Aggiornato al 18/03/2025

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Voltaire

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Quando il cuore ricorda: trapianti d’organo e cambiamenti di personalità

di Achille De Tommaso

 

La medicina moderna ha trasformato i trapianti d’organo in un miracolo scientifico, dando una seconda possibilità di vita a chi altrimenti non ne avrebbe avuta una. Ma questi interventi, così intrisi di tecnica e pragmatismo, nascondono una domanda più profonda e misteriosa: possono gli organi trapiantati portare con sé frammenti di memoria o identità del donatore?

Sebbene la scienza si affidi ai dati e al rigore, alcune storie di riceventi che riportano cambiamenti improvvisi nelle loro abitudini, preferenze o persino personalità gettano una luce inquietante su questo fenomeno. Tra miti antichi e nuove teorie scientifiche, la questione di come i trapianti influenzino non solo il corpo, ma anche l’anima, rimane affascinante e controversa.

***

Il Cuore: Un Simbolo che Attraversa i Secoli

Nessun organo ha mai portato un peso simbolico così forte quanto il cuore. Nell’antico Egitto, il cuore era considerato il centro dell’identità e veniva pesato nella vita ultraterrena per determinare la purezza dell’anima. Anche oggi, il cuore è il simbolo dell’amore e delle emozioni, come mostrano le cartoline di San Valentino e il linguaggio quotidiano: “segui il tuo cuore,” “con tutto il cuore.”

Con l’avvento della medicina scientifica, il cuore è stato ridotto al ruolo di semplice pompa. Nel 1628, William Harvey descrisse la circolazione sanguigna, rivoluzionando il modo in cui l’umanità vedeva questo organo. René Descartes, con il suo dualismo tra mente e corpo, contribuì ulteriormente a privare il cuore del suo valore simbolico in favore del cervello. Tuttavia, alcune storie di pazienti trapiantati continuano a sfidare questa visione meccanicistica, suggerendo che il cuore possa essere più di un muscolo.

Una delle teorie più affascinanti è quella della memoria cellulare, che ipotizza che le cellule di un organo possano conservare tracce delle esperienze del donatore. Anche se questa teoria rimane controversa, alcune ricerche esplorano l’idea che il corpo possa “ricordare” traumi o eventi, anche senza l’intervento del cervello.

Un esempio emblematico è quello di Claire Sylvia, una donna che, dopo aver ricevuto un trapianto di cuore e polmoni, sviluppò un’insolita voglia di mangiare nuggets di pollo (piccoli pezzi di carne di pollo impanati e fritti), lo snack preferito del donatore, e cibo iconico dei fast food americani. In un altro caso, un ricevente cominciò a sentire una forte attrazione per la musica classica, un genere che non aveva mai apprezzato prima, scoprendo poi che il donatore era un violinista appassionato.

Questi aneddoti sono suggestivi, ma non costituiscono prove scientifiche definitive. Alcuni ricercatori ritengono che tali cambiamenti possano essere spiegati da fattori psicologici, come il desiderio subconscio di onorare il donatore, o da effetti collaterali legati al trauma dell’intervento e ai farmaci immunosoppressori.

Le percezioni riguardo ai trapianti sono profondamente influenzate dal contesto culturale. In Giappone, per esempio, il concetto di morte cerebrale è stato accettato solo nel 1985, perché molte tradizioni attribuiscono al cuore un ruolo spirituale insostituibile. In alcune culture, ricevere un organo può essere visto come un dono sacro che porta con sé una parte dell’essenza del donatore.

Questa connessione emotiva non è priva di implicazioni pratiche. Ad esempio, una donna che ricevette il cuore di un giovane uomo raccontò di aver iniziato a sentire una forte inclinazione per le attività sportive, una passione che non aveva mai avuto prima. Tuttavia, il legame tra queste esperienze e una "memoria" dell’organo rimane ambiguo, lasciando spazio a interpretazioni psicologiche e culturali.

Molti cambiamenti attribuiti ai trapianti possono essere spiegati dalla complessità emotiva dell’esperienza stessa. Il trapianto non è solo un intervento medico: è un atto carico di gratitudine, paura e speranza. Alcuni pazienti possono attribuire significati simbolici ai cambiamenti che vivono, cercando di dare un senso all’esperienza trasformativa che hanno affrontato.

In alcuni casi, le emozioni legate al donatore possono influenzare il comportamento del ricevente. Un esempio toccante è quello di una donna che cercò il ricevente del cuore di suo padre e gli chiese di accompagnarla all’altare. Questo gesto, più che dimostrare una connessione biologica, riflette il potere delle emozioni e della gratitudine nel creare legami simbolici.

Scienza, Mito e Mistero

La questione dei cambiamenti di personalità dopo un trapianto d’organo continua a essere un affascinante crocevia tra scienza, psicologia e cultura. Sebbene non vi siano prove definitive a favore della memoria cellulare, le esperienze dei pazienti aprono interrogativi su come mente, corpo ed emozioni siano intrecciati.

Ciò che è certo è che i trapianti non riguardano solo la sopravvivenza fisica, ma anche la trasformazione emotiva e psicologica di chi li vive. Forse, più che un semplice trasferimento di organi, essi rappresentano un momento di incontro tra la fragilità umana e la possibilità di rinascita. È in questo intreccio di vita e identità che la medicina continua a sfidare e ampliare i confini della nostra comprensione.

 

RIFERIMENTI

Evidenze e Testimonianze

Numerosi casi aneddotici suggeriscono l'esistenza di cambiamenti post-trapianto:

  • Cambiamenti Emotivi: Un bambino di nove anni, dopo aver ricevuto il cuore di una bambina annegata, ha manifestato una forte paura dell'acqua, nonostante in precedenza non avesse mostrato segni di idrofobia.

 

  • Modifiche nelle Abitudini: Un uomo ha riferito di aver sviluppato una predilezione per la birra, bevanda che detestava prima del trapianto, scoprendo poi che il donatore era un amante della birra.

 

  • Personality Changes Post-Transplant: A study published in MDPI found that 89% of organ transplant recipients reported personality changes after surgery, with no significant difference between heart and other organ recipients. The authors suggest that these changes may not be unique to heart transplants but could occur following any organ transplantation.

https://www.mdpi.com/2673-3943/5/1/2?

  • Parallels with Donor Histories: Research published in the Journal of Near-Death Studies examined whether heart transplant recipients experienced changes paralleling their donors' histories. The study found that some recipients reported changes in preferences and behaviors aligning with their donors, suggesting a possible role of cellular memory.

https://digital.library.unt.edu/ark%3A/67531/metadc799207/m2/1/high_res_d/vol20-no3-191.pdf?

  • Heart-Brain Connection: An article in Cureus discussed the heart's neural network and its bidirectional communication with the brain, proposing that this connection might support the concept of heart-based memory influencing personality post-transplant.

https://www.cureus.com/articles/250454-beyond-the-pump-a-narrative-study-exploring-heart-memory?

 

Teorie Scientifiche

La teoria della memoria cellulare propone che le cellule degli organi possano conservare informazioni relative alle esperienze del donatore. Tuttavia, questa ipotesi rimane controversa e non universalmente accettata nella comunità scientifica. Alcuni ricercatori suggeriscono che i cambiamenti osservati possano essere attribuiti a fattori psicologici, come l'impatto emotivo del trapianto, o agli effetti dei farmaci immunosoppressori utilizzati per prevenire il rigetto dell'organo.

Le Ipotesi Dietro il Fenomeno

La possibilità che un trapianto di organo possa trasferire tratti della personalità del donatore è affascinante e controversa. Ecco alcune delle teorie principali:

  1. Memoria cellulare: Alcuni scienziati suggeriscono che il cuore e altri organi possano contenere neuroni simili a quelli cerebrali, capaci di conservare frammenti di memoria o emozioni. Questa idea sfida la visione tradizionale della memoria, finora attribuita esclusivamente al cervello.
  2. Impatto psicologico: Altri esperti ritengono che questi cambiamenti siano attribuibili alle forti emozioni legate al trapianto e al percorso di guarigione. Affrontare una malattia grave e sottoporsi a un intervento chirurgico invasivo può influenzare profondamente il comportamento e le preferenze personali.
  3. Effetti farmacologici: I ricercatori della McGill University hanno evidenziato che i farmaci immunosoppressori, essenziali per evitare il rigetto degli organi, possono alterare l’appetito e le abitudini alimentari, portando a comportamenti atipici.

La Necessità di Ulteriori Studi

Nonostante l’interesse crescente, la connessione tra trapianti di organi e cambiamenti nella personalità resta in gran parte inesplorata. Gli studiosi invitano a intraprendere ricerche interdisciplinari per comprendere meglio il fenomeno. In particolare, si auspica di:

  • Studiare il ruolo della memoria cellulare negli organi donati.
  • Analizzare l’impatto psicologico del trapianto sui riceventi.
  • Approfondire l’effetto dei farmaci post-operatori sul comportamento e sulle emozioni.

Libro: "Da un corpo all'altro. Storia dei trapianti da vivente" di Giulia Galeotti:

https://www.amazon.it/corpo-allaltro-Storia-trapianti-vivente/dp/8834322568

 

Inserito il:05/03/2025 17:19:52
Ultimo aggiornamento:06/03/2025 07:55:00
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