Aggiornato al 14/12/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Commento di Mario Cinguino al pezzo di Gianni Di Quattro su Olivetti - Dimenticare?

 

Pubblichiamo in una pagina separata questo commento per motivi di dimensione.

Altri commenti alla fine dell’articolo di Gianni Di Quattro.

 

Caro Gianni come al solito interessanti le tue riflessioni e come tutte le cose interessanti si prestano a commenti.

I miei sono questi:

  1. Concordo con quanto scrive Raffaele nel suo commento su FB, in particolare sul MOS ( ci ho lasciato troppe ore di duro lavoro per non sentirmene coinvolto). Le tue osservazioni appartengono al senno di poi caro Gianni : quando MOS fu lanciato gli std nè de jure nè de fatto si erano imposti, Unix era ancora un esercizio universitario e DOS appena vagiva forse perché era più cresciuto OS/2 e all’interno di Microsoft già nasceva il filone Windows che per parecchi anni sarà in concorrenza con lo stesso OS/2 prima della definitiva cessione ad IBM.Insomma lo scenario era tutto meno che chiaro. Ogni grande costruttore aveva la propria soluzione sia sw che hw. Il modello di business in quegli anni (fine anni 70 e inizio anni 80) era basato non solo in Italia ma nel mondo intero sulla vendita dell’HW in primis perché quello era il DNA dei competitori mondiali. Nel mercato bancario poi in cui IBM con i Main Frame la faceva da padrone l’importante era riuscire a integrarsi con le sue applicazioni attraverso client leggeri, da sportello. Tu non hai citato il TC800 e derivati ma credo che ci capiamo. Il cluster del TC800 con il concetto di master e slave fu il primo tentativo si erodere l’architettura mainframe centrica a favore di maggior autonomia elaborativa delle agenzie con soluzioni completamente proprietarie e non credo si possa dire che fu un insuccesso. Ideato e progettato sia per hw che per sw tutto in Ivrea. Il suo Sistema Operativo COSMOS fu il padre del successivo MOS e ti garantisco che per i tempi era molto innovativo.
  2. MOS ebbe sicuramente i suoi difetti (il principale un eccessivo ottimismo sulla potenza dell'hw sia per L1 che L2) ma un fatto è certo : ebbe molto più successo e apprezzamento nel mondo che non in Italia e le releases erano le stesse. Questo dovrebbe suggerire ulteriori riflessioni. Ricordo la prima banca in assoluto che lo utilizzò :Bank Leumi in Israele, poi l’Inghilterra con Barkley e molte altre , naturalmente anche l’Italia: Credito Italiano non banchette di poco conto.Ho citato i clienti che mi sono venuti in mente per primi ma ce ne sono molti altri.
  3. Un capitolo non hai ricordato, credo con la sottolineatura che avrebbe meritato,: Olivetti System and Network con Ciofalo in particolare. In quegli anni si compì il definitivo passaggio dalle soluzioni proprietarie ai sistemi aperti, dall’hw al sw di servizi applicativi.
  4. Erano gli anni in cui si era capito che la produzione dei PC era diventata una commodity di assemblaggio di componenti fatti da altri, era vincente l’ottimizzazione della filiera intera del processo dalla produzione alla distribuzione all’assistenza (molto diversa da quella in essere in Olivetti) e comunque la soglia si sopravvivenza era il milione di prodotti venduti/anno (cifra a mia memoria mai raggiunta da Scarmagno). Negli stessi anni iniziò la diversificazione verso le TLC di nuova generazione forti delle esperienze di OLTECO e nacquero Omnitel e Infostrada. Molta carne al fuoco, forse troppa, su tre filoni: due scommesse per il futuro e una oramai in fase di forte e agguerrita concorrenza con i primi chiari sintomi della globalizzazione produttiva su scala mondiale. Si scelse di sacrificare uno dei primi due (System&Networks aveva oramai un fatturato software maggiore di quello Hw e fu il primo esempio italiano di system integrator, sarebbe potuta diventare con qualche anno di anticipo l’Accenture di oggi). E si sbagliò, io credo che quello fu l’errore principe che innescò la decadenza irreversibile. Il nuovo vince sempre, Omnitel e Infostrada furono gli antesignani della rottura del monopolio di Telecomitalia, invece ci si intestardì a produrre PC su cui la guerra era già persa e prodotti in numero insufficiente per sperare di poterla vincere
  5. Adriano. Sicuramente grandissimo personaggio, forse unico. Mancato troppo presto. Sicuramente artefice della prima trasformazione di Olivetti dalla meccanica all'elettromeccanica e da quel grande innovatore che era primo ad intravedere la rivoluzione elettronica e a darne l'avvio. Purtroppo la prematura scomparsa non ci permette di sapere come si sarebbe comportato nel nuovo contesto tecnico/industriale sviluppatosi alla fine degli anni 70 e inizio anni 80. Cambió tutto : std de facto , globalizzazione tecnologica e discesa in campo di competitor potenti perché la domanda esplose in modo esponenziale. Una cosa è certa: il pensiero e l’azione di Adriano dal punto di vista politico aziendale sono validissimi ancora oggi, il suo concetto di socializzazione degli utili aziendali a favore di investimenti e in generale del welfare aziendale ha avuto purtroppo pochissimi seguaci ( in Italia credo Ferrero) e ne fa la vera grandezza. Ripeto che purtroppo non ci è possibile sapere come dal punto di vista imprenditoriale avrebbe reagito al nuovo contesto così velocemente cambiato nei decenni successivi la sua prematura dipartita.

Ciò detto, come sai, molto orgoglioso e grato di aver lavorato per più di vent'anni nella Olivetti di Ivrea e poi nell'internet dei figli di quell'Olivetti.

Con molta e immutata stima.

Inserito il:25/07/2017 23:01:19
Ultimo aggiornamento:25/07/2017 23:12:51
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