informazione e cultura
Ho letto e accetto le condizioni sulla privacy *
(*obbligatorio)


Questo sito non ti chiede di esprimere il consenso dei cookie perché usiamo solo cookie tecnici e servizi di Google a scopo statistico

Cookie policy | Privacy policy

Associazione Culturale Nel Futuro – Corso Brianza 10/B – 22066 Mariano Comense CO – C.F. 90037120137

yost.technology | 04451716445