Aggiornato al 26/04/2024

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Voltaire

Bob and Nadine Johnston (Cottonwood, AZ - United States) - Sunset gyser in Yellowstone

 

Pubblichiamo il quarto di una serie di articoli propedeutici all’Incontro a tema: Fonti Energetiche Rinnovabili in Italia, in programma mercoledì 13 luglio alle ore 17:00 con inizio sessione Zoom dalle 16:30. Oltre ai Soci di Nel Futuro l’invito all’incontro è esteso a tutti i Lettori i quali possono richiedere le credenziali di accesso alla sessione ZOOM inviando una mail a convegni@nelfuturo.com.

 

Fonti Energetiche Rinnovabili in Italia - Geotermia

di Vincenzo Rampolla

 

L’Italia ha risorse geotermiche straordinarie, oltre a un kow-how eccellente che le riconosce il ruolo di fondatore e di primo investitore in questa fonte di energia: agli inizi del secolo scorso ha realizzato in Toscana i primi impianti di energia elettrica da geotermia. Con  916 MWh di capacità installata si stima tra 5.800 - 116.000 TWh l’enorme potenziale di energia estraibile e sfruttabile. Nella Regione la geotermia copre il 70% delle FER e fornisce calore per riscaldare circa 10.000 utenze residenziali e commerciali, con un forte indotto artigianale, agroalimentare e turistico. Gli impianti di Enel Green Power del Monte Amiata (Bagnore) con 6 GWh soddisfano oltre il 30% del fabbisogno elettrico regionale. È nullo l’impatto finale dovuto al rilascio nell' ambiente di gas non condensabili, principalmente CO₂, con possibili contaminanti. Il contributo della geotermia rispetto al totale generato dalle altre FER è oggi intorno al 5-6%.

Importanti aree geotermali si trovano a Pisa, Siena e Grosseto, Colli Euganei - Padova, a Grado – Friuli, Casaglia - Ferrara, dove sono stati perforati pozzi per riscaldamento di edifici, nei campi Flegrei e nel napoletano all’isola d’Ischia, ad Alcamo e Sciacca nella Sicilia occidentale, nelle isole Eolie e Pantelleria. Anche lungo l’intero l'arco alpino e le Prealpi sono presenti diverse sorgenti ad acqua calda,  frequentemente utilizzate per impianti termali.

Questo l’obiettivo di fondo del PNIEC (Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima), sintetizzato dal Ministro Cingolani: entro il 2030 almeno il 70% dell’elettricità italiana dovrà arrivare da fonti rinnovabili, mentre ad oggi siamo al 38% e le nuove installazioni procedono a rilento frenate da iter autorizzativi respingenti nonché dal moltiplicarsi di tipiche sindromi “non nel mio giardino, non nel mio mandato”. È tempo di muoverci.

A Ferrara  è in funzione la prima centrale geotermica italiana, considerata un esempio a livello europeo. Sfrutta un giacimento geotermico da cui estrae acqua ad una temperatura di circa 100 °C, scoperto da Agip a Casaglia alla fine degli anni ‘50 a 2.000 m di profondità. In seguito, è stato sviluppato l'impianto per la produzione di calore: eroga una portata di 400 m³/h di acqua geotermica a 100-105 °C, sviluppa una potenza termica di 14 MW e produce annualmente circa 75GWh di energia termica. Come teleriscaldamento ha contribuito per il 42% dell'energia termica complessiva  nel decennio 2002 - 2012 e ha evitato l'immissione in atmosfera di oltre 310 t di ossidi di azoto e 261.000 t di CO₂. Nel senese, ad Abbadia San Salvatore a gennaio 2020 è stato presentato il progetto per un impianto geotermico binario di nuova generazione, primo ad essere realizzato da Sorgenia, una delle numerose aziende italiane molto attive sul fronte della geotermia pulita, con oltre 100 impianti a reiniezione totale realizzati nel mondo. La centrale e le relative apparecchiature coprono poco più di 1ha di progetto architettonico e di paesaggio in un’area edificabile di 14 ha e a destinazione produttiva. L’intervento prevede la perforazione di 10 pozzi, 3 produttivi e 7 reiniettivi, e garantisce 70/80 posti di lavoro.  E ai primi di maggio un imprevisto, l’altolà del Ministro della Cultura: ricorso alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, a causa di una variante imposta rispetto alla posizione individuata da Sorgenia, ha bloccato il via libera della Regione Toscana per la realizzazione. Ipotesi, inaccettabile che allontana ogni spazio ad accordi  e comporta la riprogettazione. La notizia è accolta con giubilo misto a incredulità da Ecosistema Val d’Orcia che da anni si batte contro la realizzazione della Centrale.

Quali i vantaggi dell’energia geotermica? È un’energia alternativa e pulita, non produce emissioni, non emette CO₂ né altre polveri sottili e rispetto alle altre FER, genera una maggior produzione elettrica a parità di watt installati. È infine rinnovabile sul lungo periodo, grazie al riciclo del vapore prodotto e di tutti gli scarti di produzione. È un’energia prodotta con continuità, svincolata dalle condizioni metereologiche e dall’alternanza giorno / notte. Quali gli svantaggi? È difficile e costoso individuare i giacimenti, spesso situati a notevole profondità. Le centrali, inoltre, hanno un impatto estetico non trascurabile e spesso sono fonti di odori sgradevoli, problemi in realtà minori, grazie a efficaci sistemi di abbattimento e alla vasta diffusione di progetti di bio-architettura.

In sintonia con le recenti politiche governative, nel futuro dovrebbero essere estesi gli incentivi al geotermico, per realizzare 10 nuovi impianti per 50 MW. In particolare si pensa a impianti a ciclo binario, capaci di generare energia elettrica anche basse temperature. Progetti importanti sono in corso a Montenero (Grosseto) e Castel Giorgio (Terni) oltre a interventi all’estero, in Islanda, Cile, Usa e  Kenya, dove Enel sta siglando importanti contratti per la costruzione di centrali geotermiche di ultima generazione. Nel frattempo, la controllata italiana della società Vulcan Energy Resources ha ottenuto il permesso per cercare litio nelle salamoie geotermiche del Lazio, scoperto fin dal 1975 dall’Enel scavando un pozzo a 1.390 m, a circa 200°C e fonte di litio a 350-380 mg/l.  Quel pozzo oggi  presenta caratteristiche favorevoli alla produzione di un metallo indispensabile per la transizione ecologica e altamente strategico per le fuel cell delle batterie, con prezzo di mercato da $5.000 a $20.000 / t: l’oro del millennio.  La sua estrazione avviene in genere in cave a cielo aperto con inquinamento, ma offre un livello di sostenibilità molto più elevato se viene invece estratto dalle brine geotermiche, acque tra 100°- 300°C molto ricche di sali (cloruro, solfato o carbonato di litio ). I ricercatori del CNR danno la presenza di un minerale ricco di litio, circa 500 g/m³ di roccia, nel granito a poca profondità nel campo geotermico del pozzo. Potenziale di massimo interesse.

(consultazione:    agenziaimpress.it/geotermia – siena; contact italia – solar division – redazione qualenergia;wikipedia;enel)

 

Inserito il:25/06/2022 10:40:47
Ultimo aggiornamento:25/06/2022 10:49:43
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