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Rublo russo: il curioso caso della valuta con la miglior performance mondiale nel 2025
(Titolo di CNBC – del 6/6/2025)
di Achille De Tommaso
Il rublo russo ha registrato un’incredibile impennata nel 2025, emergendo come la valuta con le migliori performance a livello globale finora quest’anno. Secondo Bank of America, è stata la valuta più performante dall’inizio dell’anno.
Nel mezzo di una guerra protratta, prezzi del petrolio in calo, sanzioni severe e un’economia in difficoltà, il rublo russo ha continuato a rafforzarsi.
Infatti, è attualmente, nel 2025, la valuta più performante al mondo, secondo la Bank of America, con un guadagno superiore al 40%. La spettacolare rimonta del rublo nel 2025 rappresenta una netta inversione di tendenza rispetto ai due anni precedenti, durante i quali la valuta aveva subito un forte deprezzamento.
Cosa alimenta la forza del rublo? Vediamo.
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Nel 2025, nel cuore di un mondo diviso, segnato da conflitti, tensioni geopolitiche e fratture strategiche, accade ciò che per i grandi think tank di Bruxelles e Washington sarebbe stato impensabile: il rublo russo diventa la valuta con la miglior performance al mondo. Non un gesto simbolico, ma una realtà confermata da fonti insospettabili come Bank of America, che registra un +40% dall’inizio dell’anno. Una realtà che si impone come una condanna definitiva alla miopia politica, economica e diplomatica di Stati Uniti e Unione Europea.
UNA LEZIONE DI SOVRANITÀ ECONOMICA
Mentre le economie occidentali vacillano sotto il peso dell’inflazione, della dipendenza energetica, dei debiti pubblici insostenibili e di un’isteria green ideologizzata, la Russia — pur sotto pesanti sanzioni — rafforza la propria moneta, sostiene il suo bilancio pubblico e diversifica il commercio internazionale. Il rublo non si rafforza per speculazione, ma per politiche deliberate, razionali, disciplinate e nazionalmente orientate:
- Tassi d’interesse al 20%, imposti dalla Banca Centrale Russa (CBR), hanno frenato l’import e favorito la domanda interna di rubli;
- Le esportazioni — soprattutto energetiche — sono regolate da obblighi di conversione valutaria, rafforzando la base monetaria nazionale;
- Il commercio viene progressivamente dedollarizzato, con una svolta verso il Sud Globale, da Cina a India, da Iran a Brasile;
- La massa monetaria è stata drasticamente contratta, con una crescita negativa: -1,19% annuo, secondo il prof. Steve Hanke della Johns Hopkins University.
Tutto questo senza chiedere nulla al Fondo Monetario Internazionale, alla Banca Mondiale o alla BCE. Nessun salvataggio, nessun piano d’austerità, nessuna imposizione esterna. Solo sovranità.
LE SANZIONI OCCIDENTALI? UN BOOMERANG
L’Occidente aveva un piano: isolare Mosca, collassarne l’economia, suscitare malcontento interno e provocare un cambio di regime per farla ritirare dall’Ucraina. Il risultato? Un consolidamento interno del potere russo, un rafforzamento delle relazioni con il blocco non allineato, e — paradossalmente — un miglioramento dell’autonomia strategica russa.
Le sanzioni non solo non hanno fermato la Russia, ma hanno costretto il Cremlino a fare ciò che in tempi normali non avrebbe osato: de-occidentalizzare l’economia (e questo per noi è di una gravità enorme), rafforzare la produzione interna, investire nella logistica euroasiatica, espandere le infrastrutture tecnologiche e industriali.
IL GRANDE ABBAGLIO UCRAINO
A fronte di tutto ciò, la guerra in Ucraina è diventata il simbolo della cecità strategica di Washington e Bruxelles. Invece di favorire una de-escalation diplomatica e l’autonomia degli Stati europei, l’UE si è legata mani e piedi a un’agenda americana fatta di militarismo, spesa fuori controllo e logiche da Guerra Fredda.
L’Ucraina non è più il fulcro di una contesa territoriale, ma il pretesto di una guerra di logoramento tra mondi, dove l’Occidente ha scelto di combattere un conflitto che non può vincere né economicamente, né moralmente.
Cosa importante: appare che la FORZATA EGEMONIA MORALE DELL’OCCIDENTE SIA CROLLATA, mentre Mosca — pur con mille contraddizioni — ha imparato a giocare d’anticipo, costruendo un’alternativa multipolare credibile. Per decenni, Stati Uniti ed Europa hanno imposto al resto del mondo una narrativa unidirezionale, in cui liberalismo, democrazia parlamentare, diritti umani selettivi e capitalismo finanziarizzato venivano presentati come l’unico orizzonte possibile del progresso umano. Questa narrativa si è accompagnata a forme sempre più autoritarie di moralizzazione globale, spesso incoerenti, ipocrite e strumentali: guerre “umanitarie”, come Libia, Siria, Kosovo, Afghanistan, Pakistan, embarghi “per la democrazia”, censure in nome della libertà. Il tutto condito da un “Woke Occidentalismo” che pretende di riscrivere culture, storie e identità collettive a misura del pensiero dominante delle élite euro-atlantiche.
E quindi dobbiamo fermarci a ragionare. Mosca, non è sicuramente il paese delle libertà, ma ha mostrato una capacità imprevista: giocare d’anticipo, uscire dal sistema valoriale e commerciale unipolare, costruire alleanze nuove e proporre un’alternativa credibile al pensiero unico occidentale. Il Cremlino ha compreso che la vera forza non risiede più soltanto nella superiorità militare o economica, ma nella capacità di offrire una visione coerente e pragmatica dell’ordine mondiale. Ha stretto patti solidi con Cina, India, Iran, Africa, America Latina, e ha reso visibile al mondo un dato ineludibile: il futuro è multipolare, e non più sotto l’egida morale di chi ha perso la fiducia anche dei propri cittadini.
Pur riconoscendo che, sul piano personale e civile, io preferisco di gran lunga vivere in un ordinamento democratico come quello italiano rispetto a un regime autoritario come quello russo, il nodo cruciale non è questo. Il vero problema — strategico, strutturale e geopolitico — è che la realtà dei fatti ha dimostrato una verità scomoda: nel mondo di oggi, le materie prime contano più dei servizi, perché sono la base irrinunciabile di ogni economia reale.
In questo quadro, piaccia o no, l'Europa, regina nei servizi, (e attivissima a regolamentarli…) continuerà a dipendere dai Paesi che ne detengono il controllo, a partire dalla Russia e dalle potenze del Sud globale, che non sono certo più liberali della Russia; e magari molto più instabili. E allora forse è giunto il momento di abbandonare l’atteggiamento ipocrita del moralizzatore universale, incapace di riconoscere i propri limiti mentre pretende di dare lezioni al resto del mondo.
In questo scenario, la Russia non si propone come modello morale, ma come polo di resistenza strategica. Mentre l’Occidente affonda nelle proprie contraddizioni — tra censura digitale, declino industriale, crisi dell’identità nazionale e polarizzazione sociale — Mosca offre, agli occhi di molti, la possibilità di una diversa grammatica delle relazioni internazionali, dove la sovranità conta più della conformità ideologica, e la stabilità più delle guerre culturali.
L’Unione Europea: ostaggio della propria ideologia
L’UE, paralizzata tra wokismo, vincoli ambientali dogmatici e burocrazia tecnocratica, ha dimenticato la logica degli interessi strategici. Ha rinunciato alla propria indipendenza energetica, ha dismesso ogni politica industriale, ha perso le industrie della chimica, dell’auto, degli elettrodomestici, delle telecomunicazioni, del digitale, e molto altro.
Nel frattempo, mentre la BCE lotta contro la stagflazione e le industrie tedesche delocalizzano, Mosca imposta una nuova grammatica economica, pragmatica, regolativa, nazionale.
Conclusione: la lezione russa
Il rublo forte deve farci ragionare: è simbolo di un modello alternativo, che privilegia l’autonomia decisionale, la regolazione statale e il realismo geopolitico. Certo, la Russia ha i suoi limiti, le sue contraddizioni e le sue fragilità. Ma ha dimostrato che esistono ancora nazioni capaci di scegliere il proprio destino economico — anche contro il volere dell’Impero del Bene.
Mentre l’Occidente si perde in moralismi, bandiere arcobaleno e censure algoritmiche, la Russia capitalizza — letteralmente — sul vuoto strategico altrui.
La storia dirà se sarà un successo duraturo o un fuoco di paglia. Ma il messaggio del 2025 è chiaro: le sanzioni non hanno sconfitto la Russia. Hanno solo accelerato la sua trasformazione.
RIFERIMENTI: (Ho escluso fonti russe)
1. Resilienza dell'Economia Russa Post-Sanzioni (2022-2025)
- Riorientamento Commerciale e De-dollarizzazione (Unione Economica Eurasiatica, CIS):
- Eurasian Economic Commission (EEC): https://eec.eaeunion.org/ (cerca pubblicazioni e statistiche recenti)
- Contromisure Aggressive e Controllo dei Capitali:
- CBR - Capital Controls/Foreign Exchange Regulation: https://www.cbr.ru/eng/hd_eng/control_fx/
- Aumento dei Prezzi delle Materie Prime:
- World Bank - Commodity Markets Outlook: https://www.worldbank.org/en/research/commodity-markets (per dati storici e prospettive sui prezzi energetici)
- Previsioni Economiche Russia (2025-2026):
- World Bank - Russia Economic Report (o aggiornamenti regionali): Cerca nella sezione pubblicazioni, ad esempio: https://www.worldbank.org/en/country/russianfederation/overview (gli aggiornamenti specifici di giugno 2025 o più recenti dovrebbero apparire qui).
- IMF (International Monetary Fund) - Russia Country Page: https://www.imf.org/en/Countries/RUS (cerca "Article IV Consultations" o "Country Reports" più recenti).
2. Impatto delle Sanzioni sull'Economia Europea (2022-2025)
- Crisi Energetica, Inflazione Elevata, Rallentamento della Crescita:
- Eurostat (Ufficio Statistico dell'Unione Europea): https://ec.europa.eu/eurostat/ (per dati su inflazione, PIL, energia)
- Banca Centrale Europea (BCE) - Bollettino Economico: https://www.ecb.europa.eu/pub/html/index.en.html (per analisi e previsioni sull'Eurozona).
- Previsioni Economiche Europa (2025-2026):
- Commissione Europea - Previsioni Economiche: https://economy-finance.ec.europa.eu/economic-forecast-and-surveys/economic-forecasts_en (cerca le "Spring Economic Forecast" più recenti, che solitamente coprono l'anno in corso e i due successivi).
3. Stabilità del Rublo vs. Andamento del Dollaro Americano
- Stabilità e Rafforzamento del Rublo:
- Trading Economics - USDRUB: https://tradingeconomics.com/russia/currency (per dati correnti e previsioni sul tasso di cambio).
- https://r.search.yahoo.com/_ylt=AwrkOQvO0Gdow48ODQBHDwx.;_ylu=Y29sbwMEcG9zAzEEdnRpZAMEc2VjA3Ny/RV=2/RE=1751662927/RO=10/RU=https%3a%2f%2finfofinance.com%2fen%2fnews%2fthe-russian-ruble-how-the-world-s-best-performing-currency-in-2025-defied-all-expectations/RK=2/RS=_5pJVt9L5X4gb9rev6s191g2zrs-
- https://r.search.yahoo.com/_ylt=AwrkOQvO0Gdow48ODgBHDwx.;_ylu=Y29sbwMEcG9zAzIEdnRpZAMEc2VjA3Ny/RV=2/RE=1751662927/RO=10/RU=https%3a%2f%2fwww.cnbc.com%2f2025%2f06%2f06%2fwhy-russian-ruble-is-the-worlds-best-performing-currency-this-year.html/RK=2/RS=rS4myGVeHFEonhMDn.duQHuT96Q-
- Deprezzamento del Dollaro Americano:
- Federal Reserve (FED) - Tassi d'interesse e Politica Monetaria: https://www.federalreserve.gov/monetarypolicy/fomccalendars.htm (per comprendere le decisioni che influenzano il dollaro).
- IMF - Composizione delle riserve valutarie globali (COFER data): https://www.imf.org/en/Data/Statistics/COFER (per i dati sulla quota del dollaro nelle riserve).
- Analisi di banche d'investimento (es. UBS): Queste previsioni sono spesso riportate da agenzie di stampa finanziarie come Reuters, Bloomberg o direttamente nelle sezioni di ricerca delle banche, ma possono richiedere un abbonamento. Cerca "UBS EUR/USD forecast 2025" su Google News.
4. Il Ruolo dei BRICS e il Nuovo Ordine Multipolare
- BRICS Information Portal: http://brics.it/ (portale generale sui BRICS, potrebbe avere link a comunicati ufficiali).
- New Development Bank (NDB): https://www.ndb.int/ (sito ufficiale della banca dei BRICS).