Aggiornato al 03/11/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

John D. Benson (Baltimore, Maryland, USA - Contemporary) - The White House

 

2021, anno del Grande Risveglio americano

di Vincenzo Rampolla

 

Qualcuno conosce l’esito delle elezioni americane? Nessuno, assolutamente nessuno.

Nel Partito repubblicano su 100 persone 98 sono in favore di Trump e si identificano con lui, simbolo che rappresenta i valori di base del Gop (Great old party).

1.500.000 cittadini, il 6 gennaio daranno una dimostrazione senza precedenti, di forza storica, un frammento dei 75 milioni di americani che pensano che le votazioni del 2020 siano state falsate, distorte, manipolate, deformate, folla riunita proprio davanti al palazzo del Congresso per seguire la battaglia al suo interno. Impatto visivo psicologico di indubbio effetto. Mai una simile manifestazione era stata indetta personalmente da Trump. Massa in moto compatto, all’unisono. Massa che dice: Noi vogliamo che la politica sia controllata da noi e faccia i nostri interessi e che non si dimentichi di noi quando ne abbiamo bisogno. Massa con una Costituzione e un corpo di leggi molto garantiste a tutela dei diritti del cittadino. Massa organizzata in Federazione, ove ognuno dei 50 Stati dà singolarmente il proprio contributo di potere parziale e esige un ritorno nell’unità nazionale. È una folla che si chiede: Farò ancora parte dell’Unione o ciascuno Stato andrà per la propria strada? Il futuro è incerto e fatto di singhiozzi che chiedono un’amalgama tra gli Stati e una nuova indipendenza da ridisegnare.

Molte persone si muovono oggi da uno Stato all’altro insoddisfatte delle condizioni sociali e economiche locali, in cerca di una politica più vicina a loro, attratte da salari più alti, da affitti più bassi e da socialità più buona. Notevole l’attuale migrazione dalla California ai confinanti Texas e Nevada, con esplosione degli affitti in Nevada e migliori opportunità di lavoro in Texas e già si gonfia il flusso di aziende che dalla California e da New York si trasferiranno in Texas. Negli Stati blu (democratici) o rossi (repubblicani) si rileva una forte componente di elettori che vota per il partito avversario. Come armonizzare queste realtà? E che senso ha dipingere gli Stati in blu e rossi? Guardiamo le Contee. Biden ha vinto nel 17% di quelle concentrate su San Francisco, Los Angeles e NewYork orientate verso le attività di Servizi, Finanza e Spettacolo, settori non direttamente produttivi. Le Contee vinte da Trump sono orientate al settore agricolo, manufatturiero, tecnologico (non Htech e informatico) e turismo, è l’America che non vive di finanza e dei soldi degli altri, ma di economia reale. Realtà con i propri canali e vincoli che possono interagire. Dalle forti spinte centrifughe della California che vuole collegarsi con il Texas, emerge chiaramente che le varie Contee sono incorporate come se fossero in società, società aperte e libere di rescindere i propri vincoli di placenta in uno Stato. Il mercato porta a formare nuove unioni economiche che darwinianamente estromettono altri partner-componenti dello stesso Stato.

Il 6 gennaio le due Camere del Congresso (Camera dei Deputati e Senato) si riuniranno in seduta congiunta per l’apertura dell’urna trasmessa dal Collegio Elettorale contenente i voti dei Grandi Elettori. Per legge l’operazione viene affidata al Presidente del Senato, M. Pence, VP di Trump. Pence ha l’autorità di non ritenere validi alcuni voti, in particolare le doppie votazioni di 6 Stati (Arizona, Georgia, Michigan, Nevada, Pennsylvania, Wisconsin) coinvolti in cause per frode elettorale e per non avere adottato le leggi elettorali del loro Stato, con voti non certificati dal relativo Parlamento e per decisione dei Governatori. Per scelta autonoma, a questi Stati si è unito anche il New Mexico, pur in assenza di un contenzioso legale. Tecnicamente il Congresso ha il potere di ribaltare il risultato. Una legge del 1887 consente di contestare i voti a condizione che a farlo siano congiuntamente un Deputato e un Senatore. Il 20 dicembre il deputato repubblicano Mo Brooks si è fatto avanti e il 31 dicembre il senatore repubblicano Josh Hawely si è ufficialmente dichiarato d’accordo a contestare i voti assegnati a Biden, con un nutrito push-back aperto nella giornata con altri 25 senatori, numero salito a 140 il 1⁰ gennaio. Il totale dei disputed votes dei 7 Stati è 84, voti da scartare o da assegnare a Biden… o a Trump? E alle ore 13 del 6 gennaio Pence, riunito con i 538 Grandi Elettori darà lettura e certificazione dei 306 voti assegnati a Biden e dei 232 a Trump in una situazione anomala, non inedita perché già avvenuta nel 1800 nelle elezioni di Jefferson contro Adams, alla pari di voti e con contestazioni emerse in Georgia. Dopo 35 votazioni Jefferson ottenne la maggioranza con un accordo politico. Le obiezioni devono essere sollevate separatamente al vaglio delle 2 aule. Situazione di fatto critica per l’assenza di linee guida chiare per dirigerne lo sviluppo. All’incontro ci saranno anche i rappresentanti dei cittadini della manifestazione di piazza in corso. Nel mentre il 15 dicembre Biden è volato ad Atlanta (capitale delle Georgia, contea di Fulton) per fare campagna elettorale in vista del ballottaggio del 5 gennaio in Georgia che deciderà a chi andrà il controllo del Senato. Circa il 67% di chi il 3 novembre ha votato per posta vuole rivotare per posta ed è proprio su quelle procedure che Trump conduce la sua guerra giudiziaria. Secondo il WS Journal, sono 1,2 milioni le schede richieste per il voto postale mentre altre 200.000 sono già state spedite, cifra che anticipa un'affluenza record nella corsa decisiva per le elezioni della Contea. In Georgia, dove Biden è stato il primo candidato a vincere dal 1992, i dem Jon Ossoff e Raphael Warnock puntano a scalzare i due incumbent repubblicani Kelly Loeffer e David Perdue.

La lettura e certificazione dei voti sarà appesantita dagli interventi per le contestazioni, a cui è concesso un massimo di 5 minuti, con successiva analisi separata da ogni Camera. Con i dibattiti la cosa non filerà liscia e richiederà lunghi tempi, dando a Pence lo spunto per decidere e agire: accettare o scartare voti, in ogni caso contare solo i voti con valore legale, non inseriti in modo fraudolento. L’alternativa che nessuno vuole, è trasferire alle Camere l’onere di votare per eleggere il Presidente (caso Jefferson). Intanto Lin Wood, avvocato indipendente georgiano, attivo a titolo personale a fiutare frodi elettorali nella Contea di Fulton, lancia un feroce attacco pubblico contro Pence con un’intervista di 90 minuti. Cresce la pressione su Pence per indurlo ad agire in una direzione e circola la voce che se Pence si ritirasse, Trump lo sostituirebbe con Mike Pompeo, Segretario di Stato.

Vengono brevemente commentati alcuni casi di contestazione di particolare interesse.

Pennsylvania, con solido caso sottoposto da un giudice: elezioni non certificate dal Governatore né conformi alle leggi elettorali dello Stato; interferenze provocate da Facebook con inserimento di fasulli seggi elettorali e Twitter con finanziamenti privati abusivi.

Arizona, con il parlamentare Louie Ghomert che presso i giudici del Texas avvia una causa contro Pence, mettendo in discussione la sua discrezionalità nel conteggio ovvero nella scelta di accettare o rigettare il voto di un Elettore il 6 gennaio. Il giudice contesta la causa perché proceduralmente non corretta. Ghomert presenta un ulteriore fascicolo e il giudice chiude il caso con il querelante destinato a ricorrere a un livello di giudizio superiore, nonostante gli avvocati di Pence l’avessero invitato a non procedere. Ghomert continua le sue azioni con un comunicato stampa in cui contesta il fatto che la totalità dei Media non dichiari che le elezioni non siano state sane, ma disoneste e ingannevoli; scodella una raccolta di 80 faldoni per un totale di 5.000 pagine su testimonianze di brogli; condanna infine il fatto che nessuna Corte, adducendo le scuse più disparate, non sia mai intervenuta neppure su un singolo caso e che nessun testimone sia mai stato ascoltato dai giudici. Ghomert mai è stato smentito a conferma dello sbarramento mediatico messo in atto per tacere le notizie sulle frodi elettorali.

Dominion e le macchine elettorali sono salite alla ribalta con la taglia di $1M messa dal miliardario David Alki sulla testa di Eric Coomer, CEO di Dominion. Nessuna testimonianza portata finora è stata esaminata da un tribunale e nessuna procedura di discovery tecnica e legale è stata attivata su una sola delle apparecchiature. Va evidenziato che comunque si chiuda l’elezione, i casi depositati restano sempre aperti finché non sono chiariti e chiusi.

Omnibus 2020 e l’approvazione della manovra di fine anno: l’aumento del contributo Covid ai cittadini da $600 a $2.000 è stato accolto. La chiusura con veto del finanziamento al Ministero della Difesa è andata in porto con la rimozione parziale della Legge 230, senza però rimuovere l’indennità mediatica. Anche la cancellazione di inutili voci di spesa per contributi a Paesi stranieri senza alcun interesse è stata accettata. Resta valido il fatto che è passata pur con la mole di 5.538 pagine, con 2 ore di tempo per leggerla e approvarla, incluso il forte aumento dei compensi per parlamentari e senatori.

Mc Connell, Capo della maggioranza al Senato, a fine dicembre smorzato la posizione anti Trump su molti fronti, con un cambiamento imprevisto e repentino, pronto a sciogliersi negli attacchi ai candidati del 5 gennaio per il rinnovo di 2 senatori in Georgia, a mitigare le ostilità sul ritiro di militari all’estero e deciso infine ad ammettere che in Georgia ci siano state frodi elettorali… BlandeSì, ma andiamo avanti, ha ostentato secco ai Media.

In Georgia (159 Contee) per la prima volta a fine dicembre il Senato e la Commissione Elettorale hanno avviato l’interrogazione di testimoni e un’indagine congiunta sulla manipolazione delle procedure elettorali, sui lettori di schede Dominion e sull’interferenza, anche senza azioni dirette, per alterare la percentuale di voti assegnabili a un candidato, aumentandone o riducendone conteggi. Sulla società Dominion si apprende che ha sede in Canada, con capitale al 75% cinese tramite la banca svizzera Ubs e sui lettori si sa che sono stati prodotti in Venezuela per favorire le elezioni locali e contrastare quelle Usa. Brian Kemp, Governatore Georgia, ha siglato con Dominion un contratto decennale di $107 milioni, 87 dei quali già ricevuti per i primi 2 anni! Per l’interrogazione dei testimoni, l’accesso al video di una testimonianza mi ha consentito di riassumere alcuni punti essenziali. Kathy Latham, responsabili Gop della Contea di Coffee (43.200 persone) e di un raggruppamento inferiore a 80.000 elettori di 129 Contee, professionista di legge elettorale, al microfono dichiara quanto segue davanti a un Senatore e alle Autorità della Commissione: scanner non funzionante;  sostituzione nella notte con scanner di un’altra sede elettorale a 2 ore d’auto a lampeggianti in azione per rispettare l’orario di apertura; necessità di pulire frequentemente lo scanner pena l’inattività; tecnico impreparato a gestire i problemi; lettura di una scheda alla volta; nessun intervento di aiuto da parte della Direzione Dominion; possibilità di alterare il voto di una scheda e dimostrazione al terminale, senza traccia in memoria della modifica; 5 riconteggi di 5.000 schede eseguiti per verifica e sempre con totale finale diverso; scarti impossibili da certificare; assenza di registrazione della conferma di coerenza tra la firma di una scheda di voto per posta e la relativa firma depositata nel registro degli iscritti al voto della sezione di voto. Il giorno dopo l’interrogazione della testimone, sono arrivati furgoni per recuperare dal magazzino le schede alterate ancora in deposito. Non dovevano esserci. Sono state distrutte ma gli attivisti locali del Movimento Stop the Steal  (Fermate il furto) hanno filmato l’operazione e recuperato alcuni esemplari.

Per completare lo scenario dei primi eventi di inizio anno, emergono dai pulpiti delle Chiese cristiano evangeliche i moniti e gli inviti dei prelati. Escono allo scoperto. Legittimati a aprirsi ai fedeli, chiuse al culto nel periodo di pandemia, dopo la rimozione da parte di Trump delle disposizioni discriminanti rispetto a bar e ristoranti. M. Pence è esponente del movimento religioso che ha visto i voti di 35 milioni di seguaci su 75 milioni di voti ricevuti. È corale l’esortazione dei predicatori: Mettiamoci all’opera per il Grande Risveglio, siamo attivi, lottiamo contro i brogli. Quella di oggi non è un’elezione, ma una battaglia tra il bene e il male… le chiese siano aperte a tutti. Trump ha anticipato un prossimo annuncio di nuove incredibili rivelazioni, mentre le Tv già ventilano un suo Colpo di Stato, nel timore che ce la faccia a restare al potere. Antica tecnica di psyco operation mediatica, anticipare il falso…

Arrivederci in Georgia il 5 gennaio e a Washington il 6.

(consultazione: new york times; washington post; fbi investigation alerts, fox news; ramble.com – mazzoni news)

 

Inserito il:05/01/2021 10:25:11
Ultimo aggiornamento:11/01/2021 17:53:25
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