Aggiornato al 16/10/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Festa della Repubblica - Italian Republic Day - Stock vector

 

W la Repubblica, W tutti noi

di Giorgio Cortese

 

Il 2 giugno del 1946, l'Italia, appena uscita dalla Seconda Guerra Mondiale, iniziava a scrivere una nuova pagina della sua storia. Il 2 giugno è una giornata che porta con sé un immenso significato simbolico, dato dalla valorizzazione della democrazia, della libertà, della pace e della solidarietà che un tempo segnarono un nuovo inizio per la storia dell'Italia e che oggi sentiamo vicine più che mai.

La giornata dedicata a festeggiare la Repubblica Italiana assume tanti significati diversi: il ricordo della lungimiranza dei nostri padri e dei nostri nonni, che ci hanno permesso di vivere in un Paese senza guerre; l'apertura al diritto di voto per le donne; la creazione di una democrazia. Poi, ha segnato un nuovo inizio, con l'opera di ricostruzione materiale e morale del Paese. Con impegno e duro lavoro, donne e uomini hanno trasformato l'Italia nel paese che tutti conosciamo.

Oggi, ci troviamo ad affrontare una battaglia diversa, che ci ha visti cambiare abitudini, perdere affetti, ricercare speranza nella semplicità e, a volte, ci ha fatto scoprire di essere molto più fragili di quanto credessimo. Oggi, con la stessa passione e amore per la Repubblica, la mia speranza è che anche oggi si viva una sorta di ricostruzione.

Dopo mesi di chiusura forzata, le attività sono finalmente aperte e, lentamente, ci apprestiamo a tornare ad una nuova normalità, fatta di regole e attenzioni che, se seguite, ci possono garantire una nuova rinascita, in sicurezza e tutti insieme. Stiamo affrontando un momento di feroce crisi, sanitaria ed economica, che sta portando molti di noi alla sofferenza, con la guerra che divampa in Europa. Il mio pensiero oggi è per i medici, operatori sanitari e gli addetti alle pulizie che si sono trovati in prima linea a combattere l'emergenza e che, ancora oggi, sono tra le corsie degli ospedali, pronti a fare di tutto per salvare una vita umana. Non vogliono essere definiti "eroi", ma lo sono a tutti gli effetti. Penso ai malati, alle vittime, alle loro famiglie; penso a chi ha perso il lavoro. Al profondo stato di angoscia che hanno attraversato in questi mesi, alle sofferenze fisiche e psicologiche che si porteranno dentro a lungo. Penso poi ai volontari della Protezione Civile Comunale, a tutte le associazioni favriesi laiche e religiose come la Caritas che sono impegnate ogni giorno per dare sostegno e aiuto a chi è in difficoltà, con coraggio e competenza, senza mai tirarsi indietro.

A tutti loro va il mio sentito appoggio, perché possano vivere una rinascita e trovare nel futuro serenità e sollievo. Nessuno poteva immaginare a quanta sofferenza, psicologica ed economica, avrebbe portato il virus. Ci troviamo davanti ad un momento storico che ci mette duramente alla prova, come società e come esseri umani. Guardando ai nostri padri e nonni, oggi come mai prima d'ora, mi sento di dire che sia importante apprendere da loro la capacità di guardare al futuro con lungimiranza, speranza e amore per il nostro Paese.

Ricostruire non è un'opera facile: richiede tempo, sacrificio, pazienza. Ed è proprio sul concetto di "pazienza" che mi vorrei soffermare un istante. Vedo ancora il distacco su alcuni volti incontrati per strada, anche senza mascherine. Questi mesi difficili ci hanno portati a scontrarci con una situazione di chiusura e paura che non ci appartenevano prima dell'emergenza. Le fragilità umane sono affiorate con insistenza e molti di noi si trovano tuttora ad attraversare un momento molto impegnativo dal punto di vista psicologico. Servirà pazienza per avere il tempo di metabolizzare lo stato di angoscia che ci siamo trovati a vivere. Ma servirà ancora di più pazienza, tolleranza e gentilezza da parte di tutti, nel sopportare e aiutare chi, più fragile, sta vivendo questi giorni con maggior difficoltà.

Che si sia entrati a contatto diretto con il Covid o meno, molti di noi sono profondamente cambiati e necessitano di più tempo per una ripresa che ci possa riportare a condurre una vita simile a quella di prima. Il mio appello è quindi quello della tolleranza e del rispetto, verso chi ha subito gli effetti di questa "guerra". Questa difficile fase storica ci sfida a dare prova della nostra capacità di affrontare le avversità e gestire i cambiamenti.

Dobbiamo accettare questa sfida, così come, hanno fatto le nostre madri e i nostri padri, ritrovandosi tra le mani le macerie di un Paese da ricostruire. I cambiamenti sono difficili da accettare, certo, ma spesso portano a un miglioramento. E la mia speranza è che, questo, sia proprio l'inizio di un futuro più sereno per tutti, con nuove consapevolezze e più attenzioni verso gli altri. Il mio augurio è che questa celebrazione sia un’opportunità per condividere tutti quei valori che sono e saranno sempre l’anima del Paese.

Con il 2 giugno riaffermiamo ancora una volta i valori fondanti della nostra Repubblica. Libertà, democrazia, pari dignità e tanta, tanta speranza nel domani. Viva la Repubblica! Viva l'Italia, W Favria!

Ps. Invito per un minuto di silenzio in ricordo dei concittadini, amici, parenti e conoscenti che abbiamo perso a causa del virus. Grazie

 

Inserito il:02/06/2022 11:31:50
Ultimo aggiornamento:02/06/2022 11:43:34
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