Aggiornato al 06/11/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Phil Belbin (Beecroft, Australia, 1925 - Sydney, 1993) - VFT passing through the Snowy Mountains

 

Trenitalia ed il suo futuro in Val Susa

Elogio alla TAV ed ai carri bestiame

 

di Davide Torrielli

 

Sappiamo tutti quale sia stata la scelta della mobilità per il nostro futuro quando si parla di sistema ferroviario.

In gran parte oggi dobbiamo ancora ringraziare Benito e preciso che non sono affatto nostalgico, anzi.

Purtroppo la popolazione molte volte, deve accettare decisioni che non sono sempre prese da vere ed autentiche analisi di carattere tecnico ma al contrario, nella maggior parte dei casi, vengono perseguite sulla scorta di valutazioni in gran parte di origine politica, quindi, basicamente, ignorante.

Certamente il treno è un mezzo di trasporto che può rappresentare un valido ausilio per la mobilità d merci e passeggeri con impatto, si dice, limitato in termini di rispetto dell’ambiente.

Questo, però, consentitemelo, non è un teorema assoluto in quanto la predisposizione di infrastrutture necessarie per la circolazione di treni efficienti, magari, ad alta velocità, rappresenta non di certo una passeggiata nel verde e costituisce, a volte, un vero e proprio pacchetto di interventi che proprio a vantaggio dell’ambiente, non va.

Elettrificazione completa, predisposizione di linee adeguate al supporto di convogli ad alta velocità, tracciamento dei percorsi, predisposizione di stazioni adeguate e quanto necessita, sono nella maggior parte delle volte, interventi drammaticamente incisivi per il territorio e la sua salute ed equilibrio.

In questo senso quindi, la scelta di quale direzione prendere per la mobilità del futuro deve necessariamente passare non solo per il target dell’aumento massivo di potenzialità dei trasporti ma, a tutto tondo, maggiormente per quanto l’ambiente nel quale si intende operare è in grado di assorbire in termini di impatto acustico, ambientale e geometrico.

Immaginate una valle che in qualche punto misura poche centinaia di metri, la quale contiene due strade statali ad alta percorrenza di importanza nazionale, una autostrada per il traforo del Frejus anch’essa di dimensioni ed importanza rilevanti, una linea ferroviaria decisamente significativa oltre che a linee elettriche, telefoniche, acquedotti ed ora, dulcis in fundo, qualche generatore eolico, così belli da vedere e così utili …

Nel mezzo di questa valle, un tempo attraversata da Annibale e dai suoi elefanti, ora è stato deciso che passerà anche la linea TAV, il famoso TAV, sul quale volutamente non mi esprimo lasciando al lettore le sue ovvie considerazioni congiunturali. Mi limito a segnalare l’importanza, diciamo così, di una linea che porti non si sa cosa e chi, da Torino verso Lione, mitica città dall’importanza strategica a livello europeo, dalla quale si diparte la dorsale ferroviaria: non possiamo farne a meno.

Sono quindi in costruzione tunnel, fori, scavi ed espropri per tale realizzazione dal sapore un po’ così, e nel mentre?

Nel mentre avviene una pandemia che limita la capacità di circolazione e di interazione delle persone modificando di fatto quelle che sono le capacità di trasporto inter valle.

Le leggi per la limitazione della possibilità di contagio da covid19 impongono molta attenzione nel rispetto della presenza di mascherine indossate a bordo dei convogli così come l’importantissima limitazione del numero delle persone ammesse.

Capita quindi invece che negli ultimi mesi, la situazione dei treni in Val Susa sia diventata qualcosa di incredibile a bordo, con situazioni da terzo mondo che vedono masse di persone accatastate in ogni dove una sull’altra, senza mascherine e soprattutto in gran parte, senza titolo di viaggio, leggi, biglietto.

Masse di ovini e bovini su carri bestiame non paganti che si spostano come mine virali in una valle ad aspirazione moderna, la valle del TAV, appunto!

A nulla valgono le segnalazioni ai call centers di Trenitalia ai quali rispondono assonnati operatori che altro non fanno che assegnare codici e ticket di segnalazione, trasferiti subito nel cestino sotto la loro scrivania non appena finisce la comunicazione.

Un’autentica situazione bomba che non evolve affatto verso una fase di normalizzazione.

Da un lato montagne di denaro destinato a mitici treni ad alta velocità, dall’altra carri bestiame stracarichi che diffondono il virus.

Se qualcuno si dovesse chiedere come risolvere questa sperequazione, io qualche ideuzza ce l’ho.

 

Inserito il:07/10/2021 19:08:28
Ultimo aggiornamento:07/10/2021 19:24:08
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