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La Crisi delle Telecomunicazioni Italiane: Monitoraggio Governativo, Risultati e Ritardi nel Contesto Internazionale
di Achille De Tommaso
Nell’incontro di NEL FUTURO, del 22 Maggio 2025, ci si è chiesto se il Governo italiano controlli in qualche modo lo sviluppo delle telecomunicazioni nazionali.
La risposta è che, “si, lo controlla, ma con scarsi risultati”.
Infatti, mentre il governo e le istituzioni nazionali hanno implementato sistemi di monitoraggio sempre più sofisticati, i risultati concreti evidenziano preoccupanti ritardi e miopie, che rischiano di compromettere la competitività digitale del Paese nel medio-lungo termine.
La crisi delle telecomunicazioni italiane non è solo tecnica, ma sistemica, richiedendo un cambio di paradigma che superi la frammentazione istituzionale, la debolezza industriale e l'inadeguatezza degli investimenti. Solo attraverso riforme strutturali coraggiose e investimenti massicci sarà possibile invertire una tendenza che, se non corretta rapidamente, condannerà l'Italia a un declino digitale irreversibile nel panorama globale del XXI secolo.
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IL QUADRO ISTITUZIONALE: STRUMENTI DI MONITORAGGIO VS RISULTATI EFFETTIVI
Il Ruolo del Sottosegretario alle Telecomunicazioni
Il Sottosegretario al Ministero delle Imprese e del Made in Italy coordina le politiche settoriali attraverso un complesso sistema di governance che include il Comitato per la Banda Ultra Larga (COBUL), l'Osservatorio Nazionale Banda Ultra Larga, e il Centro di Valutazione e Certificazione Nazionale (CVCN). Tuttavia, nonostante questa architettura istituzionale articolata, i risultati pratici restano deludenti rispetto agli obiettivi dichiarati.
AGCOM: Monitoraggio Dettagliato, Performance Critiche
L'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni pubblica trimestralmente dati che rivelano sistematicamente le criticità del settore italiano. L'ultimo Osservatorio sulle Comunicazioni evidenzia come l'Italia occupi posizioni di retroguardia in quasi tutti gli indicatori chiave, nonostante un monitoraggio statistico tra i più accurati d'Europa.
Fibra Ottica: Progressi Insufficienti e Ritardi Cronici
I Risultati Raggiunti: Luci e Ombre
Copertura FTTH: L'Italia ha raggiunto una copertura Fiber-to-the-Home del 42% delle unità immobiliari (dati AGCOM 2024), segnando un incremento del 18% rispetto al 2020. Tuttavia, questo dato nasconde profonde disparità territoriali: mentre Milano e Roma superano il 70%, vaste aree del Sud restano sotto il 15%.
Piano Banda Ultra Larga: Il governo monitora l'avanzamento attraverso Infratel Italia, che ha completato 6.200 dei 8.500 cantieri previsti nelle aree a fallimento di mercato. Nonostante questi numeri apparentemente positivi, la percentuale di attivazioni effettive (take-up rate) si ferma al 23%, ben al di sotto della media europea del 41%.
Il Confronto Europeo: Un Divario Incolmabile?
Spagna: Con l'87% di copertura FTTH e un take-up rate del 52%, la Spagna dimostra come una strategia coordinata possa produrre risultati eccellenti. Telefónica ha investito 25 miliardi di euro in dieci anni, contro i 12 miliardi complessivi degli operatori italiani.
Germania: Deutsche Telekom ha raggiunto il 78% di copertura fibra con investimenti annuali di 5,5 miliardi di euro, più del doppio dell'Italia (2,1 miliardi). Il governo tedesco ha supportato questi investimenti con un framework regolamentatorio stabile e incentivi fiscali specifici.
Francia: Orange ha coperto il 68% del territorio francese mantenendo un'alta qualità del servizio (velocità media 180 Mbps contro i 95 Mbps italiani). Il modello francese di co-investimento pubblico-privato ha accelerato il deployment nelle aree rurali.
L'Arretratezza Italiana: Cause Strutturali
Il monitoraggio governativo ha identificato diversi fattori critici:
Frammentazione degli Investimenti: A differenza dei competitor europei, l'Italia presenta una duplicazione degli investimenti con quattro operatori (TIM, Open Fiber, Fastweb, WindTre) che spesso cablano le stesse aree urbane redditizie, ignorando quelle rurali.
Complessità Burocratica: I tempi medi per ottenere permessi di scavo sono di 180 giorni contro i 45 della Germania, rallentando significativamente i deployment.
Bassa Domanda: Il take-up rate italiano (23%) evidenzia una scarsa cultura digitale e prezzi poco competitivi rispetto al reddito medio delle famiglie.
Reti 5G: Investimenti Significativi, Performance Deludenti
I Progressi Nazionali
Copertura del Territorio: L'Italia ha raggiunto il 65% di copertura 5G della popolazione (dati MIMIT 2024), un risultato apparentemente in linea con gli obiettivi europei. Il governo monitora questi dati attraverso l'Osservatorio 5G che raccoglie informazioni real-time da TIM, Vodafone, WindTre e Iliad.
Investimenti degli Operatori: Gli operatori italiani hanno investito complessivamente 8,2 miliardi di euro dal 2019 al 2024 per il deployment 5G, concentrandosi principalmente nelle aree urbane ad alta densità.
Sicurezza Nazionale: Il governo ha implementato il Golden Power per le telecomunicazioni, escludendo Huawei dalle gare 5G core network e privilegiando fornitori europei (Nokia, Ericsson) e americani (Cisco).
Il Confronto Internazionale: Prestazioni Sotto Standard
Corea del Sud: Leader mondiale con 95% di copertura e velocità medie 5G di 432 Mbps. Samsung e LG hanno guidato l'innovazione tecnologica supportate da investimenti governativi di 26 miliardi di dollari.
Germania: Deutsche Telekom ha raggiunto il 75% di copertura con velocità medie di 298 Mbps, utilizzando una strategia di network sharing che ha ridotto i costi del 35%.
Regno Unito: EE (BT Group) ha coperto il 72% del territorio con prestazioni superiori grazie a maggiori investimenti in banda di frequenza millimetrica.
L'Italia nel Contesto Globale: Performance Critiche
Velocità Reali: I test Opensignal posizionano l'Italia al 23° posto mondiale per velocità 5G (media 183 Mbps), significativamente dietro ai leader asiatici ed europei.
Latenza: Con 28ms di latenza media, l'Italia supera gli standard raccomandati per applicazioni Industry 4.0 (sotto 10ms), limitando l'adozione industriale del 5G.
Qualità del Servizio: Il 37% degli utenti italiani lamenta disconnessioni frequenti, contro il 12% della media europea (dati AGCOM).
Tecnologie Satellitari: Opportunità Mancate
I Risultati Attuali
Copertura Satellitare: L'Italia dispone di una buona copertura attraverso i satelliti Eutelsat e SES, utilizzata principalmente per TV broadcasting e connettività in aree remote. Il governo monitora il settore attraverso l'Agenzia Spaziale Italiana (ASI).
Progetti Nazionali: Il Piano Spazio Italia ha destinato 4,7 miliardi di euro al settore spaziale, includendo 800 milioni per telecomunicazioni satellitari.
Il Ritardo nelle Costellazioni LEO
Starlink: SpaceX ha già attivato il servizio in 17 Paesi europei, Italia compresa, dove dal 2021 ci sono già 50.000 utenti.
Amazon Kuiper: Il progetto di Amazon prevede 3.236 satelliti LEO, con l'Europa come mercato prioritario. L'Italia rischia di rimanere esclusa dalle prime fasi di deployment.
OneWeb: La costellazione anglo-indiana ha completato il deployment ma l'Italia non ha ancora definito un framework regolamentario per l'autorizzazione commerciale.
Confronto con altre nazioni
Francia: Ha autorizzato Starlink e sviluppato una strategia nazionale per le costellazioni LEO con investimenti di 1,5 miliardi di euro.
Germania: Collabora attivamente con SpaceX per l'integrazione delle reti satellitari con l'infrastruttura terrestre 5G.
Regno Unito: Proprietario di OneWeb, ha fatto del satellite un pilastro della propria strategia post-Brexit per l'indipendenza tecnologica.
Tecnologie 6G: Preparazione Inadeguata
Iniziative Italiane
Comitato Nazionale 6G: Istituito nel 2023, coordina la ricerca attraverso università e centri di ricerca, con un budget di 120 milioni di euro quinquennali.
Partecipazione ai Progetti Europei: L'Italia partecipa a Hexa-X-II (budget UE di 42 milioni) e SNS JU (Smart Networks and Services Joint Undertaking) con 35 milioni di euro di co-finanziamento.
Il Divario con i Leader Globali
Cina: Ha investito 1,4 miliardi di dollari in ricerca 6G e ha già pubblicato 40% dei brevetti mondiali sul 6G (6.000 su 15.000 totali).
Stati Uniti: La Next G Alliance ha stanziato 2 miliardi per la ricerca 6G, coinvolgendo Google, Microsoft, Intel e Qualcomm.
Corea del Sud: Samsung e LG hanno investito 800 milioni di dollari e detengono il 25% dei brevetti 6G globali.
Europa: La Germania guida la ricerca europea con 180 milioni di investimenti nazionali, seguita dalla Francia (150 milioni) e dai Paesi Bassi (90 milioni).
il governo italiano ha effettivamente monitorato e riconosciuto pubblicamente molte di queste inefficienze attraverso diversi documenti ufficiali e dichiarazioni istituzionali:
RICONOSCIMENTI UFFICIALI DEL GOVERNO DELLE CRITICITÀ EMERSE
PNRR e Commissione Europea: Nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza presentato nel 2021, il governo ha esplicitamente ammesso il "significativo ritardo digitale dell'Italia" rispetto alla media europea, citando dati DESI che posizionavano il Paese al 25° posto su 28 nella digitalizzazione.
Relazioni AGCOM: L'Autorità pubblica annualmente relazioni che evidenziano sistematicamente le criticità. La Relazione Annuale 2023 ha definito "preoccupante" il ritardo nella fibra ottica e "insufficienti" gli investimenti in R&D.
Audizioni Parlamentari: Il Sottosegretario Butti ha dichiarato in audizione alla Commissione Trasporti (novembre 2023) che "l'Italia sconta un ritardo strutturale nelle telecomunicazioni che richiede interventi straordinari". Dopo la dichiarazione del Sottosegretario Butti del novembre 2023, sono stati avviati alcuni interventi, ma con risultati ancora limitati e tempi di attuazione lenti:
Misure Concrete Adottate
Piano Italia 1 Giga (2024): Stanziamento di 3,7 miliardi aggiuntivi dal PNRR per accelerare la copertura fibra nelle aree grigie, con obiettivo di raggiungere l'80% di copertura FTTH entro fine 2026.
Decreto Semplificazioni Digitali (marzo 2024): Riduzione dei tempi di autorizzazione per gli scavi da 180 a 90 giorni e introduzione del "silenzio-assenso" per alcune tipologie di interventi.
Protocollo con Regioni: Accordo quadro per accelerare le autorizzazioni locali, siglato con 15 regioni tra gennaio e aprile 2024.
Risultati Pratici: Ancora Insufficienti
Velocità di Deployment: Nonostante le misure, il ritmo di cablaggio è aumentato solo del 12% nel primo semestre 2024 rispetto allo stesso periodo 2023.
Take-up Rate: Rimane critico al 25%, indicando che le misure si concentrano sull'offerta ma non stimolano adeguatamente la domanda.
5G: Nessun intervento significativo per accelerare il deployment o migliorare le performance di rete.
Criticità Persistenti
Risorse Inadeguate: I 3,7 miliardi stanziati sono ancora insufficienti rispetto ai 12-15 miliardi che gli analisti considerano necessari per un vero catching-up.
Tempi Burocratici: Nonostante la riduzione da 180 a 90 giorni, i tempi rimangono doppi rispetto alla Germania (45 giorni).
Mancanza di Incentivi Domanda: Non sono state introdotte misure fiscali per stimolare l'adozione da parte di famiglie e imprese.
Il Verdetto: Troppo Poco, Troppo Tardi
Le azioni post-dichiarazione Butti rappresentano più un "rattoppo" che una vera svolta strategica. Il governo ha riconosciuto il problema e ha avviato alcune correzioni, ma l'approccio rimane incrementale quando servirebbe una rivoluzione sistemica degli investimenti e della governance del settore.
Documenti di Analisi Critica
Strategia Italia Digitale 2025: Il documento riconosce esplicitamente che "l'Italia è in ritardo su tutti gli indicatori chiave di connettività" e identifica la necessità di "recuperare un gap competitivo crescente".
Libro Bianco dell'Innovazione: Pubblicato dal MIMIT nel 2023, ammette che "la frammentazione degli investimenti e la complessità burocratica hanno compromesso l'efficacia delle politiche digitali".
Diagnosi Corretta, ma Terapie Inadeguate
Nonostante il riconoscimento delle criticità, le azioni correttive sono state spesso:
- Frammentarie: Interventi a spot senza una strategia organica
- Sottodimensionate: Risorse insufficienti rispetto alla magnitudine del problema
- Lente: Tempi di implementazione incompatibili con la velocità dell'innovazione tecnologica
Il paradosso italiano è proprio questo: un sistema di monitoraggio sofisticato che documenta accuratamente i fallimenti, ma una capacità di intervento sistemico ancora inadeguata per invertire le tendenze negative.
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ANALISI DELL’ARRETRATEZZA ITALIANA NELLE TELECOMUNICAZIONI
L'Arretratezza Italiana nella Ricerca
Brevetti: L'Italia detiene solo lo 0,8% dei brevetti 6G mondiali (120 su 15.000), una percentuale inferiore anche a paesi più piccoli come la Finlandia (1,2%).
Investimenti R&D: Con 0,4% del PIL destinato alla ricerca ICT, l'Italia è ben al di sotto della media OCSE (1,1%) e degli obiettivi europei (1,5%).
Collaborazioni Internazionali: Solo 12 progetti di ricerca italo-internazionali attivi nel 6G, contro i 45 della Germania e i 38 della Francia.
Analisi dei Fallimenti Strutturali
Governance Frammentata
Nonostante un sistema di monitoraggio articolato, la governance italiana soffre di:
Sovrapposizione di Competenze: MIMIT, AGCOM, ASI, e Infratel spesso operano con obiettivi non coordinati, diluendo l'efficacia degli interventi.
Mancanza di Visione Strategica: L'assenza di un piano decennale condiviso ha portato a politiche frammentarie e spesso contraddittorie.
Instabilità Politica: I cambi di governo hanno comportato discontinuità nelle strategie, rallentando progetti pluriennali essenziali.
Debolezza del Sistema Industriale
Assenza di Campioni Nazionali: A differenza di Germania (SAP, Siemens), Francia (Orange, Thales) o Paesi nordici (Nokia, Ericsson), l'Italia manca di aziende tecnologiche globali capaci di guidare l'innovazione.
Dipendenza Tecnologica: Oltre l'80% delle tecnologie critiche (chipset, software, antenne) è importato, aumentando la vulnerabilità strategica.
Scarsi Investimenti Privati: Gli investimenti VC italiani in deep tech sono 10 volte inferiori a quelli tedeschi e 5 volte a quelli francesi.
Ritardi Normativi
Golden Power Tardivo: Implementato solo nel 2020, ha permesso l'ingresso di tecnologie cinesi nelle reti core, richiedendo costose sostituzioni successive.
Autorizzazioni Complesse: I tempi di autorizzazione per nuove tecnologie sono doppi rispetto alla media europea, scoraggiando gli investimenti.
Mancanza di Incentivi: L'assenza di tax credit significativi per R&D ha spinto le multinazionali a localizzare i centri di ricerca in altri Paesi europei.
PROPOSTE PER IL RECUPERO COMPETITIVO
Riforme Strutturali Urgenti
Cabina di Regia Unica: Centralizzare tutte le competenze telecomunicazioni sotto un'unica autorità con poteri di coordinamento inter-ministeriale.
Piano Decennale: Definire obiettivi quantitativi vincolanti per il 2035, con milestone intermedie e sanzioni per il mancato raggiungimento.
Semplificazione Normativa: Ridurre i tempi di autorizzazione del 70% attraverso digitalizzazione delle procedure e sportelli unici.
Investimenti Strategici
Fondo Sovrano Digitale: Creare un fondo da 15 miliardi di euro per investimenti strategici in infrastrutture critiche e ricerca avanzata.
Partenariati Europei: Rafforzare la collaborazione con Germania e Francia per progetti congiunti di sviluppo 6G e quantum computing.
Attrazione Talenti: Lanciare un programma di attrazione di 1.000 ricercatori internazionali nel settore ICT entro il 2027.
LA NECESSITÀ DI UN CAMBIO DI PARADIGMA
Il monitoraggio governativo italiano delle telecomunicazioni, pur sofisticato dal punto di vista metodologico, evidenzia una realtà preoccupante: il Paese accumula ritardi strutturali in tutti i settori chiave, dalla fibra ottica al 5G, dalle tecnologie satellitari alla preparazione per il 6G.
I confronti internazionali non lasciano spazio a interpretazioni ottimistiche: l'Italia rischia di diventare una periferia digitale dell'Europa, con conseguenze drammatiche sulla competitività economica e l'attrattività per gli investimenti internazionali.
Il tempo per agire si sta esaurendo: ogni anno di ritardo aumenta esponenzialmente i costi del recupero e riduce le possibilità di successo. Il governo e le istituzioni hanno gli strumenti di monitoraggio necessari; ora devono trovare la volontà politica e le risorse per trasformare la consapevolezza del problema in azioni concrete ed efficaci.