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5G e Coronavirus, clorofilla, batteri e radar
di Achille De Tommaso
Avete sicuramente sentito parlare di una teoria, definita “complottista” da molti media, che afferma che il 5G è in qualche modo responsabile del coronavirus. Nel Regno Unito, negli ultimi giorni, si sono verificati diversi casi di assalti incendiari ad antenne o centraline della rete di ultima generazione 5G. È capitato a Birmingham, Liverpool, e anche a Belfast, in Irlanda del Nord. E qualcosa è successo anche in Italia.
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Premetto che io sono agnostico sul tema; nel senso che, a mio avviso, non ci sono pareri scientificamente validi né a supporto della correlazione 5G-coronavirus, né contro di essa. Un parere scientificamente valido, infatti, deve essere corroborato da osservazioni e sperimentazioni, raccolta dei dati relativi; e discussione dei dati “tra pari”. E questo non esiste.
Vorrei però mettere insieme alcuni fatti scientifici circa la correlazione tra onde elettromagnetiche e sistemi viventi; proporveli e lasciare decidere a voi.
Questa teoria “complottista” sembra essere emersa per la prima volta tramite i post di Facebook a fine gennaio 2020. Le preoccupazioni sembrano cadere in due campi:
Uno afferma che il 5G può indebolire il sistema immunitario, rendendo così le persone più sensibili alla cattura del virus.
L'altro suggerisce che il virus può in qualche modo essere trasmesso attraverso l'uso della tecnologia 5G.
Entrambe queste affermazioni sono "spazzatura", afferma, tra gli altri, il dott. Simon Clarke, professore associato di microbiologia cellulare presso l'Università di Reading.
"Innanzitutto l'idea che il 5G abbassi il sistema immunitario non regge alle esperienze scientifiche", afferma Clarke. "Il nostro sistema immunitario è sollecitato in ogni momento da diversi fattori; anche l’essere particolarmente stanco, o depresso, o alimentato male, può abbattere le nostre barriere immunitarie, e renderci suscettibili al virus.
"Per quanto riguarda l’altra affermazione: mentre le onde radio molto forti possono causare riscaldamento, il 5G non è abbastanza forte da riscaldare le persone in modo tale da avere un effetto significativo. Le onde radio possono disturbare la nostra fisiologia solo quando procurano riscaldamento (ad esempio con i forni a microonde). Ma i livelli di energia delle onde radio 5G sono bassissimi e non sono in alcun modo abbastanza forti da provocare riscaldamento; vari studi lo confermano”.
Questa posizione è anche confermata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms):”le radiazioni non ionizzanti (quelle che non scaldano) si trovano nella parte dello spettro elettromagnetico in cui l’energia è insufficiente per causare la ionizzazione. Comprende campi elettrici e magnetici, microonde, infrarossi, e la radiazione visibile, e non sono dannose. Dobbiamo invece preoccuparci delle radiazioni ionizzanti, le quali possono effettivamente causare danni al DNA e provocare tumori. Eppure in certi ambiti esse stesse sono utilizzate in sicurezza; per esempio coi raggi X delle radiografie, basta attenersi a esposizioni non oltre un certo limite”.
In sintesi, secondo loro, le onde elettromagnetiche (EM) “non ionizzanti”, non influiscono sui sistemi vitali perché “non scaldano”; e non possono quindi danneggiarli. Ok? Possiamo stare sicuri?
Beh, innanzitutto che la radiazione EM, in generale non influisca sui sistemi viventi, non è vero. Un ottimo esempio è la luce.
Tutta la vita sulla terra è mantenuta dal flusso di energia irradiata dal sole che entra nella biosfera.
Forse il suo effetto più macroscopico è visto nelle piante, per cui la radiazione è: 1– Una fonte di energia (effetto fotoenergetico); 2– Stimolo per lo sviluppo (effetto fotocibernetico); 3 – Fattore di stress (effetto fotodistruttivo)
Una rappresentazione dello spettro elettromagnetico è questa (Wikipedia):
Quindi l’affermazione importante, anche se generale, che ci viene dalla fotosintesi clorofilliana è: un sistema vivente come quello delle piante non si modifica solo per mezzo di informazioni chimiche, ma anche a causa di onde EM. Quindi le onde EM sono in grado di inviare informazioni ai sistemi vitali, e influenzarne lo sviluppo.
Si, vabbè, si dirà, ma questo avviene a frequenze elevatissime, come quelle della luce. Mica vale per frequenze più basse! E invece no.
I batteri possono comunicare per mezzo di onde elettromagnetiche AM/FM
I batteri sono esseri viventi, e ne posseggono tutti i requisiti. Quattro fisici teorici, guidati da Allan Widom, della Northeastern University, hanno pubblicato nel 2011 un articolo in arXiv (1) , in cui mostrano un modo possibile per alcuni batteri di produrre onde radio a frequenze molto più basse di quelle della luce.
Le trasmissioni “wireless” dei batteri possono in linea di principio essere della varietà AM e FM a causa della periodicità del flusso magnetico negli spettri di energia elettronica nei moti orbitali del DNA batterico. Chiarisco: questa è un'area scientificamente controversa. Le misurazioni delle onde radio batteriche sono state pubblicate nel 2009 da Luc Montagnier, che ha vinto il premio Nobel per la medicina nel 2008 per la scoperta dell'HIV. Tuttavia, Montagnier, che è figura controversa, aveva ottenuto critiche al suo lavoro, che affermavano che non esisteva un meccanismo noto attraverso il quale i batteri potessero generare onde radio. Quelle critiche, quindi, ora non hanno più valore.
Si, vabbè, si dirà, ma questo vale per i batteri. E invece pare di no; il danno va più nel profondo della struttura vitale: le onde EM influenzano il DNA. In uno studio pubblicato nel 2008 (2) dal Department of Chemistry, University of Colorado e dal Department of Bioengineering, University of Washington, si afferma al para 3. :
Extremely low frequency electromagnetic fields (ELF EMF) and DNA damage: to complete the picture, a few words on the effects of ELF EMF are required, since cell phones also emit these fields and they are another common form of non-ionizing EMF in our environment. Quite a number of studies have indicated that exposure to ELF EMF could lead to DNA damage [54–69]. In addition, two studies [70,71] have reported effects of ELF fields on DNA repair mechanisms.
Ci sono dubbi circa disturbi e danni da onde elettromagnetiche? Beh, non dovremmo averne, se consideriamo le cause vinte nel 2011 dai condomini vicini alle antenne di Radio Vaticana (3) che hanno anche istruito casi per l’accertamento di leucemie (4) e hanno cominciato a sensibilizzare la popolazione circa l’ “elettrosmog”.
Vabbè, si dirà, ma dipende dalle frequenze e dalla potenza irradiata: se si trova la frequenza giusta, a bassa potenza, non ci sono danni, no?
E allora leggete questo: (5)
“ È appurata la correlazione statisticamente significativa tra l’esposizione a radar e campi elettromagnetici e l’aumento del rischio di tumore, infarto e ictus, e gravidanze interrotte. Questa è la sintesi dei risultati degli esperimenti condotti dal Dott. Fiorenzo Marinelli, biologo ricercatore del CNR di Bologna, e presentati al Congresso Internazionale “Radar, radiofrequenze e rischi per la salute” tenutosi a Potenza Picena”.
E sapete che i radar usano anche le frequenze millimetriche? Quelle che usa anche la versione più veloce del 5G.
Cosa c’entra però ciò col 5G in merito al coronavirus?
Ebbene, nei giorni scorsi Luc Montagnier, lo scienziato premio Nobel, di cui ho scritto sopra circa la trasmissione “wireless” dei batteri, ha anche detto alcune cose sul coronavirus, affermando in un’intervista (6), che non ha dubbi che sia stato prodotto in laboratorio. Ma, al termine dell’intervista, ha anche affermato che, a suo parere, il virus è sensibile (come i batteri) alle onde radio e quindi potrebbe sia esserne stato indotto da esse (ad esempio con l’abbassamento delle difese immunitarie); come si potrebbe forse pensare ad una cura del virus per mezzo delle stesse onde EM. Quasi en passant, ha sottolineato che i maggiori decessi sono avvenuti in aree ove la concentrazione di tali onde è maggiore: Wuhan in quanto zona a maggior concentrazione di telecomunicazioni basate sul 5G, la Lombardia con la sua alta densità di popolazione e di antenne di trasmissione, New York per gli stessi motivi, e via di questo passo.
Tutti gli “scienziati” si sono scagliati contro le teorie di Montagnier.
Io personalmente, come dicevo, non mi sento in grado di dare un giudizio sull’influenza del 5G sul coronavirus. Ho solo elencato studi che fanno vedere come le onde EM influenzino i sistemi viventi, fino a farli ammalare, danneggiando il DNA; e come i batteri comunichino a mezzo di onde EM. Secondo un premio Nobel anche i virus potrebbero quindi comunicare con onde EM ed esserne influenzati.
La cosa positiva, secondo questo scienziato, è che le stesse onde EM potrebbero anche essere usate per sconfiggerlo. E in fondo, l’utilizzo di onde EM per curare malattie rare, non è completamente una novità. (7)
Giusto per completare il quadro di riflessione vi allego una mappa del 5G nel mondo (Fonte: WorldTimeZone.com).
- https://arxiv.org/abs/1104.3113
- https://ecfsapi.fcc.gov/file/7521096400.pdf
- https://st.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2011-06-09/elettrosmog-radio-vaticana-molestie-183913.shtml?uuid=AacOUVeD&refresh_ce=1
- https://st.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2011-06-09/elettrosmog-radio-vaticana-molestie-183913.shtml?uuid=AacOUVeD&refresh_ce=1
- https://www.nogeoingegneria.com/news/radar-e-campi-elettromagnetici-correlati-a-tumori-infarti-ictus-e-gravidanze-interrotte/
- https://www.affaritaliani.it/cronache/coronavirus-nobel-montagnier-in-tv-lavoro-da-orologiai-fatto-in-laboratorio-667420.html?fbclid=IwAR0MXxbXbVdBH4Udbyy_HCCYwt7HvAIyt1ACpwbEEMB4bOYBLwlmLBF04-U
- https://www.osservatoriomalattierare.it/ricerca-scientifica/1144-stimolazione-a-onde-elettromagnetiche-nuova-frontiera-per-il-trattamento-di-lesioni-al-cervello