Aggiornato al 26/04/2024

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Voltaire

Solar energy, painting by Child Artist Isha Purohit (India)

 

Pubblichiamo il terzo di una serie di articoli propedeutici all’Incontro a tema: Fonti Energetiche Rinnovabili in Italia, in programma mercoledì 13 luglio alle ore 17:00 con inizio sessione Zoom dalle 16:30. Oltre ai Soci di Nel Futuro l’invito all’incontro è esteso a tutti i Lettori i quali possono richiedere le credenziali di accesso alla sessione ZOOM inviando una mail a convegni@nelfuturo.com.

 

Fonti Energetiche Rinnovabili in Italia - Fotovoltaico

di Vincenzo Rampolla

 

In Italia, 640 MW di nuovi impianti fotovoltaici (Fv) sono entrati in esercizio nei primi 4 mesi del 2022. Altri 680 MW saranno allacciati alla rete ad alta tensione. Ulteriori 3,8 GWh sono già autorizzati e entreranno in funzione nel corso dell’anno, la maggior parte dei quali potrà beneficiare delle norme in vigore con le nuove semplificazioni VIA Fast Track attive da gennaio. Il Ministero MITE ha diffuso questi dati basandosi su una proiezione di Terna, fondata su 3 elementi chiave: impianti già in esercizio, richieste di collegamento alla rete per impianti nuovi e aggiudicati e richieste di collegamento alla rete per impianti nuovi autorizzati riferiti alla rete elettrica di trasmissione nazionale e alla rete a media e bassa tensione.

A fine 2021 in Italia erano installati 1.016.000 impianti Fv (935.838 nel 2020) per una potenza totale di 22,6 GW (+ 4,4 sul 2020) e una produzione prossima a quella del 2020, di poco superiore a 25 TWh (+0,4%).

La parte del leone continua a essere legata alle installazioni di potenza inferiore a 20 kW, anche se si ha una crescita degli impianti di classe alta, superiore a 1 MW, che hanno coperto il 10% della nuova potenza Fv. A livello regionale la Lombardia detiene il primato con 160.757 impianti, seguita dal Veneto, con 147.687 impianti; le 2 regioni insieme rappresentano il 30,4% degli impianti installati nella Penisola. La Puglia con circa 3 GW è invece la regione con maggiore potenza installata e con 50 kW ha la dimensione media degli impianti più elevata. Basilicata, Molise, Valle D’Aosta e Provincia autonoma di Bolzano registrano invece i numeri più bassi. In generale, il 45% della potenza complessivamente installata in Italia a fine 2021 si trova nelle regioni settentrionali, il 37% in quelle meridionali e il 18% in quelle centrali.

L’80% degli impianti interessa il settore domestico, mentre il 48% della potenza installata è nel settore industriale. In complesso, nel 2021 hanno prodotto 115 TWh di energia elettrica, il fotovoltaico ne ha coperto il 22%, preceduto dal solo idroelettrico con il 39%.

Considerando la totalità dei nuovi impianti da FER (Fonti Energie Rinnovabili), per l’anno in corso sono previsti 5 GWh di nuova potenza, circa 2,5 volte il totale consolidato del 2020 e del 2021.

Sempre secondo Terna, una parte delle nuove installazioni da FER entrerà in esercizio nel biennio 2023 - 2024 portando a oltre 8 GWh la potenza autorizzata. L’accelerazione è fortemente snellita dalla velocità del processo di autorizzazione. A partire da un nuovo rendimento orario (definito di 1.500 h/anno per il Fv, di 2.000 h per l’eolico e di 6.500 h per geotermico e biogas), i nuovi impianti da rinnovabili che verranno connessi alla rete nel 2022 potrebbero produrre più di 9 TWh, a cui aggiungere 5,3 TWh nei successivi 24 mesi, sulla base dei progetti autorizzati. Si tratterebbe di un risparmio equivalente di gas superiore a 3 Mld m³. Si ha conferma inoltre che 24 GWh di nuovi impianti (12,4 GWh di Fv e 10,7 GWh di eolico) sono in una fase di sviluppo avanzato.

I numeri dell’Italia sono ancora troppo bassi a fronte degli obiettivi 2030 e dei livelli di crescita dell’installato del Fv nei prossimi anni (minimo 30 GW addizionali da installare entro 10 anni secondo il Piano PNIEC di Bruxelles). Usciti dai meandri del Piano, una volta definiti i target da raggiungere, è prevista anche una rivalutazione in corso d’opera. Posto il traguardo al 2030, nel 2023 è programmato un esame di tutti i Piani nazionali. A modificare il PNIEC saranno le eventuali novità introdotte dalla CE con la Climate Law. La normativa accoglierà l’obiettivo fissato dal Green Deal Europeo per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, con azzeramento delle emissioni nette di gas serra.

E il Fv in Europa?

Le stime del futuro del Fv europeo prevedono un balzo di almeno 1/3 della capacità totale cumulata entro il 2025, con lo scenario medio più probabile di 327,6 GW.  Per un’Italia che perde posizioni nel solare e investe nel gas - dicono gli analisti del settore - diventa fondamentale capire come si stia muovendo quel mercato, visto che gli attuali prezzi del mercato energetico sono spinti al rialzo dall'aumento del costo del gas. A metà 2021 i prezzi dell’energia elettrica hanno raggiunto vette che non si vedevano da anni e sulla borsa elettrica il prezzo medio del kWh che per anni era oscillato tra 4 - 8 centesimi, già a luglio ha superato i 10 centesimi, per arrivare a fine anno a 28 centesimi. La corsa dei prezzi dell’elettricità dipende interamente dall’aumento del prezzo del gas, mentre il costo dell’elettricità Fv è diminuito di circa l’85% nell’ultimo decennio. Di conseguenza, è ancora più inspiegabile il perché l’Italia non metta pannelli, ma incentivi i rigassificatori fino al 2043, a 7 anni da quando l’Europa vorrebbe o dovrebbe ottenere la neutralità energetica.

Nel frattempo il Ministero della Cultura, continua a intervenire su ogni impianto a rinnovabili, con il pretesto, ad esempio, di interrompere con le turbine eoliche il profilo del Tavoliere delle Puglie e il Ministero dell’Agricoltura e Foreste, su imboccata di Cingolani, di fronte alla corsa all’acquisto di terreni agricoli per il Fv, ha inserito, nel decreto legge 17 del 1° marzo 2022, nuove norme per l’installazione di Fv sui terreni agricoli. È molto limitante per le imprese agricole. Da una parte viene confermata l’ammissibilità agli incentivi solo per gli impianti agro-voltaici elevati da terra, dall’altra decade per gli agricoltori l’accesso agli incentivi su piccoli impianti a terra. Eliminare gli incentivi per impianti a terra, non fa che rendere antieconomico lo sviluppo di piccoli impianti e indirizza il Fv su terreni agricoli di potenza oltre i 10-15 MW non incentivati. La situazione è complessa fin dal nascere e agevolerà la cessione dei terreni agricoli ai grandi investitori, facendo perdere l’occasione di favorire le imprese agricole, indotte in questo particolare momento a investire in piccoli impianti, con maggiore sforzo produttivo e maggiori costi.

(consultazione:       rapporto fotovoltaico 2021 gse - gestore servizi energetici; ) 

 

Inserito il:23/06/2022 16:24:00
Ultimo aggiornamento:23/06/2022 16:29:07
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