Aggiornato al 09/09/2025

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Immagine realizzata con strumenti di Intelligenza Artificiale

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No, le Big Tech non sono come le Compagnie delle Indie

di Achille De Tommaso

 

Di recente il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in un videomessaggio al Forum Ambrosetti di Cernobbio (6 settembre 2025), ha richiamato la necessità di “regole che riconducano al bene comune lo straripante peso delle corporazioni globali – quasi nuove Compagnie delle Indie”. L’immagine è potente: suggerisce una continuità storica tra i colossi digitali contemporanei e le compagnie coloniali dotate di monopolio, eserciti e poteri sovrani.

Ma quanto regge il paragone, al vaglio della storia e del diritto? E, soprattutto, è utile per orientare le politiche pubbliche europee?

Qui confronto e confuto questa narrazione, perché a mio parere, e, dati alla mano, il parallelismo ha valore molto parziale, e, sul piano analitico, è fuorviante e rischia di condurre a diagnosi (e rimedi) sbagliati.

 

📊 Compagnie delle Indie – Nazione e Aree di influenza

Compagnia

Nazione

Aree di influenza principali

Companhia da Índia

Portogallo 🇵🇹

Brasile, Africa occidentale, Mozambico, Angola, India (Goa), Malacca, Oceano Indiano

VOC – Vereenigde Oostindische Compagnie

Olanda 🇳🇱

Indonesia (Giava, Molucche), Sudafrica (Capo), Ceylon (Sri Lanka), Giappone (Nagasaki), Taiwan

EIC – East India Company

Inghilterra 🇬🇧

India (Bengala, Madras, Bombay), Birmania, Cina (tè, seta, porcellane), Hong Kong (XIX sec.)

Compagnie Française des Indes Orientales

Francia 🇫🇷

India (Pondichéry, Chandernagore, Karikal, Mahé), isole Oceano Indiano (Réunion, Mauritius), Madagascar

Compagnia Svedese delle Indie Orientali

Svezia 🇸🇪

Cina (Canton), commercio di tè, seta e porcellane, base a Göteborg

Compagnia Danese delle Indie Orientali

Danimarca 🇩🇰

India (Tranquebar, Serampore), isole Nicobare, commercio con la Cina

Casa de Contratación

Spagna 🇪🇸

Americhe (Messico, Perù, Caraibi), Filippine (Manila), monopolio commerciale via Siviglia e Cadice


Fine modulo

 

***

Che cosa furono davvero le “Compagnie delle Indie”

Le grandi compagnie di trading dei secoli XVII–XIX (Companhia da Índia (Portoghese); Vereenigde Oostindische Compagnie – VOC (Olandese); East India Company – EIC (Inglese); Compagnie Française des Indes Orientales (Francese); Compagnia Svedese delle Indie Orientali (Svedese);  Compagnia Danese delle Indie Orientali (Danese);  Casa de Contratación (Spagnola)) nacquero per atto sovrano con privilegi di monopolio su aree geografiche vaste e determinate. Non erano semplici imprese: erano entità para-statali, abilitate a stipulare trattati, amministrare giustizia, battere moneta, riscuotere tributi e – punto decisivo – a mantenere eserciti. La sola East India Company arrivò a schierare, attorno al 1800, circa 200–260 mila soldati, una forza superiore all’esercito britannico dell’epoca; per decenni esercitò direttamente poteri fiscali su Bengal, Bihar e Orissa. Dopo la rivolta del 1857. La VOC fu autorizzata a fare guerra, imprigionare, eseguire condanne e gestire colonie. Parliamo dunque di sovranità delegata, non di “mera influenza economica”.

 

Che cosa sono (e non sono) le Big Tech

I grandi gruppi digitali di oggi (Alphabet, Apple, Meta, Microsoft, Amazon, ecc.) esercitano potere infrastrutturale e di piattaforma: controllano sistemi operativi, app store, motori di ricerca, social network, cloud e pubblicità digitale. Il loro vantaggio non nasce da carte di monopolio concesse dallo Stato su un territorio, ma da economie di rete, standard proprietari, effetti di lock-in e posizione da “gatekeeper” su servizi core. Proprio per questo l’UE ha varato il Digital Markets Act (DMA) e il Digital Services Act (DSA): non perché le piattaforme siano “stati” alternativi, ma perché intermediano mercati e informazione con un potere di collo di bottiglia. Nel 2023 la Commissione ha designato i primi sei “gatekeeper” e nel 2025 ha inflitto le prime sanzioni DMA (500 milioni ad Apple per pratiche anti-steering; 200 milioni a Meta per scelte di consenso ai dati), mentre sotto il DSA sono state aperte azioni formali (tra cui quelle su TikTok, con ritiro del programma “Lite Rewards” nell’UE). È una realtà che smentisce l’idea di poteri sciolti da ogni vincolo: gli Stati regolano e sanzionano.

Sul fronte antitrust, negli Stati Uniti il Dipartimento di Giustizia ha vinto il caso sulla monopolizzazione della ricerca contro Google (decisione 2024) e, a inizio settembre 2025, il giudice ha imposto rimedi (condivisione di alcuni dati di ricerca e divieti su intese escludenti), pur senza procedere a uno “spezzatino” strutturale. In parallelo prosegue la causa contro Apple sull’ecosistema iPhone. Da notarsi: qui i conflitti tra poteri pubblici e privati si risolvono nelle aule di giustizia, e non sui campi di battaglia.

 

3) Somiglianze (parziali) che spiegano l’immagine

Detto questo, il paragone seduce, ma vediamo cosa c’è di paragonabile:

a) Portata extraterritoriale. Le compagnie coloniali oltrepassavano confini; le piattaforme li trascendono per definizione: un cambiamento nelle policy di un app store o di un social può produrre effetti planetari in ore. La tentata valuta privata “Libra/Diem” di Facebook mostrò l’ambizione di costruire infrastrutture monetarie proprietarie, tanto da provocare un contraccolpo regolatorio globale e il tramonto del progetto.

b) Potere infrastrutturale critico. Se i velieri e i porti erano la logistica dell’impero mercantile, oggi lo sono cavi, cloud, app store, satelliti. Il caso Starlink – con la possibilità concreta di abilitare o limitare comunicazioni in un teatro di guerra – rivela un grado inedito di influenza privata su questioni di sicurezza internazionale. È un potere preoccupante, ma non sovrano: proprio perché controverso, genera richiami e negoziati da parte di governi alleati.

c) Economie estrattive. Le Compagnie commerciavano spezie, tea; estraevano argento; usavano lavoro servile; molte piattaforme oggi estraggono dati e attenzione e ottengono rendite di intermediazione. L’analogia del “data colonialism” (Couldry & Mejias) coglie la dimensione asimmetrica: la materia-prima informazionale fluisce dal basso verso pochi hub proprietari; inoltre, parte del lavoro più duro – content moderation e data labeling – è delocalizzato in paesi con tutele deboli e salari minimi, con costi umani documentati. Anche qui, però, la risposta passa – e deve passare – per diritto del lavoro, contrattazione, procurement etico, non per un immaginario “trattato di Utrecht digitale”.

 

4) Differenze strutturali che smontano il paragone “Compagnie delle Indie = Big Tech”

1) Sovranità vs. intermediazione. Le Compagnie erano organi di governo per procura: amministravano territori, riscuotevano imposte, gestivano giurisdizione penale e impiegavano la forza. Le Big Tech non possiedono territori, non tassano per legge, non dispongono di eserciti. La loro “forza” è contrattuale e tecnologica; quando collide con l’interesse pubblico, interviene il diritto (sanzioni, ingiunzioni, rimedi). La differenza non è di grado, ma di natura.

2) Monopoli “per charter” vs. posizioni di fatto. Le Compagnie ricevevano monopoli legali su rotte e aree; le piattaforme detengono posizioni dominanti di fatto per rete, scala e integrazione verticale. La conseguenza è diversa: nel primo caso serve revocare un privilegio; nel secondo si progetta concorrenzialità (interoperabilità, portabilità dati, neutralità di piattaforma, separazioni funzionali). Il DMA incarna esattamente questo passaggio.

3) Violenza e conquista vs. lock-in e dipendenza. La coercizione armata delle Compagnie non ha equivalenti nel digitale. Esistono lock-in tecnici ed economici (switching cost elevati, ecosistemi chiusi), ma la risposta è regolatoria e tecnica (API, sideloading, standard aperti, accesso non discriminatorio), non militare. Gli interventi UE 2025 contro Apple/Meta e le azioni antitrust USA contro Google/Apple sono la prova della persistenza della sovranità democratica.

4) Accountability. Le Compagnie operarono per secoli in zone grigie con scarso controllo parlamentare; oggi, tra GDPR, DSA, DMA, antitrust e corti indipendenti, i colossi digitali sono oggetto di processi pubblici e sanzioni sostanziali. Non basta – la compliance è conflittuale – ma la cassetta degli attrezzi dell’ordinamento esiste ed evolve.

5) Denaro e moneta. Le Compagnie manipolavano flussi di metalli preziosi, gestivano zecche e imponevano prelievi. Le piattaforme non emettono valuta legale; il tentativo di Facebook di creare una valuta privata è stato fermato da autorità monetarie e regolatori.

 

5) Perché la metafora è politicamente rischiosa

Paragonare le Big Tech alle Compagnie delle Indie drammatizza il problema e lo distorce su tre fronti:

  • Suggerisce un rimedio sbagliato. Se il problema è “quasi coloniale”, il rimedio pare essere la nazionalizzazione o la sostituzione autarchica. In realtà gli esiti migliori si ottengono con interoperabilità obbligatoria, accesso equo, trasparenza algoritmica, separazioni funzionali mirate e tutela del lavoro nella filiera digitale. Sono strumenti già previsti nei pacchetti UE e nelle cause antitrust.
  • Oscura la complessità dell’ecosistema. Non esiste un “impero” unitario: mercati e tecnologie (cloud, search, advertising, mobile OS, social, e-commerce, satelliti) hanno dinamiche diverse e richiedono remedies diversi. Il diritto europeo – pur con difetti – sta sperimentando specifiche di interoperabilità e divieti di self-preferencing punto-per-punto.
  • Demoralizza la capacità d’azione europea. L’Europa non è “vittima inerme”: dal GDPR al DMA/DSA, fino al cosiddetto Brussels Effect (la capacità normativa dell’UE di “esportare” standard), la via regolatoria è già un potere geopolitico. Enfatizzare il frame “Compagnie delle Indie” rischia di delegittimare proprio l’arma che funziona.

 

6) Un contro-paragone più utile: “infrastrutture di pubblica rilevanza”

Invece di evocare eserciti e colonie, pensiamo alle Big Tech come a infrastrutture sistemiche: utilities digitali o snodi essenziali. Questo non significa statalizzarle né trattarle come monopoli naturali: significa applicare doveri di apertura e neutralità quando svolgono funzioni abilitanti per terzi (developer, imprese, media, PA). Ecco una grammatica di policy pragmaticamente europea:

  1. Interoperabilità e portabilità effettive: aprire API, protocolli e formati con standard specificati e verificabili, inclusa la messaggistica e gli accessori hardware (orologi, cuffie) per evitare lock-in.
  2. Neutralità dell’intermediazione: divieti chiari a self-preferencing, anti-steering e “commissioni d’accesso” opache sugli app store; trasparenza dei ranking e audit indipendenti.
  3. Rimedi antitrust mirati: quando la posizione dominante è accertata, separazioni funzionali, obblighi di data-sharing non discriminatorio e cessazione di accordi di default escludenti (vedi caso Google Search).
  4. Tutela del lavoro digitale: clausole sociali e codici etici in appalti e subappalti per content moderation e data labeling; verifiche su salute mentale, orari e salari minimi globali di filiera.
  5. Sovranità tecnologica cooperativa: investimenti UE in cloud/edge interoperabili, standard aperti e ricerca; regole su satelliti e connettività per evitare dipendenze geopolitiche (lezione Starlink).

 

Confutazione del paragone

Il richiamo presidenziale coglie una verità politica: il potere privatistico di determinati attori globali ha assunto una scala sistemica e va ri-incanalato nel perimetro del bene comune. Ma la storia insegna che le Compagnie delle Indie furono protesi militari e fiscali di Stati europei, con sovranità territoriale e violenza legittimata. Le Big Tech, pur potentissime, non sono sovrane: dipendono da mercati, contratti, infrastrutture regolabili; possono essere sanzionate, costrette ad aprirsi, private di rendite di posizione. Il 2025 lo dimostra: multe UE sotto il DMA, azioni DSA, rimedi antitrust statunitensi. La metafora, se presa alla lettera, offusca la distinzione fondamentale fra Stato di diritto e impresa: dove le Compagnie colonizzavano con le armi, oggi regole pubbliche e tribunali possono e devono riequilibrare i mercati digitali. Per l’Europa la via maestra non è la nostalgia delle flotte mercantili, ma la paziente ingegneria regolatoria che trasforma le piattaforme in buoni cittadini infrastrutturali.


FONTI PRINCIPALI:

 1) Videomessaggio ufficiale del Presidente Mattarella al Forum Ambrosetti

  • Presidenza della Repubblica – Videomessaggio alla 51ᵃ edizione del Forum Ambrosetti di Cernobbio (6 settembre 2025)

https://www.quirinale.it/elementi/138365

 

2) Articolo di approfondimento dal Corriere della Sera

  • Il Corriere – “Il monito di Mattarella: ‘…Big Tech … nuove Compagnie delle Indie’” (6 settembre 2025)

https://www.corriere.it/economia/innovazione/25_settembre_06/forum-cernobbio-la-sferzata-di-mattarella-a-big-tech-nuove-compagnie-delle-indie-6543c2f5-46e7-4cdf-b298-dfc64b583xlk.shtml

 

3) Articolo da La Stampa

  • La Stampa – “Mattarella sprona l’Europa: ‘Non soccombere ai regimi autocratici’. La stoccata a Big Tech” (6 settembre 2025)

https://www.lastampa.it/politica/2025/09/06/news/mattarella_a_cernobbio_not_soccombere_ai_regimi_autocratici-15297804/

 

4) Articolo da Il Quotidiano.net

  • Il Quotidiano – “Servono regole per le big tech, ‘le nuove compagnie delle Indie’” (6 settembre 2025)

https://www.quotidiano.net/economia/mattarella-mondo-bisogno-europa-regole-big-tech-slhrajhj

 

5) Approfondimento su KissKiss.it

  • KissKiss.it – “Mattarella e il paragone tra Big Tech e Compagnie delle Indie: il significato dell’immagine”

https://kisskiss.it/cronaca/mattarella-e-il-paragone-tra-big-tech-e-compagnie-delle-indie-il-significato-dellimmagine/

– Natura e poteri delle Compagnie delle Indie (Britannica; “fast facts” su eserciti; Regulating Act; VOC).

– DMA/DSA: gatekeeper, sanzioni ad Apple e Meta, procedimenti su TikTok.

– Antitrust USA: Google Search (decisione e rimedi 2024–2025); causa DOJ contro Apple.

– Libra/Diem (tentata valuta privata) e reazioni regolatorie.

– Lavoro digitale e “data colonialism” (Couldry & Mejias; inchieste su moderazione e labeling in Kenya).

– Starlink e potere infrastrutturale privato in guerra (Reuters; RAND).

 

Inserito il:08/09/2025 10:47:56
Ultimo aggiornamento:08/09/2025 17:37:13
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