Aggiornato al 04/05/2025

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Kit di sopravvivenza italiano

 Clicca qui per ascoltare (In lavorazione)

 

Kit di sopravvivenza

di Nazzareno Lasagno

 

Durante il servizio militare, uno dei tanti slogan sparsi nella caserma recitava: “Sopravvive chi pensa e provvede in tempo”. All’epoca però non si capiva bene che cosa si dovesse fare per sopravvivere, se non indossare la maschera antigas, un tantino demodée, e munirsi di razioni K.

Oggi, dopo oltre mezzo secolo l’Unione Europea, guidata da menti assai più illuminate e attente al benessere dei cittadini, svolge un’opera di sensibilizzazione per prepararci ad una futura emergenza, guerra nucleare inclusa.

Con un simpatico video, degno delle migliori televendite, che ha fatto il giro dei social con un numero di visualizzazioni pari a quelle dei più noti comici di Zelig, la commissaria europea Hadja Lahbib ha spiegato come allestire un kit di sopravvivenza.

La commissaria apre la sua vezzosa borsa e, con fare spiritoso, tira fuori una serie di oggetti essenziali per affrontare le prime 72 ore di emergenza (poi si vedrà…):

  • occhiali, super importanti per vedere quel che accade (“super important if you want to see what is happening”), documenti di riconoscimento in una busta impermeabile, torcia, fiammiferi o accendino.
  • Acqua because water is life” (ma va?!). Ma quanta ne dobbiamo mettere in quella borsetta? Poiché i medici consigliano di bere due litri al giorno, dovremmo avere una tanica da almeno sei litri a testa.
  • il tipico coltellino svizzero multiuso, diciotto strumenti in uno, di cui il più importante è il cavatappi che servirà a stappare la bottiglia di barolo del ’64, conservata religiosamente per qualche grande occasione (e quale meglio di questa?). Conviene approvvigionarsi subito perché fra un po’ i produttori elvetici non riusciranno più a soddisfare le richieste dei 450 milioni di cittadini europei.
  • farmaci, certo quelli abituali, ma suggerirei di aggiungere anche ansiolitici e antidiarroici.
  • soldi contanti (“in the middle of a crisis cash is king”). Le carte di credito si possono fondere alla prima vampa di calore.  Spiacenti per quelli che avevano preso sul serio l’abolizione della moneta cartacea.
  •  un power bank, altro oggetto indispensabile per caricare smartphone (se no come farsi un selfie con lo sfondo del fungo atomico).

Ovviamente non deve mancare del cibo, preferibilmente in scatola.

Infine, particolare quasi commovente, un mazzo di carte da gioco per trascorrere amenamente quelle prime 72 ore dell’evento catastrofico. L’UE, una volta tanto, non stabilisce norme sulle carte da usare, perciò potete scegliere serenamente tra le napoletane, i tarocchi, le piacentine o quello che vi pare.

Queste le raccomandazioni, che la ridanciana commissaria conclude parafrasando il motto dei boy scout: “Be prepared, be safe”.

A queste sagge indicazioni aggiungerei alcune varianti regionali riguardanti il cibo, per rendere più gradevoli quei tre giorni di crisi.

Ai miei corregionali proporrei una ricca porzione di bagna cauda liofilizzata, da riscaldare con esposizione al calore delle radiazioni. Peraltro l’aglio allontana i vampiri e forse anche alieni provenienti dallo spazio.

Il kit calabrese lo arricchirei con mezzo chilo di nduja sotto vuoto. Può anche tornare utile come arma impropria da usare contro i cosacchi in caso d’invasione.

Nella variante veneta si potrebbe sostituire parte dell’acqua con della grappa.

Questi sono solo alcuni modesti suggerimenti, ma ogni cittadino europeo, in mancanza di ulteriori disposizioni da Bruxelles, potrà personalizzare il proprio kit a piacimento.

In ogni caso, dopo il rassicurante spot della commissaria UE, non dobbiamo farci prendere dal panico: andrà tutto bene!

Estote parati!

 

Inserito il:03/05/2025 16:06:48
Ultimo aggiornamento:03/05/2025 16:59:35
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