Aggiornato al 25/04/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Alex Katz (1927 – Brooklin) – Ted Berrigan

 

Se io fossi un giovane

di Gianni Di Quattro

 

Me lo sono chiesto più volte per vedere l’effetto che fa. So benissimo che per un vecchio mettersi nei panni di un giovane è un atto di presunzione, una forma di contestazione sociale che la comunità rifiuta e che spesso è causa di giudizi della maggioranza talmente negativi sino al punto di arrivare a cancellare un passato onorevole. Tuttavia, anche se in modo silenzioso, vale la pena di fare questo esercizio perché permette di capire meglio quello che sta succedendo provando a guardarlo da un altro punto di vista e di capire quanto è difficile per un giovane riuscire ad interpretare il mondo in cui si trova.

Un giovane deve capire il mondo in cui vive perché è in quel mondo che deve costruire il suo percorso di vita, è in quel mondo che deve cercare la felicità o perlomeno deve perseguirla in ogni modo e con ogni sforzo.

Certamente se un giovane si sofferma sul panorama internazionale non ha difficoltà a notare la superficialità con la quale i grandi capi del pianeta trattano i problemi della gente dei propri Stati di appartenenza e di altri paesi e li riducono esclusivamente in termini di profitto e perdite, il cinismo con cui fanno la guerra a chiunque senza fare dichiarazioni e senza fare preannunci o tentativi di accordo, perché anche queste etichette di un antico galateo bellico rispetto al passato sono decadute.

Fa impressione osservare il fatto che questi capi, questi grandi capi si riuniscono di continuo in posti bellissimi e lussuosissimi con una flotta di aerei potenti che volano di continuo e che li portano da una parte all’altra. Si riuniscono senza concludere, senza decidere, senza capire le esigenze delle persone. Queste riunioni normalmente terminano con delle conferenze stampa dove due o tre persone davanti ad uno stuolo di bandiere e ad alcuni camerieri ed assistenti pronti ad intervenire per qualunque desiderio o necessità di questi oratori raccontano che tra di loro c’è un buon rapporto di amicizia, che si sono capiti, che stanno trovando l’intesa, che l’incontro è da considerarsi molto positivo. E poi si rivedono la settimana successiva da qualche altra parte con lo stesso rituale mentre la gente muore, viene incarcerata, gli speculatori assassinano tutti coloro che incontrano sulla loro strada e i populisti sbraitano non per risolvere perché sanno che non è possibile, ma per avere anche loro qualche pezzo di torta magari avanzata su qualche bel piatto.

I giovani vedono tutto questo e devono cercare di scegliere in quale pezzo di mondo vogliono vivere, devono cercare di interpretare il futuro e il tipo di contributo che possono dare, devono reinventare valori, ideali e obiettivi perché, almeno i più provveduti, capiscono subito che non possono usare ciò che nel passato ha portato le vecchie generazioni al declino morale e materiale, alla massima diseguaglianza, alla apparente libertà ma dentro una ingiustizia sociale molto violenta.

Reinventarsi un futuro, ecco cosa devono fare i giovani e devono anche scrollarsi di dosso alcuni anziani o vecchi che cercano disperatamente di condizionarli per continuare a giocare qualche ruolo nella società e nell’economia fino alla morte, per accumulare, per comandare, per spendere, per godere una vita bella e inutile.

Se io fossi un giovane mi impegnerei per creare una società dove tutti hanno i diritti di base uguali e ciascuno occupi il posto che si merita, dove l’impegno costituisca una maniera bella di vivere, dove non si conosca il razzismo verso qualsiasi persona e qualsiasi sua scelta personale di vivere nella società. Se io fossi un giovane studierei molto magari agricoltura e tecnologia perché sono le due strade attraverso le quali si potrà avere sviluppo e benessere e che possono poi influenzare il pensiero e la politica, l’economia e la bellezza in tutte le forme possibili.

Ed, infine, se io fossi un giovane cercherei i sentimenti e le emozioni che arricchiscono e completano la vita come l’amicizia e l’amore, le emozioni che provengono dalla contemplazione della natura o dalla vicinanza con altre persone, i piaceri che provengono dal sapere e dalla conoscenza, dal gusto e dalla convivenza.

I vecchi devono capire che questo devono fare i giovani e devono aiutarli, spingerli a pensare e a fare. Devono capire che il miglior aiuto che possono dare è quello di farsi da parte e di dirlo, di non mettere ostacoli o cercare di condizionarli, di lasciarli liberi di immaginare e di creare, di costruire una società che vorranno certamente diversa da quella che le vecchie generazioni stanno loro lasciando.

Inserito il:04/09/2016 19:47:37
Ultimo aggiornamento:04/09/2016 19:49:51
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