Aggiornato al 25/04/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Holly Wood (Santa Fe, New Mexico, USA) - Just keep shopping

 

Controcanto al mio amico Gianni Di Quattro sul capitalismo

di Tito Giraudo

 

Caro Gianni mi sono riletto quattro volte il tuo pezzo prima di fare il controcanto utile per vivacizzare il nostro Magazine. Ti confesso che mi ha lasciato molto perplesso. Cercherò di spiegarmi.

Innanzi tutto mi dovresti chiarire che intendi per Capitalismo: la libera iniziativa, le società di capitale, le multinazionali? Credo che ormai il termine sia obsoleto e quindi fare di ogni erba un fascio mi sembra pleonastico. Citi Pasolini il quale prevedeva che dalla società dei consumi sarebbe scaturito l’imbarbarimento, e anche qui: della società o del capitalismo o forse di tutti e due?  Con tutto il rispetto per il letterato e il regista, Pasolini era un intellettuale di sinistra con pregi e difetti della categoria, vivevano ancora nell’attesa del socialismo perché convinti che la morale non può stare dalla parte del capitale. Non credo però che Pasolini fosse preoccupato dell’imbarbarimento del capitale, piuttosto dell’imbarbarimento delle masse e da ciò pensare che i supermercati e quindi la grande distribuzione siano farina del diavolo ce ne corre; secondo me semplicemente sono una moderna tecnica di vendita (peraltro ora nemmeno troppo moderna), adeguata al diverso modo di vivere. Pure a a me piacevano i negozietti come mi piacciono i mercatini, tuttavia se voglio trovare ciò che mi serve e a un prezzo concorrenziale, vado nei supermercati che ormai pullulano dando un’ampia scelta.

Il commercio al dettaglio, nei secoli, ha seguito principalmente la capacità di produrre e trasportare merci, per secoli c’erano i mercati, poi e nemmeno da tanto tempo le botteghe ed infine i negozi. Non devo raccontarti cose che sai bene. Ma se ho capito, il tuo discorso è ideologico e prende di mira quella società dei consumi che sarebbe causa di ogni male, tuttavia non avevo ancora collegato il consumismo all’imbarbarimento del capitalismo. Forse gli attuali industriali, rispetto a quelli del primo novecento sono peggiori? E allora perché schiere di socialisti anelavano la liberazione dal giogo? L’ipotesi che si faceva e che aveva fatto anche Carletto, era che il Capitalismo dovesse essere sempre peggiore e disumano.

Questo caro Gianni è un vecchio tic di ciò che rimane della sinistra che in fatto di previsioni le ha sballate tutte, compresa quella che il socialismo collettivista fosse in grado di consentire democrazia e benessere. Lascio a te la risposta.

Entrambi veniamo dalla Olivetti che è considerata una delle più avanzate forme di capitalismo etico. Bene, proprio Adriano Olivetti diede una svolta alla crescita aziendale adottando quel Taylorismo sempre demonizzato a sinistra, e a proposito del consumismo fece ideare quella lettera 22 che entrò nelle case smarcando la Olivetti dalla produzione per l’ufficio. Sempre restando ad Adriano Olivetti, negli anni 50 l’azienda soffrì di un calo di vendite che avrebbe avuto come effetto una diminuzione del personale, bene, Adriano che aveva promesso al padre di non fare mai licenziamenti potenziò la struttura di vendita e i canali pubblicitari risolvendo i problemi, dopo di che io e te fummo assunti e nessuno fu licenziato.

Io penso che sono proprio i consumi a creare il benessere, perché i soldi sotto il materasso, non aiutano certo lo sviluppo. Tutti gli osservatori economici ci dicono che la diminuzione dei consumi oltre ad essere indice di povertà, la provoca.

Inoltre credo che il Capitalismo non sia cambiato in peggio, ma in meglio. Intanto non è più una monarchia perché ormai, al fondatore subentrano quasi sempre quadri dirigenti rimovibili se non danno risultati. Ma capisco che quello del merito è un refrain demonizzato a sinistra. Se questa parte politica vive il momento più basso di consensi a livello mondiale, ci sarà pure qualche motivo che non sia la stupidità degli elettori o il destino cinico e baro.

Vorrei terminare con le multinazionali e il globalismo. Convengo che se le trasformazioni fossero state meglio governate, certe crisi si potevano evitare, ma ciò non vuole dire che la stupidaggine del piccolo è bello potrebbe essere l’alternativa. Prevedo, dato che il commercio online sta avendo un grande sviluppo, l’inizio di battaglie di retroguardia, non sul fatto più che giusto che debbano pagare le tasse dove operano, ma sull’etica passatista. La nostra generazione politicamente si è spesa nella lotta all’industrializzazione e ora che siamo nel post industriale, vorremmo tornare indietro. Certo viviamo in un momento di transizione e certe contraddizioni verranno al pettine. La riduzione della mano d’opera non è dovuta al nuovo Capitalismo ma alle nuove tecnologie e se vogliamo riequilibrare la partita non dovremo certo frenare i consumi.

E’curioso che circolino teorie catastrofiste sui nuovi poveri che in questa fase complicata pur ci saranno, ma non è con il ritorno al passato e la demonizzazione del consumismo che risolveremo il problema.

Ad ogni buon conto, tutti gli indicatori economici ci dicono che al di là del contingente, il benessere mondiale, come la salute, hanno fatto passi da gigante. Un dato è certo, il Capitalismo e il liberalismo hanno vinto la scommessa con le utopie marxiste. Caro Gianni su di morale, io e te viviamo cento volte meglio dei nostri nonni, almeno i miei che per campare sono andati nelle miniere francesi e quelli che restavano in campagna, magari respiravano aria buona, la loro vita media era di quarant’anni e il pollo lo mangiavano solo a Natale.

Sempre con grande amicizia.

 

Inserito il:01/06/2021 19:51:02
Ultimo aggiornamento:01/06/2021 19:57:40
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